Case in legno, slitta l’approvazione del piano
Disco verde invece alla ricostruzione della sede dell’Anas lungo via Salaria Antica
L’AQUILA. Troppi e contraddittori gli emendamenti presentati per poter dare il via libera al provvedimento senza un necessario riesame. Così ieri sera è slittata l’approvazione, da parte del consiglio comunale, dei criteri e degli indirizzi per il posizionamento delle casette di legno che in città stanno ormai spuntando come funghi. Sì del consiglio, invece, al primo progetto di ricostruzione. Si tratta della sede dell’Anas (la vecchia in via XX Settembre è ormai inagibile) che sorgerà lungo via Salaria Antica Est, vicino al Tar.
I lavori del consiglio ormai itinerante, che ieri si è svolto ad Assergi nella sede dell’Istituto di fisica nucleare, si sono aperti con un intervento del sindaco sulla scelta delle aree destinate alla realizzazione dei 3 mila alloggi per i terremotati.
Massimo Cialente ha ribadito che la scelta di quelle 20 aree è stata fatta dalla Protezione civile e che il Comune è riuscito ad ottenere solamente che tali zone fossero distribuite sul territorio, il più possibile vicine alle frazioni e con spazi riservati ai servizi. Ma per il sindaco, accusato da alcuni consiglieri (sia di maggioranza che di minoranza) di aver lasciato carta bianca al capo della Protezione civile Guido Bertolaso, è stata l’occasione per lanciare, dopo una prima lettura del decreto sull’emergenza teremoto votato al Senato, un duro monito «a chi in questi giorni sta facendo finta che nulla sia accaduto».
«Prendo atto dei miglioramenti apportati al decreto, pur notando con rammarico che rimangono insolute questioni come l’anticipazione dei soldi a Comuni e aziende pubbliche. Ma, soprattutto» ha detto il sindaco dell’Aquila «rilevo con dispiacere di aver avuto nelle ultime 36 ore solo contatti con la maggioranza di governo nazionale e nessuno con la minoranza di centrosinistra alla quale appartengo.
Non ho avuto la possibilità, peraltro non avvertita neanche dai senatori di minoranza, di essere contattato dai partiti di opposizione in campo nazionale. Non una telefonata da loro, non la richiesta di un parere. Nulla. Stessa sorte» ha dichiarato «è toccata alla presidente della Provincia. L’atteggiamento degli enti locali, del Comune e del sindaco» ha proseguito «restano ancorati al piano istituzionale, per lavorare con l’unico obiettivo di tirare fuori la città dalla tragedia che sta vivendo. Continueremo a chiedere le modifiche proposte nel passaggio del decreto alla Camera».
Cialente ha poi aggiunto che «Comuni e aziende pubbliche hanno i bilanci dissestati e rischiano i primi di non poter pagare più gli stipendi, le seconde di licenziare e non poter assicurare più i servizi, ciclo delle acque e raccolta rifiuti. «Spero» ha concluso «che questi aspetti, insieme alla ricostruzione dei centri storici, vengano risolti attraverso apposite ordinanze, da emanare a seguito di confronti con gli enti locali. Pur se non vedo modificata la questione della copertura finanziaria, ritengo di poter continuare a fidarmi della parola del premier, che mi ha assicurato che saranno immediatamente disponibili i fondi per dare via libera ai lavori indispensabili per rendere abitabili gli edifici danneggiati».
Tornando ai lavori del consiglio, sulle casette di legno che comunque saranno provvisorie, la delibera tornerà il 25 in aula. Oggi la questione approderà all’esame della giunta che dovrà predisporre un maxiemendamento per rendere omogeneo il provvedimento. Si tratta di disposizioni di carattere straordinario e transitorio» ha chiarito l’assessore Roberto Riga.
Come dire che quelle casette di legno dovranno essere rimosse quando l’emergenza sarà finita. A eccezione, almeno questa è la proposta della giunta, di quelle realizzate su aree edificabili.
I lavori del consiglio ormai itinerante, che ieri si è svolto ad Assergi nella sede dell’Istituto di fisica nucleare, si sono aperti con un intervento del sindaco sulla scelta delle aree destinate alla realizzazione dei 3 mila alloggi per i terremotati.
Massimo Cialente ha ribadito che la scelta di quelle 20 aree è stata fatta dalla Protezione civile e che il Comune è riuscito ad ottenere solamente che tali zone fossero distribuite sul territorio, il più possibile vicine alle frazioni e con spazi riservati ai servizi. Ma per il sindaco, accusato da alcuni consiglieri (sia di maggioranza che di minoranza) di aver lasciato carta bianca al capo della Protezione civile Guido Bertolaso, è stata l’occasione per lanciare, dopo una prima lettura del decreto sull’emergenza teremoto votato al Senato, un duro monito «a chi in questi giorni sta facendo finta che nulla sia accaduto».
«Prendo atto dei miglioramenti apportati al decreto, pur notando con rammarico che rimangono insolute questioni come l’anticipazione dei soldi a Comuni e aziende pubbliche. Ma, soprattutto» ha detto il sindaco dell’Aquila «rilevo con dispiacere di aver avuto nelle ultime 36 ore solo contatti con la maggioranza di governo nazionale e nessuno con la minoranza di centrosinistra alla quale appartengo.
Non ho avuto la possibilità, peraltro non avvertita neanche dai senatori di minoranza, di essere contattato dai partiti di opposizione in campo nazionale. Non una telefonata da loro, non la richiesta di un parere. Nulla. Stessa sorte» ha dichiarato «è toccata alla presidente della Provincia. L’atteggiamento degli enti locali, del Comune e del sindaco» ha proseguito «restano ancorati al piano istituzionale, per lavorare con l’unico obiettivo di tirare fuori la città dalla tragedia che sta vivendo. Continueremo a chiedere le modifiche proposte nel passaggio del decreto alla Camera».
Cialente ha poi aggiunto che «Comuni e aziende pubbliche hanno i bilanci dissestati e rischiano i primi di non poter pagare più gli stipendi, le seconde di licenziare e non poter assicurare più i servizi, ciclo delle acque e raccolta rifiuti. «Spero» ha concluso «che questi aspetti, insieme alla ricostruzione dei centri storici, vengano risolti attraverso apposite ordinanze, da emanare a seguito di confronti con gli enti locali. Pur se non vedo modificata la questione della copertura finanziaria, ritengo di poter continuare a fidarmi della parola del premier, che mi ha assicurato che saranno immediatamente disponibili i fondi per dare via libera ai lavori indispensabili per rendere abitabili gli edifici danneggiati».
Tornando ai lavori del consiglio, sulle casette di legno che comunque saranno provvisorie, la delibera tornerà il 25 in aula. Oggi la questione approderà all’esame della giunta che dovrà predisporre un maxiemendamento per rendere omogeneo il provvedimento. Si tratta di disposizioni di carattere straordinario e transitorio» ha chiarito l’assessore Roberto Riga.
Come dire che quelle casette di legno dovranno essere rimosse quando l’emergenza sarà finita. A eccezione, almeno questa è la proposta della giunta, di quelle realizzate su aree edificabili.