Cialente inguaiato da due intercettazioni

Il pm: «Illecite sollecitazioni per lo sblocco di pratiche e fondi per la ricostruzione». Indagato un funzionario comunale

L’AQUILA. La Procura ha chiuso dopo 18 mesi di attività istruttoria l’inchiesta a carico del sindaco Massimo Cialente, sotto accusa insieme al funzionario comunale Fabrizio De Carolis, per il reato di «induzione indebita a dare o promettere utilità» nell’ambito di una vicenda connessa alla ricostruzione.

La definizione dell’indagine, che arriva dopo un paio di proroghe, azzera le contestazioni iniziali e, sulla scorta di due intercettazioni, cambia le accuse.

Nella prima intercettazione il sindaco avrebbe fatto pressioni sul legale di fiducia del consorzio di una Coop edilizia dicendo «Fai subito la demolizione» sollecitando, in sostanza, l’affidamento di lavori a una ditta senza riuscirci attraverso il compimento di atti contrari ai doveri di ufficio. Il tutto nell’ambito della ristrutturazione dei 201 appartamenti a Pettino, un mega-consorzio di cooperative con edifici tra via Germania e via Francia sorto negli anni Ottanta. Palazzi ora in fase di ricostruzione. Un reato solo tentato.

La seconda contestazione poggia sulla sollecitazione intercettata al funzionario comunale a favore del nulla osta per la liquidazione di tre Sal (Stato avanzamento lavori) – allora mai pagati – per ristrutturare il condominio Cappelli da parte di una ditta poi fallita.

Oltre a Cialente (nella foto), inizialmente, erano coinvolti anche gli imprenditori Eliseo Iannini – assistito dall’avvocato Massimo Manieri – e Piergiorgio Ruggieri: per questo primo filone che vedeva ipotesi di reato di corruzione e tentata corruzione è stata chiesta l’archiviazione. Nel mirino c’erano i lavori edili alla casa di Cialente. L’accusa, in particolare, era di aver ottenuto lavori alla propria abitazione in cambio dello sblocco dell’annosa transazione con il Comune per la mai realizzata metropolitana di superficie. Secondo la difesa del sindaco, rappresentata dall’avvocato Carlo Benedetti, sono state passate al setaccio tutte le procedure inerenti alla ristrutturazione dell’abitazione del sindaco, che insiste tra via Strinella e Santa Maria di Farfa, da lui acquistata nel 2004. Ma non è emerso nulla.

«Sui nuovi capi di imputazione, piuttosto estemporaneamente formulati», dice Benedetti, «il sindaco avrà modo di spiegare che ha agito nell’interesse esclusivo degli aquilani ma questo si evince chiaramente dal contesto».

L’inchiesta, per la quale sono state sbobinate montagne di intercettazioni, è della Guardia di finanza ed è coordinata dal pm Stefano Gallo. Ora Benedetti potrà presentare controdeduzioni al pm, ma sembra intenzionato a rinunciarci.

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