Cialente a Barca: risorse al Comune
Il sindaco incontra il ministro: ora il piano Marshall per L'Aquila
L'AQUILA. «Mi serve la casa». «Prendo troppo poco di autonoma sistemazione». «Devo riavvicinarmi all'Aquila, c'è un Map disponibile?». Non cambia niente per Cialente sindaco, che al primo giorno dopo la riconferma, sancita, in serata, anche dalla proclamazione ufficiale da parte dell'ufficio centrale elettorale, riceve i cittadini, legge i telegrammi (c'è anche quello dell'archistar Renzo Piano che ha progettato il contestato auditorium del Castello) e lavora alla lista della spesa da portare al ministro Barca.
PIANO MARSHALL. «Dopo lo spoglio, lunedì notte ho dormito tranquillamente», dice il riconfermato sindaco, che ha sfiorato il 60 per cento dei consensi contro il 40,80 di De Matteis. «Ero curioso di conoscere la percentuale dei voti. Ero molto sereno, a parte i colpi bassi ricevuti ho sentito il clima della città. Io conosco L'Aquila e gli aquilani in modo molto profondo, ho passato l'esame delle primarie da me fortemente volute e ho superato anche il ballottaggio. Ora, però, bisogna riprendere subito col governo il discorso interrotto. In questo periodo di campagna elettorale si sono bloccati tutti i discorsi che avevamo avviato per la rinascita della città. Non volevano darmi dei vantaggi in campagna elettorale ma adesso dovranno starmi a sentire. Ho il mandato della gente, che è un referendum dal quale esce sconfitto il partito di Chiodi e Fontana, le strutture commissariali e i loro difensori vecchi e nuovi. Prima di tutto», argomenta Cialente, «va applicato quello che ho chiamato il piano Marshall per L'Aquila. Al Comune servono risorse anche in termini di personale per far ripartire la ricostruzione paralizzata per colpe non nostre. Servono subito 40 dipendenti da mettere a lavorare su questo. Bisogna rispolverare la relazione dettagliatissima che ha preparato l'assessore Di Stefano, uno dei punti-cardine della mia giunta. Ci sono le ordinanze da modificare, compresi i chiarimenti sull'introduzione delle cinque offerte per i cantieri privati. Insomma, tanta carne al fuoco».
IL TOTO-ASSESSORI. Se il primo consiglio comunale si riunirà entro i prossimi venti giorni, la giunta, promette Cialente, sarà pronta nel giro di una settimana. Bisogna assegnare nove poltrone più quella del presidente del consiglio comunale che deve passare al vaglio dell'aula rinnovata. Per il governo cittadino riconferma in vista anche per Alfredo Moroni in quota Pd («che segue il progetto della Smart city con importanti collegamenti internazionali») e Fabio Pelini di Rifondazione («da quando l'assistenza alla popolazione la seguiamo noi la situazione è nettamente migliorata»). Stefania Pezzopane potrebbe cedere l'incarico esecutivo per un ruolo istituzionale come quello di presidente del consiglio comunale. Anche se Carlo Benedetti cerca la riconferma nel ruolo rivestito per cinque anni. Resistenze in vista, invece, nella coalizione, per Angelo Mancini dell'Idv che pur avendo firmato l'apparentamento continua a mantenere una posizione defilata. I nodi da sciogliere sono quelli dei posti da assegnare ai partiti, movimenti e liste meno «pesanti» della coalizione. Per compensare la perdita di un seggio (causa apparentamento), ai Cattolici democratici, la lista del vicesindaco Giampaolo Arduini, potrebbero andare due assessorati. I nomi sono quelli di Gian Paolo de Rubeis ed Emanuela Iorio. L'Idv potrebbe segnalare la new entry Giuliano Di Nicola.
CONSULTAZIONI. Per far quadrare il cerchio Cialente chiede ai partiti una rosa con sei nomi, tre uomini e tre donne. Ieri i primi contatti con Sel, Comunisti italiani e Idv. Per Sel Giustino Masciocco, già assessore con Cialente, farebbe posto alla sindacalista Betty Leone. Il primo nome dei Socialisti resta Marco Fanfani, con Giorgi dell'Api alternativo all'assessore uscente Riga. Cialente dice di non essere preoccupato per la giunta. «Molto importante aver recuperato con l'Idv un legame politico forte. Sono certo che le cose si aggiusteranno».
UN SMS DI CHIODI. Oggi a Roma, per l'incontro col ministro Barca, entreranno in tempi diversi. Cialente resta fermo sulle sue posizioni: «Basta col commissario, che mi ha mandato un Sms di congratulazioni. Non lo dico solo io: sta scritto anche nella legge per L'Aquila che deve riprendere il suo iter, anche questo fermato da altre forze politiche. Devono ripartire tante cose. Bisogna fare presto, prestissimo. Entro la fine del 2013 devono essere terminate le case E in periferia. I cantieri del centro storico vanno avviati entro lo stesso anno. Questo il mandato ricevuto».
LO STATUTO. Il sindaco vorrebbe eliminare il malcostume della proliferazione dei gruppi in consiglio comunale. Per questo pensa a una serie di modifiche dello statuto.
