via xx settembre, l’omaggio del capo dello stato

Casa dello studente, una corona di fiori per chi non c’è più

L'AQUILA. Si chiamavano Luca Lunari, Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Francesco Esposito, Hussein Hamade (detto Michelone), Alessio Di Simone. Erano i giovani che...

L'AQUILA. Si chiamavano Luca Lunari, Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Francesco Esposito, Hussein Hamade (detto Michelone), Alessio Di Simone. Erano i giovani che la notte del terremoto si trovavano all'interno della Casa dello studente, quella che avrebbe dovuto proteggerli negli anni dello studio universitario e che invece è stata la loro trappola. Davanti alle immagini dei volti giovani stampate su foto e manifesti e ormai sbiadite dal tempo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questa mattina tra le 10.30 e le 10.40 incontrerà anche i familiari delle vittime del terremoto. A sfilare, per lo più in silenzio, stringendo la mano al capo dello Stato saranno i componenti del Comitato dei familiari delle vittime della Casa dello studente, dell'Associazione vittime universitarie del sisma e della Fondazione 309 martiri, oltre ai tanti altri familiari, coloro che non dimenticano cosa fu quella notte infernale per i loro cari che non ci sono più per responsabilità umane. Per loro che sono rimasti, alcuni veramente sopravvissuti, conta soltanto far arrivare un messaggio a Mattarella. «Non so se ci sarà concesso di parlargli», dice Antonietta Centofanti del Comitato familiari delle vittime della Casa dello studente e zia di Davide, «non sappiamo quanto stringente sarà il cerimoniale. Se potessi rivolgermi al presidente, gli chiederei di fare in modo, lui che è il garante della democrazia e della fermezza del nostro Stato e dell'integrità dei suoi cittadini, che ciò che è successo all'Aquila la notte del 6 aprile del 2009 non avvenga mai più in Italia. Affinché sia così, però, bisogna fare una sola cosa: costruire bene, secondo le regole. Si costruisce non per il nulla, bensì per ospitare persone. Vite umane. Un rigore che deve essere rispettato soprattutto quando si tratta di costruire ospedali, scuole, asili, insomma, i luoghi della vita pubblica».

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