Casa dello studente, il pm non fa sconti
Inchiesta chiusa: restano indagati in 15 tra costruttori, progettisti ed ex dirigenti
L’AQUILA. La procura non fa sconti sul crollo della Casa dello studente e chiude le indagini a carico di tutti gli iniziali 15 sospettati, compresi i 4 deceduti, senza tirare fuori nessuno dal fascicolo. Tutti sono indagati per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni.
Secondo i pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti, gli indagati sono a vario titolo, responsabile della morte degli otto ragazzi ma anche delle lesioni gravi patite dai sedici superstiti sia sotto il profilo fisico che psicologico visto che alcuni di loro hanno riportato lesioni traumatiche da stress.
In particolare l’ingegnere Cladio Botta, 89 anni, aquilano, è accusato di avere redatto il progetto della struttura della Casa dello studente, realizzata nel 1965 «In modo superficiale e incompleto, utilizzando materiale scadente e lavorazioni non a regola d’arte» oltre ad avere fatto realizzare un ulteriore piano seminterrato.
Giorgio Gaudiano, 78 anni, di Roma, responsabile del collaudo per l’acquisto della struttura da parte del Cda dell’Opera universitaria nel 1977 è accusato di non avere svolto accertamenti sulla stabilità.
Tra gli accusati anche Walter Navarra 62 anni, aquilano, Bernardino Pace, di Pratola Peligna (52), Pietro Centofanti, (49), di Sulmona, Tancredi Rossicone (52) di Scanno, Massimiliano Andreassi (40), aquilano e Carlo Giovani (43) pure lui aquilano. Su di loro, in quanto ingegneri e tecnici-progettisti, pende l’accusa di non avere effettuato, in modo preventivo e nemmeno in seguito, le corrette valutazioni e verifiche di adeguamento statico in relazione alle ristrutturazioni da loro effettuate nel 1998 e nel 2003 omettendo altri controlli sulla stabilità.
Ci sono poi le responsabilità che la procura attribuisce ai dirigenti dela Casa dello studente per omessi controlli di vigilanza sulla rispondenza dell’edificio crollato alla destinazione ricettiva. Sotto inchiesta ci sono Luca D’Innocenzo (34), ex presidente dell’Azienda per il diritto allo studio (Adsu), ed ex assessore comunale, indagato, tra le altre cose, per non avere garantito lavori di manutenzione straordinaria in relazione alla sicurezza e alle norme antisismiche. Simili le accuse per Luca Valente 47 anni, direttore dell’Adsu, il quale, in particolare, non avrebbe predisposto un piano per la sicurezza.
Pietro Sebastiani, 49 anni, dell’Aquila, inoltre, nella veste di presidente della commissione di collaudo dei lavori di restauro è accusato di una serie di negligenze come non avere vigilato sulla rispondenza dell’edificio alla destinazione di residenza per studenti univestitari non assicurando una giusta manutenzione straordinaria.
Ci sono poi 4 persone indagate a vario titolo, ma morte da anni, (che per questa ragione è inopportuno menzionare), per le quali, comunque il procedimento è estinto. In teoria, ma solo sotto il profilo risarcitorio, possono essere perseguiti i loro eredi, qualora venisse accertata la responsabilità delle persone decedute.
Ora i legali hanno 20 giorni di tempo per presentare le loro controdeduzioni e il pm ne ha altrettanti per le richieste di rinvio a giudizio al giudice per le udienze preliminari o di archivazione al giudice per le indagini preliminari. Intanto i due pm hanno anche depositato le perizie.
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Massimo Carosi, Vincenzo Colaiacovo, Mercurio Galasso, Gianni Di Biase, Lino Nisii, Angelo Colagrande, Attilio Cecchini, Massimo Rampini, Piergiorgio Merli, Fabio Alessadroni, Fausto Corti, e Nicola Apa.
Secondo i pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti, gli indagati sono a vario titolo, responsabile della morte degli otto ragazzi ma anche delle lesioni gravi patite dai sedici superstiti sia sotto il profilo fisico che psicologico visto che alcuni di loro hanno riportato lesioni traumatiche da stress.
In particolare l’ingegnere Cladio Botta, 89 anni, aquilano, è accusato di avere redatto il progetto della struttura della Casa dello studente, realizzata nel 1965 «In modo superficiale e incompleto, utilizzando materiale scadente e lavorazioni non a regola d’arte» oltre ad avere fatto realizzare un ulteriore piano seminterrato.
Giorgio Gaudiano, 78 anni, di Roma, responsabile del collaudo per l’acquisto della struttura da parte del Cda dell’Opera universitaria nel 1977 è accusato di non avere svolto accertamenti sulla stabilità.
Tra gli accusati anche Walter Navarra 62 anni, aquilano, Bernardino Pace, di Pratola Peligna (52), Pietro Centofanti, (49), di Sulmona, Tancredi Rossicone (52) di Scanno, Massimiliano Andreassi (40), aquilano e Carlo Giovani (43) pure lui aquilano. Su di loro, in quanto ingegneri e tecnici-progettisti, pende l’accusa di non avere effettuato, in modo preventivo e nemmeno in seguito, le corrette valutazioni e verifiche di adeguamento statico in relazione alle ristrutturazioni da loro effettuate nel 1998 e nel 2003 omettendo altri controlli sulla stabilità.
Ci sono poi le responsabilità che la procura attribuisce ai dirigenti dela Casa dello studente per omessi controlli di vigilanza sulla rispondenza dell’edificio crollato alla destinazione ricettiva. Sotto inchiesta ci sono Luca D’Innocenzo (34), ex presidente dell’Azienda per il diritto allo studio (Adsu), ed ex assessore comunale, indagato, tra le altre cose, per non avere garantito lavori di manutenzione straordinaria in relazione alla sicurezza e alle norme antisismiche. Simili le accuse per Luca Valente 47 anni, direttore dell’Adsu, il quale, in particolare, non avrebbe predisposto un piano per la sicurezza.
Pietro Sebastiani, 49 anni, dell’Aquila, inoltre, nella veste di presidente della commissione di collaudo dei lavori di restauro è accusato di una serie di negligenze come non avere vigilato sulla rispondenza dell’edificio alla destinazione di residenza per studenti univestitari non assicurando una giusta manutenzione straordinaria.
Ci sono poi 4 persone indagate a vario titolo, ma morte da anni, (che per questa ragione è inopportuno menzionare), per le quali, comunque il procedimento è estinto. In teoria, ma solo sotto il profilo risarcitorio, possono essere perseguiti i loro eredi, qualora venisse accertata la responsabilità delle persone decedute.
Ora i legali hanno 20 giorni di tempo per presentare le loro controdeduzioni e il pm ne ha altrettanti per le richieste di rinvio a giudizio al giudice per le udienze preliminari o di archivazione al giudice per le indagini preliminari. Intanto i due pm hanno anche depositato le perizie.
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Massimo Carosi, Vincenzo Colaiacovo, Mercurio Galasso, Gianni Di Biase, Lino Nisii, Angelo Colagrande, Attilio Cecchini, Massimo Rampini, Piergiorgio Merli, Fabio Alessadroni, Fausto Corti, e Nicola Apa.