Case di legno alle famiglie sfollate
Cialente: sono belle e confortevoli, la città riparte solo con gli aquilani.
L’AQUILA. Case di legno per tutte le famiglie aquilane impossibilitate a rientrare nella propria abitazione. Case di legno anche a due passi dal centro storico pur di non disperdere il tessuto sociale della città. Il sindaco Massimo Cialente ieri mattina ha visionato i prototipi delle abitazioni provvisorie, forte anche dell’appoggio del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. «In questo momento la preoccupazione che ho», dichiara Massimo Cialente, «è che al di là di qualche tentativo di ricongiungimento familiare appare evidente che le 4 mila case di Berlusconi non bastano. Oltre alla requisizione di appartamenti e all’autonoma sistemazione, che però vedo difficile per mancanza di case, la soluzione provvisoria può essere quella delle abitazioni in legno». Non è chiaro quante ne saranno collocate.
«Tutte quelle che serviranno», la precisazione del primo cittadino, «e posso dire che sono bellissime anche su gomma, in modo da non richiedere gettate di cemento, e a costi contenuti. È una soluzione realizzabile e non rinviabile. Gli aquilani devono avere la coscienza a posto perché le case di Berlusconi se le pagano da soli con gli interessi sulle tasse». Cialente sa bene che è molto alto il rischio di un grosso numero di famiglie aquilane pronte a trasferirsi, armi e bagagli, nei centri sulla costa. «Voglio avere tutti gli aquilani all’Aquila», la sua parola d’ordine, «anche con la consapevolezza che si vivrà un po’ male. Il progetto case non è sufficiente per cui dobbiamo assolutamente trovare le case per tutti. Chiederò che vengano arredate come quelle dei cantieri intorno alla città». Fa scuola evidentemente il proclama di Berlusconi - «Stiamo preparando un miracolo che stupirà il mondo.
Metteremo in un letto con le lenzuola, con un frigorifero pieno, 20mila persone» - e Cialente sfrutta l’occasione. «In autunno ci vogliono case per tutti», osserva, «e le troveremo, anche nelle aree vicine ai centri storici. Arrivano molte domande soprattutto dalle frazioni. Le famiglie chiedono una sistemazione che consenta di mantenere un tessuto sociale. Per esempio a Roio Poggio in tanti vogliono continuare a coltivare il loro orto, a tenere le galline. Guardate che questa è la forza culturale della nostra comunità e va tutelata». Ma a chi andranno le case in legno? «Alle famiglie», precisa il sindaco dell’Aquila, «le cui abitazioni sono state valutate di categoria E ed F (gravemente danneggiate ndr), ma anche ad alcune di categoria B e C per le quali si prevedono tempi lunghi per la ristrutturazione. Faremo dei controlli e valuteremo. La Protezione civile è d’accordo e i soldi dovranno essere trovati. Saranno delle case comode come quelle di Onna perché questa città deve rinascere e sarà possibile solo con la presenza degli aquilani».
«Tutte quelle che serviranno», la precisazione del primo cittadino, «e posso dire che sono bellissime anche su gomma, in modo da non richiedere gettate di cemento, e a costi contenuti. È una soluzione realizzabile e non rinviabile. Gli aquilani devono avere la coscienza a posto perché le case di Berlusconi se le pagano da soli con gli interessi sulle tasse». Cialente sa bene che è molto alto il rischio di un grosso numero di famiglie aquilane pronte a trasferirsi, armi e bagagli, nei centri sulla costa. «Voglio avere tutti gli aquilani all’Aquila», la sua parola d’ordine, «anche con la consapevolezza che si vivrà un po’ male. Il progetto case non è sufficiente per cui dobbiamo assolutamente trovare le case per tutti. Chiederò che vengano arredate come quelle dei cantieri intorno alla città». Fa scuola evidentemente il proclama di Berlusconi - «Stiamo preparando un miracolo che stupirà il mondo.
Metteremo in un letto con le lenzuola, con un frigorifero pieno, 20mila persone» - e Cialente sfrutta l’occasione. «In autunno ci vogliono case per tutti», osserva, «e le troveremo, anche nelle aree vicine ai centri storici. Arrivano molte domande soprattutto dalle frazioni. Le famiglie chiedono una sistemazione che consenta di mantenere un tessuto sociale. Per esempio a Roio Poggio in tanti vogliono continuare a coltivare il loro orto, a tenere le galline. Guardate che questa è la forza culturale della nostra comunità e va tutelata». Ma a chi andranno le case in legno? «Alle famiglie», precisa il sindaco dell’Aquila, «le cui abitazioni sono state valutate di categoria E ed F (gravemente danneggiate ndr), ma anche ad alcune di categoria B e C per le quali si prevedono tempi lunghi per la ristrutturazione. Faremo dei controlli e valuteremo. La Protezione civile è d’accordo e i soldi dovranno essere trovati. Saranno delle case comode come quelle di Onna perché questa città deve rinascere e sarà possibile solo con la presenza degli aquilani».