BERSANI. «La situazione è certamente difficile, ma anche in queste amministrative leggiamo segni di vitalità». Il leader nazionale del Pd Pier Luigi Bersani ha citato di nuovo L'Aquila. «Se il 57% degli elettori è andato a votare all'Aquila, e chi la conosce sa di cosa parlo, è segno di democrazia».
PIANO MARSHALL. «Dopo lo spoglio, lunedì notte ho dormito tranquillamente», dice il riconfermato sindaco, che ha sfiorato il 60 per cento dei consensi contro il 40,80 di De Matteis. «Ero curioso di conoscere la percentuale dei voti. Ero molto sereno, a parte i colpi bassi ricevuti ho sentito il clima della città. Io conosco L'Aquila e gli aquilani in modo molto profondo, ho passato l'esame delle primarie da me fortemente volute e ho superato anche il ballottaggio. Ora, però, bisogna riprendere subito col governo il discorso interrotto. In questo periodo di campagna elettorale si sono bloccati tutti i discorsi che avevamo avviato per la rinascita della città. Non volevano darmi dei vantaggi in campagna elettorale ma adesso dovranno starmi a sentire. Ho il mandato della gente, che è un referendum dal quale esce sconfitto il partito di Chiodi e Fontana, le strutture commissariali e i loro difensori vecchi e nuovi. Prima di tutto», argomenta Cialente, «va applicato quello che ho chiamato il piano Marshall per L'Aquila. Al Comune servono risorse anche in termini di personale per far ripartire la ricostruzione paralizzata per colpe non nostre. Servono subito 40 dipendenti da mettere a lavorare su questo. Bisogna rispolverare la relazione dettagliatissima che ha preparato l'assessore Di Stefano, uno dei punti-cardine della mia giunta. Ci sono le ordinanze da modificare, compresi i chiarimenti sull'introduzione delle cinque offerte per i cantieri privati. Insomma, tanta carne al fuoco».
IL TOTO-ASSESSORI. Se il primo consiglio comunale si riunirà entro i prossimi venti giorni, la giunta, promette Cialente, sarà pronta nel giro di una settimana. Bisogna assegnare nove poltrone più quella del presidente del consiglio comunale che deve passare al vaglio dell'aula rinnovata. Per il governo cittadino riconferma in vista anche per Alfredo Moroni in quota Pd («che segue il progetto della Smart city con importanti collegamenti internazionali») e Fabio Pelini di Rifondazione («da quando l'assistenza alla popolazione la seguiamo noi la situazione è nettamente migliorata»). Stefania Pezzopane potrebbe cedere l'incarico esecutivo per un ruolo istituzionale come quello di presidente del consiglio comunale. Anche se Carlo Benedetti cerca la riconferma nel ruolo rivestito per cinque anni. Resistenze in vista, invece, nella coalizione, per Angelo Mancini dell'Idv che pur avendo firmato l'apparentamento continua a mantenere una posizione defilata. I nodi da sciogliere sono quelli dei posti da assegnare ai partiti, movimenti e liste meno «pesanti» della coalizione. Per compensare la perdita di un seggio (causa apparentamento), ai Cattolici democratici, la lista del vicesindaco Giampaolo Arduini, potrebbero andare due assessorati. I nomi sono quelli di Gian Paolo de Rubeis ed Emanuela Iorio. L'Idv potrebbe segnalare la new entry Giuliano Di Nicola.
CONSULTAZIONI. Per far quadrare il cerchio Cialente chiede ai partiti una rosa con sei nomi, tre uomini e tre donne. Ieri i primi contatti con Sel, Comunisti italiani e Idv. Per Sel Giustino Masciocco, già assessore con Cialente, farebbe posto alla sindacalista Betty Leone. Il primo nome dei Socialisti resta Marco Fanfani, con Giorgi dell'Api alternativo all'assessore uscente Riga. Cialente dice di non essere preoccupato per la giunta. «Molto importante aver recuperato con l'Idv un legame politico forte. Sono certo che le cose si aggiusteranno».
UN SMS DI CHIODI. Oggi a Roma, per l'incontro col ministro Barca, entreranno in tempi diversi. Cialente resta fermo sulle sue posizioni: «Basta col commissario, che mi ha mandato un Sms di congratulazioni. Non lo dico solo io: sta scritto anche nella legge per L'Aquila che deve riprendere il suo iter, anche questo fermato da altre forze politiche. Devono ripartire tante cose. Bisogna fare presto, prestissimo. Entro la fine del 2013 devono essere terminate le case E in periferia. I cantieri del centro storico vanno avviati entro lo stesso anno. Questo il mandato ricevuto».
LO STATUTO. Il sindaco vorrebbe eliminare il malcostume della proliferazione dei gruppi in consiglio comunale. Per questo pensa a una serie di modifiche dello statuto.
BERSANI. «La situazione è certamente difficile, ma anche in queste amministrative leggiamo segni di vitalità». Il leader nazionale del Pd Pier Luigi Bersani ha citato di nuovo L'Aquila. «Se il 57% degli elettori è andato a votare all'Aquila, e chi la conosce sa di cosa parlo, è segno di democrazia».
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