Caserme dismesse si decide sull’utilizzo
Leonarduzzi (Confesercenti): «No a edifici residenziali e parcheggi» Si punta su luoghi da destinare a scuole, università e uffici turistici
SULMONA. Pietro Leonarduzzi, neo vice presidente provinciale di Confesercenti, è d’accordo col sindaco Peppino Ranalli nell’utilizzare le caserme cittadine dismesse come punti strategici della città. L’associazione di categoria, quindi, promuove all’interno delle strutture militari dei luoghi da dedicare alla promozione della cultura e del turismo, ma anche all’alta formazione e all’università, oltre che a uffici pubblici, fiere permanenti, artigianato e enogastronomia. Bocciati i parcheggi e gli edifici residenziali, invece, proposti nei giorni scorsi da Franco Ruggieri (Confesercenti) e Claudio Mariotti (Ascom Fidi e Servizi). «Le strutture militari e le loro pertinenze non vanno assolutamente riconvertite a edifici residenziali, in quanto la richiesta di immobili è in forte calo, come in calo è il valore immobiliare delle stesse. Numerosi, infatti, sono gli appartamenti invenduti a causa di un mercato statico; le stesse andrebbero utilizzate per lo sviluppo integrato del turismo e l’implementazione strategica della cultura che la città ha come potenzialità innata. Le ex caserme potrebbero anche essere utilizzate per ospitare Uffici pubblici, affinché possano essere riportati i cittadini nel cuore della città, rendendo un buon servizio agli esercizi commerciali e alle botteghe artigianali del centro; gli spazi resisi disponibili per le dismissioni militari potrebbero anche essere destinate a ospitare facoltà universitarie compatibili con il territorio, nonché scuole di alta formazione, istituti superiori e poli formativi legati ai mestieri dell’artigianato tipico e del settore alimentare e dell’enogastronomia».
La recente messa in vendita della caserma De Amicis e la chiusura della Battisti continuano ad animare il dibattito in città sull’utilizzo delle strutture militari dismesse. La De Amicis è stata inserita nell’elenco dei beni demaniali da vendere (come prevede la legge per le strutture militari in disuso da tempo), e la Battisti è stata chiusa definitivamente il 15 giugno scorso. Quest'ultima, fino a poco fa ultimo avamposto militare cittadino, era stata condannata dalla riorganizzazione dei presidi militari minori, avviata nel 2008. Poi a gennaio dell’anno scorso la firma – rimasta solo sulla carta – del decreto ministeriale sulla riconversione in Cme Abruzzo (Comando regionale militare dell'esercito).
Federica Pantano
©RIPRODUZIONE RISERVATA