Censimento, Comune sott’accusa
Il consiglio civico: «Inutile perché i dati sono già noti agli uffici dell’assistenza alla popolazione»
L’AQUILA. «Un censimento inutile, in quanto l’amministrazione già possiede tutte le informazioni che chiede ai cittadini, attuato attraverso un modulo con dati che configurano la violazione della privacy, con i disagi che ricadono tutti sulle spalle dei cittadini. Un pasticcio a cui noi diciamo no e proponiamo ai cittadini del Progetto Case e dei Map di non compilare il censimento».
Al consiglio civico aquilano il nuovo censimento, messo in campo dall’amministrazione comunale per avere un quadro preciso della situazione degli alloggi Case e Map a 4 anni e mezzo dal terremoto, non va proprio giù. E ieri mattina la sala delle assemblee della Casa del volontariato era gremita. Al tavolo dei relatori Pierluigi Lomarco, della Tendamica di Bazzano, dove alcuni mesi fa è nata l'iniziativa del Consiglio civico aquilano, Graziella Cucchiarelli e Sandro Sciarra, dei Prati della Cirella.
Assente l’altro animatore iniziale del consiglio civico, Giuliano Bruno, del comitato di Assergi. Per Graziella Cucchiarelli, che ha tenuto la relazione introduttiva, ci sono troppe cose che non funzionano, come «il modulo che viene inviato ai residenti prima di rendere nota la delibera che lo stabilisce», con seri problemi quando «si chiedono dati tutelati dalla privacy». «In un recente incontro con il sindaco», ha spiegato Pierluigi Lomarco, «abbiamo provato a dire che noi non siamo quelli che non vogliono pagare le bollette. E lo abbiamo specificato nelle prime riunioni del consiglio civico. Ogni persona che partecipa alle riunioni ha pagato le 5 rate richieste e che erano state concordate proprio in uno degli incontri con l’amministrazione. E oggi, dopo le cinque bollette di anticipo, il Comune non è stato ancora in grado di mandare i conguagli con i consumi definitivi. Il tempo passa, i consumi si accumulano, e a breve ci ritroveremo a dover pagare cifre ingentissime».
«Tornando al censimento», hanno spiegato gli organizzatori, «rileggendo le carte siamo rimasti sconcertati, perché i dati che ci vengono richiesti sono già tutti in mano all’amministrazione comunale e dell’ufficio Assistenza alla popolazione». «La nostra è una specie di tavola rotonda, nessuno si erge al di sopra degli altri», ha spiegato Lomarco, «e non siamo contro l’amministrazione. Semplicemente, chiediamo che il Comune tenga conto del parere dei cittadini che possono avere un ruolo di controllo dal basso sulle procedure della ricostruzione. Il Comune ha stipulato una convenzione con il Sed che può accedere a tutte le banche dati, quali sono le informazioni di cui avrebbe bisogno?». (r.p.)
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