Centro per l’impiego, Provincia morosa

Per l’immobile (sequestrato perché abusivo e inagibile) l’ente non ha mai pagato ai proprietari 1,5 milioni per 3 anni d’affitto

L’AQUILA. «La storia del sequestro della sede del Centro per l’impiego della Provincia dell’Aquila non finisce qui».

Ne è convinto Antonio Del Corvo che, all’epoca del trasferimento del Cpi – la cui sede in centro storico è stata danneggiata dal terremoto – nello stabile di via Rocco Carabba 4, era presidente della Provincia. Del Corvo ritiene «singolare» che per l’edificio, i cui proprietari sono indagati, per abusi edilizi in violazione del testo unico per l’edilizia, insieme al tecnico, non sia stato mai rilasciato il certificato di agibilità. «Io non sono un esperto», dice, «ma paragonando l’immobile ad altri edifici pubblici in città non mi sembra che gli manchi nulla».

L’ex presidente della Provincia ricostruisce l’iter del trasferimento degli uffici in quei locali: «C’era l’esigenza di lasciare i moduli provvisori in via della Crocetta dove il settore era stato ricollocato dopo il sisma, e pubblicammo un avviso pubblico a cui rispose un solo soggetto. Così ne pubblicammo un secondo, al quale risposero in due. Però uno stabile, quello vicino a via Ulisse Nurzia, venne quasi subito sequestrato. Rimase disponibile quello di Valentini, che non aveva ancora l’agibilità. La Provincia pose come condizione imprescindibile per poter pagare l’affitto la presentazione di questo certificato». Che da allora, dal 2011, non è mai arrivato. «Di conseguenza, la Provincia non ha mai pagato la locazione», prosegue Del Corvo, «fino all’accumulo, oggi, di 1 milione e mezzo di euro». La stranezza, per Del Corvo, sta nel fatto che «i proprietari dell’edificio di via Carabba facevano regolarmente richiesta del certificato di agibilità agli uffici preposti e le note di richiesta ci venivano inoltrate. Tutta questa vicenda mi fa pensare che potrebbe essere stata data qualche agibilità di troppo ad altri edifici pubblici. Per questa sede, invece, sembra esserci stata scarsa attenzione. Vedremo cosa emergerà con il prosieguo dell’inchiesta da parte della magistratura», conclude l’ex presidente della Provincia. Intanto, non entra nel merito dell’inchiesta e del sequestro della sede del Centro per l’impiego l’attuale presidente dell’ente Antonio De Crescentiis, il quale sottolinea, però «che l’indagine in corso non coinvolge l’amministrazione provinciale, ma la proprietà del fabbricato», aggiungendo che «tutte le attività continueranno a essere regolarmente svolte nei locali al primo piano di via Rocco Carabba. È inoltre allo studio della Provincia», annuncia il presidente, «una serie di possibili soluzioni per il reperimento di locali in cui trasferire il centro per l’impiego».

«Proprio la settimana scorsa», aggiunge, «si è tenuta una riunione con i tecnici per predisporre un bando per trovare nuovi locali. Nell’ottica di una razionalizzazione delle spese e della riduzione delle sedi accorperemo diversi settori». Sembrerebbe qualcosa di più di una coincidenza, invece De Crescentiis spiega che il sequestro dell’edificio è stato un fulmine a ciel sereno. «Quando l’amministrazione è cambiata, la proprietà dell’immobile ci ha comunicato lo sfratto per morosità», dice. «Per questo motivo ci siamo attivati per cercare nuovi locali».

Marianna Gianforte

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