LA MOBILITAZIONE Camposanti ancora dimenticati dal Comune Squadre di residenti all’opera nelle frazioni
Cimiteri, inizia la pulizia fai-da-te
Roio, i cittadini entrano nella struttura inagibile e tagliano le erbacce
L’AQUILA. Mentre i vertici dell’Afm (Azienda farmaceutica municipalizzata) si preoccupano di ricevere del «lei» dai dipendenti, i cittadini di Roio si rimboccano le maniche. Armati di rastrelli e palette, ieri mattina sono andati a pulire il cimitero della frazione chiedendo una deroga anche al divieto del sindaco che ha dichiarato inagibile, e quindi inaccessibile, il camposanto.
«La nostra non è una protesta», spiega il presidente della Pro loco di Roio Domenico Totani, ideatore della manifestazione, «ma solo una richiesta: vogliamo che il cimitero possa tornare agibile, almeno in parte, nel più breve tempo possibile e siamo disposti anche a intervenire personalmente perché questo avvenga».
Un monito, insomma, rivolto a Comune e Azienda municipalizzata (che cura anche il settore dei cimiteri) che in questi giorni è finita sotto la lente d’ingrandimento per la lettera inviata ai dipendenti dal presidente, Vittorio Sconci, nella quale si impone di dare del lei al capo. Intanto, ieri mattina, la Pro loco, insieme all’associazione carabinieri e a quella degli alpini di Roio ha promosso l’iniziativa di pulizia «fai-da-te» all’interno del cimitero della frazione. Una trentina di residenti, con tanto di decespugliatori, pale, rastrelli e roncole è andata a fare pulizia tra i vialetti del luogo sacro. Le operazioni (autorizzate dai vigili del fuoco) sono durate circa cinque ore. Allo svolgimento dei lavori hanno assistito gli stessi vigili, garantendo la sicurezza di tutti i partecipanti. Alle zone più pericolose del cimitero, infatti, non è stato possibile accedere.
«Il sisma del 6 aprile non ha colpito soltanto i vivi. Il terremoto non ha risparmiato neppure i morti: cimiteri deturpati, lapidi spezzate, tombe aperte e bare dissotterrate», spiega Totani. «Poco è stato fatto dalle amministrazioni locali e per cinque mesi la situazione è rimasta pressoché immutata rispetto al 6 aprile. I morti nel terremoto sono ancora oggi collocati in loculi provvisori e le famiglie, giornalmente, reclamano per poter dare una degna sepoltura ai loro congiunti».
Un problema che potrebbe essere risolto, almeno in parte, in tempi rapidi. Da circa un mese, infatti, l’area antistante al cimitero è stata posta in sicurezza ed esiste un accesso secondario, dalla zona dei parcheggi realizzati di recente. «Si potrebbe procedere alla sistemazione graduale delle lapidi. Ogni singolo avrebbe la possibilità di occuparsi delle tombe dei propri congiunti, se l’amministrazione comunale ripristinasse almeno le strutture di uso comune», continua Totani. «Infine, rendere agibile il cimitero significherebbe consentire una sepoltura dei defunti nei rispettivi luoghi di residenza. Una consolazione, seppur piccola, per tutti i cittadini della frazione».
«La nostra non è una protesta», spiega il presidente della Pro loco di Roio Domenico Totani, ideatore della manifestazione, «ma solo una richiesta: vogliamo che il cimitero possa tornare agibile, almeno in parte, nel più breve tempo possibile e siamo disposti anche a intervenire personalmente perché questo avvenga».
Un monito, insomma, rivolto a Comune e Azienda municipalizzata (che cura anche il settore dei cimiteri) che in questi giorni è finita sotto la lente d’ingrandimento per la lettera inviata ai dipendenti dal presidente, Vittorio Sconci, nella quale si impone di dare del lei al capo. Intanto, ieri mattina, la Pro loco, insieme all’associazione carabinieri e a quella degli alpini di Roio ha promosso l’iniziativa di pulizia «fai-da-te» all’interno del cimitero della frazione. Una trentina di residenti, con tanto di decespugliatori, pale, rastrelli e roncole è andata a fare pulizia tra i vialetti del luogo sacro. Le operazioni (autorizzate dai vigili del fuoco) sono durate circa cinque ore. Allo svolgimento dei lavori hanno assistito gli stessi vigili, garantendo la sicurezza di tutti i partecipanti. Alle zone più pericolose del cimitero, infatti, non è stato possibile accedere.
«Il sisma del 6 aprile non ha colpito soltanto i vivi. Il terremoto non ha risparmiato neppure i morti: cimiteri deturpati, lapidi spezzate, tombe aperte e bare dissotterrate», spiega Totani. «Poco è stato fatto dalle amministrazioni locali e per cinque mesi la situazione è rimasta pressoché immutata rispetto al 6 aprile. I morti nel terremoto sono ancora oggi collocati in loculi provvisori e le famiglie, giornalmente, reclamano per poter dare una degna sepoltura ai loro congiunti».
Un problema che potrebbe essere risolto, almeno in parte, in tempi rapidi. Da circa un mese, infatti, l’area antistante al cimitero è stata posta in sicurezza ed esiste un accesso secondario, dalla zona dei parcheggi realizzati di recente. «Si potrebbe procedere alla sistemazione graduale delle lapidi. Ogni singolo avrebbe la possibilità di occuparsi delle tombe dei propri congiunti, se l’amministrazione comunale ripristinasse almeno le strutture di uso comune», continua Totani. «Infine, rendere agibile il cimitero significherebbe consentire una sepoltura dei defunti nei rispettivi luoghi di residenza. Una consolazione, seppur piccola, per tutti i cittadini della frazione».