Case occupate nell’ex zona rossa
Quartiere Banca d’Italia, la protesta continua.
L’AQUILA. Prosegue la mobilitazione dei residenti dei circa 180 appartamenti del quartiere Banca d’Italia. Ieri in molti sono tornati negli appartamenti che avevano lasciato la notte del 6 aprile, ma solo per denunciare le precarie condizioni in cui versa l’intera zona dove, nonostante l’inagibilità di numerosi edifici, è stata tolta «la zona rossa».
«Abbiamo così perso tutti i nostri diritti di assistenza», spiegano i residenti, «per questo siamo tornati qui, per dimostrare che allo stato attuale è impossibile abitare in questo quartiere e peraltro rischioso».
Alcune abitazioni sono state dichiarata A e con conseguente perdita della possibilità da parte dei residenti di un nuovo alloggio antisismico messo a disposizione dalla Protezione civile.
«Non sappiamo più cosa fare», spiega Alessandro Sion, «siamo costretti a viaggiare ogni giorno dalla costa e, per lavorare, delle volte sono persino costretto a pagarmi di tasca mia una stanza d’albergo».
Nonostante la zona sia stata dichiarata «verde» attualmente non è possibile entrare per persone che non siano residenti.
L’unico accesso è sorvegliato da un posto di blocco dell’Esercito.
«Del resto», spiega Italo Sion, «hanno persino cambiato le nostre chiavi d’accesso del portone e quindi è impossibile arrivare qui nelle ore notturne. Siamo a conoscenza di un atto della Banca d’Italia, inoltrato a Comune e Protezione civile», aggiunge Sion, «in cui si dice che in tutto il quartiere non esiste solo un appartamento abitabile, stiamo cercando di entrare in possesso del documento».
«Abbiamo così perso tutti i nostri diritti di assistenza», spiegano i residenti, «per questo siamo tornati qui, per dimostrare che allo stato attuale è impossibile abitare in questo quartiere e peraltro rischioso».
Alcune abitazioni sono state dichiarata A e con conseguente perdita della possibilità da parte dei residenti di un nuovo alloggio antisismico messo a disposizione dalla Protezione civile.
«Non sappiamo più cosa fare», spiega Alessandro Sion, «siamo costretti a viaggiare ogni giorno dalla costa e, per lavorare, delle volte sono persino costretto a pagarmi di tasca mia una stanza d’albergo».
Nonostante la zona sia stata dichiarata «verde» attualmente non è possibile entrare per persone che non siano residenti.
L’unico accesso è sorvegliato da un posto di blocco dell’Esercito.
«Del resto», spiega Italo Sion, «hanno persino cambiato le nostre chiavi d’accesso del portone e quindi è impossibile arrivare qui nelle ore notturne. Siamo a conoscenza di un atto della Banca d’Italia, inoltrato a Comune e Protezione civile», aggiunge Sion, «in cui si dice che in tutto il quartiere non esiste solo un appartamento abitabile, stiamo cercando di entrare in possesso del documento».