La gestione dell’ala del camposanto è affidata alla Confraternita di Santa Maria di Loreto
Cimitero, degrado e pericoli
I familiari dei defunti chiedono interventi immediati
SULMONA. Un’ala del cimitero nel degrado tra infiltrazioni d’acqua, pilastri sbriciolati e calcinacci che si staccano dal soffitto. Il lotto, costruito poco più di 15 anni fa e di proprietà della Confraternita di Santa Maria di Loreto, è vittima della giustizia-lumaca. I familiari dei defunti, che hanno preparato un dossier fotografico, protestano e chiedono interventi urgenti per la messa in sicurezza.
Il lotto, circa trecento tombe, è suddiviso in due piani collegati con una scala. Anche lungo la gradinata (e sulla struttura che la sorregge) le infiltrazioni di acqua sono copiose a tal punto che, con il trascorrere degli anni, hanno addirittura eroso il calcestruzzo e arrugginito i ferri nelle colonne.
In alcuni punti la base delle colonne è praticamente scoperta: sono visibili i ferri arrugginiti, il cemento sbriciolato e il conseguente assottogliarsi della struttura. Lo stesso scenario si trova anche lungo alcuni pilastri del soffitto. In qualche zona, dove l’intonaco è praticamente scivolato via, si possono vedere i mattoni. Nei giorni di pioggia non è difficile scorgere addiriddura l’acqua scorrere sulle pareti. La Confraternita di santa Maria di Loreto (titolare e gestore dello spazio), dopo poco tempo dalla consegna dei lavori di circa quindici anni fa, ha intentato una causa civile contro l’impresa edile che realizzò il lotto. Ma gli anni sono trascorsi e la situazione è andata peggiorando.
Adesso i parenti dei defunti, che sono sepolti in questa zona del cimitero, sono esausti e cominciano a temere per la propria incolumità e anche per lo stato di conservazione delle tombe, che ritengono non essere idoneo. «È successo più di una volta» protestano”che si è staccato qualche calcinaccio dal soffitto, fortunatamente non ci sono stati danni alle persone, ma chiediamo interventi immediati per mettere in sicurezza l’area che, a nostro avviso, è a rischio». I familiari pagano annualmente un canone per l’illuminazione e per pulizia e manutenzione delle tombe. Le macchie di umidità sono ovunque, la muffa ha invaso quasi ogni spazio, ma a preoccupare è l’erosione del cemento dei pilastri.
C’è chi ipotizza che la stabilità della struttura possa essere compromessa. E così qualcuno, macchina fotografica al seguito, ha già preparato un dossier fotografico per documentare la situazione e sollecitare interventi di consolidamento. Ma la soluzione non è a portata di mano. Anzi. Neanche il Comune, infatti, può intervenire in quanto la struttura non è di sua proprietà e i familiari si sentono presi in giro. «Chiediamo» concludono i familiari dei defunti «che il degrado di questa ala del cimitero sia fermato per evitare che la situazione, già grave, possa davvero precipitare».
Il lotto, circa trecento tombe, è suddiviso in due piani collegati con una scala. Anche lungo la gradinata (e sulla struttura che la sorregge) le infiltrazioni di acqua sono copiose a tal punto che, con il trascorrere degli anni, hanno addirittura eroso il calcestruzzo e arrugginito i ferri nelle colonne.
In alcuni punti la base delle colonne è praticamente scoperta: sono visibili i ferri arrugginiti, il cemento sbriciolato e il conseguente assottogliarsi della struttura. Lo stesso scenario si trova anche lungo alcuni pilastri del soffitto. In qualche zona, dove l’intonaco è praticamente scivolato via, si possono vedere i mattoni. Nei giorni di pioggia non è difficile scorgere addiriddura l’acqua scorrere sulle pareti. La Confraternita di santa Maria di Loreto (titolare e gestore dello spazio), dopo poco tempo dalla consegna dei lavori di circa quindici anni fa, ha intentato una causa civile contro l’impresa edile che realizzò il lotto. Ma gli anni sono trascorsi e la situazione è andata peggiorando.
Adesso i parenti dei defunti, che sono sepolti in questa zona del cimitero, sono esausti e cominciano a temere per la propria incolumità e anche per lo stato di conservazione delle tombe, che ritengono non essere idoneo. «È successo più di una volta» protestano”che si è staccato qualche calcinaccio dal soffitto, fortunatamente non ci sono stati danni alle persone, ma chiediamo interventi immediati per mettere in sicurezza l’area che, a nostro avviso, è a rischio». I familiari pagano annualmente un canone per l’illuminazione e per pulizia e manutenzione delle tombe. Le macchie di umidità sono ovunque, la muffa ha invaso quasi ogni spazio, ma a preoccupare è l’erosione del cemento dei pilastri.
C’è chi ipotizza che la stabilità della struttura possa essere compromessa. E così qualcuno, macchina fotografica al seguito, ha già preparato un dossier fotografico per documentare la situazione e sollecitare interventi di consolidamento. Ma la soluzione non è a portata di mano. Anzi. Neanche il Comune, infatti, può intervenire in quanto la struttura non è di sua proprietà e i familiari si sentono presi in giro. «Chiediamo» concludono i familiari dei defunti «che il degrado di questa ala del cimitero sia fermato per evitare che la situazione, già grave, possa davvero precipitare».
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