Casa Studente e Convitto sentenze entro Natale
Decisione vicina per i procedimenti che hanno avuto una risonanza nazionale Il primo dicembre requisitoria per il crollo dello stabile di via XX Settembre
L’AQUILA. È partita la corsa, dopo l’epilogo del processo ai sette componenti della Commissione Grandi Rischi, per concludere entro l’anno altri due filoni giudiziari sui crolli molto attesi: la Casa dello Studente, dove morirono otto giovani, e il Convitto nazionale dove persero la vita tre minorenni. Entrambe le decisioni verranno prese dal giudice unico Giuseppe Grieco ( nella foto).
Il primo dicembre ci sarà la prossima udienza per il crollo della Casa dello Studente con dieci imputati per omicidio colposo plurimo. Si tratta di Giorgio Gaudiano, Walter Navarra, Bernardino Pace, Carlo Giovani, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro Sebastiani, Luca Valente, Luca D’Innocenzo. Nel mirino le ristrutturazioni di quel palazzo eseguite nel 2000 e responsabilità di natura amministrativa a fronte di controlli che non ci furono. Fermo restando che l’edificio fu costruito negli anni Sessanta con scelte tecniche scellerate fatte, a quanto sembra, da soggetti deceduti o comunque non imputabili.
In quella data potrebbero esserci, nell’ambito del rito abbreviato chiesto dalle difese, le richieste della Procura della Repubblica. Infatti, in occasione della precedente udienza di ottobre, fu completata la discussione della perizia alla presenza della stessa professoressa Maria Gabriella Mulas, che l’ha redatta.
Gli unici imputati che hanno rinunciato al rito abbreviato sono Giorgio Gaudiano e Walter Navarra per i quali si andrà avanti con il rito ordinario: proscioglimento in udienza preliminare oppure rinvio a giudizio in tribunale. Sulla scorta della succitata perizia, i due sembrano quelli con la posizione meno compromessa. Rito abbreviato per gli altri, dunque, con uno sconto di pena di un terzo in caso di condanna.
L’intento è quello di fissare un altro paio di udienze per chiudere il processo entro il 2012. Del resto si tratta di uno dei cosiddetti processi simbolo tra quelli collegati ai crolli a causa del terremoto del 2009.
Ma la Mulas, nell’ambito della sua perizia, ha anche chiamato in causa indubbie responsabilità che, da quanto si è capito, non saranno mai vagliate da un giudice. La docente del Politecnico di Milano, infatti, è stata molto critica con Genio Civile e Regione.
Il 21 dicembre, invece, ci sarà un’udienza, forse l’ultima, per il crollo del Convitto nazionale. La Procura ha chiesto la condanna a quattro anni di carcere per i due imputati di omicidio colposo plurimo, Livio Bearzi, preside della scuola, e il dirigente provinciale Vincenzo Mazzotta. Quel giorno prenderanno la parola le parti civili, visto che il pm ha già detto la sua, e poi sarà lasciato ampio spazio alle difese. A Bearzi viene contestato, tra le altre cose, il mancato sgombero dell’edificio e la mancanza di qualsiasi valutazione del rischio.
Al dirigente provinciale sono mosse accuse molto simili compresa la mancata messa in sicurezza dell’ edificio realizzato oltre 100 anni fa.
Le due parti offese nel processo hanno chiesto diversi milioni di risarcimento dei danni morali.
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