Case B e C, arrivate 7.000 domande
Le pratiche attese erano circa il doppio: domani è l’ultimo giorno utile
L’AQUILA. Sono circa settemila le pratiche finora presentate per le riparazioni delle case classificate B e C. Un numero vistosamente al di sotto delle aspettative, considerato che la Protezione civile aveva stimato la presenza di 14-15mila case B e C. Il termine per la presentazione delle domande scadrà domani.
Una situazione inaspettata che, comunque, non dovrebbe portare a una nuova proroga, come confermato dal sindaco Massimo Cialente, secondo cui non è nelle intenzioni del governo varare questo provvedimento. «Ciò che invece va fatto» ha detto il primo cittadino «è una verifica sugli edifici in questione per capire le ragioni che hanno portato i proprietari a non presentare la domanda di contributo. È un problema serio che dovremo affrontare per evitare il rischio di ritrovarci con una marea di edifici non ristrutturati».
Anche il presidente dell’Ordine degli ingegneri Paolo De Santis, si è detto preoccupato dalla mancata presentazione di un numero così grande di pratiche. «Finora» ha detto «sono state presentate circa 7.000 domande e altre 500 potrebbero arrivare entro domani, quando scadranno i termini. A questo punto o la Protezione civile ha sbagliato la stima oppure il calcolo è giusto ed allora abbiamo a che fare con seconde case, alloggi aggregati o edifici abusivi. Bisognerà fare dei riscontri, per vedere quali pratiche mancano all’appello, e solo allora si potrà decidere cosa fare. Insomma, bisognerà studiare e capire il fenomeno. Un compito che dovrebbe essere la Protezione civile a svolgere, ache a costo di prolungare la sua permanenza all’Aquila. Certo è che dovremo evitare il rischio di una nuova Pompei».
Per l’Idv, sulla ricostruzione leggera «sono stati sbagliati tempi e costi. Il rientro a casa» ha detto Paolo Mingroni «era un’emergenza vera che andava affrontata a luglio e non adesso. Questo non avrebbe ingenerato il circolo vizioso che con il suo perverso meccanismo sta macinando centinaia di migliaia di euro al giorno. Il sistema di scatole cinesi Fintecna, Cineas e Reluis aveva un solo scopo: fare slittare tutto al prossimo anno».
Intanto, sul fronte del progetto Case, sono 150 gli edifici ultimati, ovvero l’82% del totale.
Così, salgono a 2.939 gli appartamenti consegnati sui 4.400 previsti. Secondo i dati della Protezione civile, sono 10.600 le persone finora entrate nei nuovi alloggi, la cui assegnazione sarà completata entro gennaio.
Sono invece 1.113 i moduli abitativi provvisori in via di realizzazione nel comune dell’Aquila. Il 60% degli alloggi sarà consegnato entro la fine di dicembre, l’altra parte a gennaio.
Una situazione inaspettata che, comunque, non dovrebbe portare a una nuova proroga, come confermato dal sindaco Massimo Cialente, secondo cui non è nelle intenzioni del governo varare questo provvedimento. «Ciò che invece va fatto» ha detto il primo cittadino «è una verifica sugli edifici in questione per capire le ragioni che hanno portato i proprietari a non presentare la domanda di contributo. È un problema serio che dovremo affrontare per evitare il rischio di ritrovarci con una marea di edifici non ristrutturati».
Anche il presidente dell’Ordine degli ingegneri Paolo De Santis, si è detto preoccupato dalla mancata presentazione di un numero così grande di pratiche. «Finora» ha detto «sono state presentate circa 7.000 domande e altre 500 potrebbero arrivare entro domani, quando scadranno i termini. A questo punto o la Protezione civile ha sbagliato la stima oppure il calcolo è giusto ed allora abbiamo a che fare con seconde case, alloggi aggregati o edifici abusivi. Bisognerà fare dei riscontri, per vedere quali pratiche mancano all’appello, e solo allora si potrà decidere cosa fare. Insomma, bisognerà studiare e capire il fenomeno. Un compito che dovrebbe essere la Protezione civile a svolgere, ache a costo di prolungare la sua permanenza all’Aquila. Certo è che dovremo evitare il rischio di una nuova Pompei».
Per l’Idv, sulla ricostruzione leggera «sono stati sbagliati tempi e costi. Il rientro a casa» ha detto Paolo Mingroni «era un’emergenza vera che andava affrontata a luglio e non adesso. Questo non avrebbe ingenerato il circolo vizioso che con il suo perverso meccanismo sta macinando centinaia di migliaia di euro al giorno. Il sistema di scatole cinesi Fintecna, Cineas e Reluis aveva un solo scopo: fare slittare tutto al prossimo anno».
Intanto, sul fronte del progetto Case, sono 150 gli edifici ultimati, ovvero l’82% del totale.
Così, salgono a 2.939 gli appartamenti consegnati sui 4.400 previsti. Secondo i dati della Protezione civile, sono 10.600 le persone finora entrate nei nuovi alloggi, la cui assegnazione sarà completata entro gennaio.
Sono invece 1.113 i moduli abitativi provvisori in via di realizzazione nel comune dell’Aquila. Il 60% degli alloggi sarà consegnato entro la fine di dicembre, l’altra parte a gennaio.