Casa dello studente, oggi il verdetto
La lettura della sentenza sarà preceduta dalle arringhe dei difensori dei tre imputati che realizzarono i restauri
L’AQUILA. Il processo per stabilire le responsabilità del crollo della Casa dello studente si chiuderà probabilmente oggi. E quella odierna sarà comunque un’udienza accesa visto che ci saranno le arringhe dei legali degli imputati che, in caso di condanna, rischiano più di tutti in questo processo di grande interesse mediatico. Si tratta di coloro che si occuparono della ristrutturazione alla fine degli anni novanta: Bernardino Pace, Tancredi Rossicone e Pietro Centofanti, ex sindaco di Sulmona. Per costoro il pm Fabio Picuti ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e lesioni compose. Secondo il pm le ristrutturazioni hanno ulteriormente indebolito il palazzo che già era stato progettato male quando venne costruito negli anni sessanta. Ci sarebbero state anche delle condotte omissive visto che il pm e lo stesso perito, Maria Gabriella Mulas, hanno sostenuto che sarebbe bastato guardare il progetto iniziale per capire che il palazzo presentava delle criticità macroscopiche. E i lavori fatti successivamente lo avrebbero reso ancor più fragile. I tre imputati sono assistiti dall’avvocato Mercurio Galasso.
Al vaglio del giudice unico, Giuseppe Grieco, anche la posizione di un altro imputato per il quale la Procura ha chiesto la condanna a due anni e mezzo di reclusione. Si tratta di Pietro Sebastiani, già presidente della commissione collaudo. Sebastiani, in occasione dell’ultima udienza di gennaio, prese la parola per discolparsi e questo indusse alcune parti civili ad abbandonare l’aula. I suoi avvocati Attilio Cecchini e Angelo Colagrande, hanno sostenuto in quella occasione che il loro assistito non aveva alcun compito di fare un collaudo di natura statica ma solo amministrativo. Secondo la difesa già esisteva una asseverazione di stabilità redatta dagli stessi progettisti.
Al vaglio del giudice le posizioni di altri imputati per i quali, però, il pm ha chiesto assoluzioni e proscioglimenti a seconda che essi abbiano scelto o meno il rito abbreviato. Si tratta di Luca Valente, Luca D’Innocenzo, Massimiliano Andreassi, Carlo Giovani, Walter Navarra.
Nell’udienza camerale di oggi sono previste anche le repliche del pm, e le controrepliche dei legali di coloro per i quali il pm ha chiesto le condanne.
Nel corso della precedente udienza era uscito definitivamente dal processo quello che la Procura e la perizia hanno indicato come il principale imputato. Ovvero Claudio Botta, 93enne, le cui condizioni di salute escludono che possa stare in giudizio. Suo fu il progetto che ha reso il palazzo troppo debole alle scosse sismiche causando il crollo nel quale sono morti otto ragazzi ,e altri sono rimasti feriti in modo grave e scamparono alla morte dopo avere atteso delle ore sotto le macerie. Si tratta di un processo con vedute molto diverse. Infatti in occasione dei loro interventi i rappresentanti delle parti civili hanno fatto delle richieste diverse da quelle della Procura: condanne per tutti gli imputati con particolare riferimento a D’Innocenzo e Valente e pene più severe rispetto a quelle che ha chiesto Picuti. Ma va anche detto che il pm ha preso in considerazione che la prima concausa è stata comunque il terremoto e poi esiste la considerazione che il palazzo era stato comunque realizzato male fin dall’inizio.
Nella mattinata odierna ci sarà, dunque, la discussione e poi, secondo il programma, il giudice dovrebbe entrare in camera di consiglio.
Ieri, proprio per concentrarsi meglio sul processo di stamani il giudice Grieco ha fatto rinviare alcuni processi, anche di un certo rilievo. Ciò allo scopo di studiare meglio l’immane documentazione cartacea prodotta dalle parti.
Le indagini furono fatte da Corpo Forestale, polizia e vigili del fuoco.
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