Cattedrale, costruttori contro Curia

Lettera di Frattale all’arcivescovo: «Imprese aquilane ingiustamente escluse, quel bando è da modificare»

L’AQUILA. I costruttori bocciano l’operato della Curia sulla ricostruzione. A far esplodere la polemica l’avviso pubblico per la preselezione dell’azienda a cui il Consorzio Sant’Emidio affiderà i lavori di ristrutturazione del centralissimo aggregato di piazza Duomo, che comprende l’Arcivescovado e la cattedrale di San Massimo. Un appalto da 45 milioni. Il bando è stato pubblicato sul quotidiano economico Il Sole 24 ore. E, stando all’analisi dell’Ance, «per forma e contenuti escluderebbe tutte le ditte locali e regionali, lasciando campo libero a due, tre società in Italia». La vibrata protesta dei costruttori ha preso forma in una lettera, a firma del presidente provinciale dell’Ance Gianni Frattale, inviata il 22 maggio all’arcivescovo Giuseppe Molinari. Una missiva dai toni garbati, ma decisi, in cui si chiede l’immediata modifica dei termini della preselezione. Non solo. L’Ance vuole vederci chiaro su tutti gli appalti della Curia, che girano intorno a un patrimonio storico-architettonico ingente. E in assenza di risposte l’associazione costruttori si dice «pronta a interessare gli alti vertici ecclesiastici». In altri termini, a trasmettere tutta la documentazione al Vaticano. «Illustrissimo monsignore», si legge nella lettera, «le è certamente nota la situazione di sofferenza di molte imprese edili locali che, oltre ad aver subìto i danni del sisma, non riescono ad accedere al mercato della ricostruzione, conteso da grandi marchi dell’edilizia, quasi sempre di fuori regione, che sempre più spesso finiscono sulle cronache per insolvenze e fallimenti ai danni dei terremotati. Ricordiamo che gli imprenditori locali creano lavoro e indotto sul territorio e sono da sempre uno dei principali motori dello sviluppo. Con tali motivazioni, l’Ance dell’Aquila chiede formalmente una modifica dell’avviso di prequalificazione del Consorzio Sant’Emidio. Il bando in questione», prosegue Frattale, «per le caratteristiche fortemente restrittive a cui fa richiamo, esclude di fatto le imprese dell’intera regione». L’Ance sollecita un intervento di Molinari nei confronti dei responsabili del consorzio di cui è presidente Augusto Ippoliti, punto di riferimento della commissione consultiva che affianca l’ufficio ricostruzione della Curia, guidato da don Alessandro Benzi. «Un intervento», afferma Frattale, «finalizzato al ritiro dell’avviso e alla riformulazione dello stesso con canoni meno ostruzionistici. Chiediamo, inoltre, di conoscere quali siano i programmi edilizi della Curia per i prossimi mesi e quali le assegnazioni di lavori in corso». L’Ance intende approfondire il metodo con cui sono stati affidati i lavori per Santa Maria Paganica e San Marco. «Alle imprese aquilane va data almeno la possibilità di partecipare agli appalti: la Curia non può escluderle a priori», conclude Frattale. «Se non verrà fatta chiarezza siamo pronti a investire della questione gli alti vertici ecclesiastici».

Monica Pelliccione

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