Cinghiali, un vero flagello si abbatte sui girasoli

Ennesimo episodio a Castel di Ieri, grosso danno per una famiglia di agricoltori D’Alessandro: «Hanno mangiato tutto, restano solo le spese da pagare»

CASTEL DI IERI. Cinghiali come un flagello biblico: distrutti 20 ettari di terreno coltivato a girasoli. La furia degli ungulati continua a colpire gli agricoltori della Valle Subequana. Campi devastati su cui non restano che buche, steli secchi e senza frutto. «Hanno mangiato tutto», lamenta Gianluigi D’Alessandro, agricoltore di Castel di Ieri, «mi hanno lasciato solo con le spese da pagare. Nessun guadagno per a me e la mia famiglia. Una situazione che interessa anche altri agricoltori della zona. Persone e aziende colpite a più riprese dal flagello a quattro zampe che mai, come quest’anno, ha depredato tutte le colture e ultimi, solo per questioni di semina, i girasoli».

La protesta da parte dell’agricoltore, fatta anche a nome di altri suoi colleghi della zona, era iniziata sin dalla semina dei ceci tra le prime che si fanno nel corso dell’anno. «Sono come le cavallette, arrivano a ondate e mangiano i raccolti in base alle diverse fasi di maturazione. Ceci, patate, grano, orzo e ora», conclude D’Alessandro, «anche i girasoli. Il problema rischia di ripetersi pure per i prossimi anni. Se non ci saranno soluzioni immediate, come agricoltori saremo costretti a fare un esodo dalla zona». Uno scenario da scongiurare per la tutela di un’area già fortemente spopolata. In particolare, oltre alle indennità compensative che alcuni enti come il parco Sirente Velino pagano, resta l’annoso problema dei contributi da parte della Provincia, spesso in ritardo. Inoltre, gli agricoltori a voce unanime chiedono solo di essere liberati dagli ungulati e di poter fare il loro lavoro in santa pace.

Federico Cifani

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