CONSIGLIO REGIONALE
Case Ater non ristrutturate nuova protesta all’Emiciclo
L’AQUILA. Domani alle 10,30, davanti all’Emiciclo, si terrà una nuova manifestazione di protesta delle famiglie ancora sfollate, per chiedere l’approvazione di una legge ad hoc per la ricostruzione e...
L’AQUILA. Domani alle 10,30, davanti all’Emiciclo, si terrà una nuova manifestazione di protesta delle famiglie ancora sfollate, per chiedere l’approvazione di una legge ad hoc per la ricostruzione e per la messa in sicurezza antisismica delle abitazioni pubbliche e private, così come stabilito dal decreto sviluppo (legge 134).
«L’articolo 67 di tale legge», afferma Pio Rapagnà (Mia casa d’Abruzzo), «stabilisce che lo stato di emergenza è cessato il 31 agosto 2012 e che la ricostruzione e ogni intervento necessario per favorire e garantire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite dal sisma dovranno essere gestiti sulla base del riparto di competenze previsto dagli articoli 114 e seguenti della Costituzione. Ogni consigliere regionale può verificare di persona come, pertanto, le responsabilità e le competenze della Regione Abruzzo siano chiare, provvedendo a legiferare nel merito della ricostruzione affinché le finalità indicate dalla legge siano perseguite con gli strumenti previsti dalla legislazione ordinaria regionale. Ecco perché una legge regionale ordinaria è necessaria e urgente poiché con essa, oltre a razionalizzare, semplificare, assumere e coordinare le innumerevoli ordinanze della Protezione civile e della presidenza del Consiglio dei ministri, i tanti decreti del commissario delegato Gianni Chiodi, gli atti e le convenzioni tra soggetti attuatori della ricostruzione, si recepisca e si rendano attuabili i criteri, le modalità e gli obiettivi della ricostruzione che il Comune dell’Aquila, quelli del cratere e i soggetti attuatori dovranno unitariamente perseguire».
Il Mia Casa d’Abruzzo, avendo ben chiara la situazione che ha portato alla non ricostruzione degli alloggi pubblici dell’Ater e del Comune dell’Aquila, chiede di poter dare il proprio gratuito contributo. «Nessuno può ignorare che nel solo Comune dell’Aquila risultano ancora ufficialmente sfollati oltre 20mila cittadini, dei quali: 11933 alloggiati nel Progetto Case, 2497 nei Map, 454 in affitto (fondo immobiliare), 370 con affitti concordati e 5546 beneficiari del contributo di autonoma sistemazione. Tutte queste persone, residenti nel Comune dell’Aquila, insieme alle tante altre dei Comuni del cratere», conclude Rapagnà, «sono solo la parte burocraticamente visibile di coloro che, dopo 4 anni e 6 mesi dal terremoto, aspettano ancora l’inizio effettivo della riparazione e ricostruzione, con consolidamento sismico, delle loro precedenti naturali abitazioni. In ciò è necessario e richiesto l’aiuto del consiglio regionale e delle altre istituzioni nazionali e territoriali».
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