Case via Germania parla il presidente del consorzio
L’AQUILA. Tiene banco la vicenda delle abitazioni di via Germania a Pettino e della mancata ricostruzione di questo importante complesso immobiliare dove prima del sisma vivevano 201 famiglie. Si...
L’AQUILA. Tiene banco la vicenda delle abitazioni di via Germania a Pettino e della mancata ricostruzione di questo importante complesso immobiliare dove prima del sisma vivevano 201 famiglie.
Si registra l’intervento del presidente del consorzio Giulio Natrella. «Le dichiarazioni rese da uno degli assegnatari contengono enormi e gravi inesattezze. Nel consorzio non esiste la figura del condomino, bensì quella di assegnatario dell’alloggio; assegnatari che non sono, allo stato, titolari di alcun diritto di proprietà sui medesimi alloggi. Il presidente del consorzio non si è mai arrogato la proprietà di tutti gli alloggi. Gli alloggi sono di proprietà del consorzio perché soggetto che ha realizzato e costruito gli stessi, e perché tuttora proprietà indivisa. Le ordinanze 3803 e 3817 hanno perentoriamente stabilito che è il legale rappresentante delle cooperative edilizie a proprietà indivisa a dover richiedere il contributo per la ricostruzione e non altri soggetti. Quand’anche fosse ammessa la possibilità, per i singoli assegnatari, di presentare loro stessi la domanda di concessione del contributo, la stessa non può certamente prescindere dalla previa autorizzazione che il consorzio può, e non deve, eventualmente, rilasciare all’assegnatario. L’assemblea del consorzio, che è composta da ben 17 presidenti di cooperative consorziate, e non dal presidente, con specifica delibera, ha deliberato di non concedere l’autorizzazione ai singoli assegnatari. La medesima assemblea ha provveduto nel tempo a deliberare l’affidamento dell’incarico a dei tecnici, a scegliere l’impresa a cui dover affidare i lavori di ricostruzione del complesso e di procedere alla presentazione della domanda di sostituzione edilizia degli immobili (demolizione e ricostruzione)».
Pertanto, sostiene Natrella, «il presidente non si è mai arrogato alcun diritto. Non è vero che il presidente del consorzio, o il legale, che era stato invitato dal consorzio a presenziare in assemblea per l’esposizione dei fatti afferenti la discussione di altri e diversi argomenti posti all’ordine del giorno, hanno addotto, quale motivo per opporsi alle richieste svolte dagli assegnatari, il fatto che a ciò sarebbero di ostacolo gli impegni assunti con la ditta costruttrice, perché simili frasi e considerazioni non sono state mai svolte dal presidente, meno che mai dal legale, che addirittura non ha né assistito né partecipato alla discussione su tale argomento, essendo nel frattempo uscito dal luogo dove l’assemblea era riunita. Il consorzio ha appreso per puro caso e con estremo stupore il fatto che un assegnatario avesse ottenuto il contributo per l’acquisto per equivalente; per questo ha svolto domanda di accesso agli atti. Sul punto è necessario rilevare che Fintecna ha da tempo già preso formalmente atto della mancata concessione agli assegnatari dell’autorizzazione da parte dell’assemblea del consorzio, tanto che una domanda in tal senso precedentemente formulata dallo stesso assegnatario che ha ora ottenuto il contributo, non venne ulteriormente istruita. Non è dato conoscere la ragione per la quale Fintecna ha accettato una domanda presentata da un assegnatario di cooperativa edilizia a proprietà indivisa, sfornita di quell’autorizzazione che il consorzio avrebbe potuto eventualmente rilasciare, e che la stessa Fintecna ebbe a ritenere necessaria e imprescindibile. L’importanza delle numerose questioni del consorzio dovrebbero sconsigliare chiunque dall’effettuare inutili polemiche e dichiarazioni non corrispondenti alla realtà dei fatti».
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