TAGLIACOZZO
Cinque indagati per 27 delitti: tre in carcere, uno è minorenne /VIDEO
Gruppo familiare vicino a un collaboratore di giustizia della camorra sospettato di una sequela di rapine, scippi, furti e un tentato omicidio
TAGLIACOZZO. Cinque indagati, dei quali uno minorenne, stretti da vincoli di parentela e appartenenti a un unico gruppo delinquenziale, tutti sospettati di aver commesso una sequela di gravi reati contro il patrimonio e la persona tra novembre 2017 e marzo dell’anno scorso. Sono le conclusioni cui è giunta una lunga e complessa indagine coordinata dalla magistratura di Avezzano (L’Aquila) e di quella minorile dell’Aquila con i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo (L’Aquila) che questa mattina hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nelle province dell’Aquila, Roma e Napoli. L’attività d’indagine, avviata nell’autunno 2017, dopo due rapine (di cui una tentata) ai danni di altrettanti uffici postali di Avezzano e Capistrello (L’Aquila), hanno portato gli inquirenti a investigare "su un nucleo familiare abitualmente dedito alla commissione di reati contro il patrimonio e la persona".
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I componenti della famiglia, originaria del Partenopeo, padre e figlio, risultano inoltre parenti di un collaboratore di giustizia della camorra napoletana e, per questo, sottoposti a programma di protezione ministeriale in località protetta. Le investigazioni hanno evidenziato come il gruppo _ che comprende altri tre congiunti, provenienti anch’essi dalla stessa area geografica, non inclusi nel programma di protezione, tra i quali un 17enne che vive a Roma _ "si sia reso responsabile di una serie ininterrotta di gravi delitti, commessi anche con l’utilizzo di armi da fuoco". Gli inquirenti hanno sottolineato la spregiudicatezza e la professionalità dell’agire del gruppo: “Gli indagati pianificavano accuratamente le attività criminali, perlustrando vari Comuni della Marsica per individuare gli obiettivi e le vittime più vulnerabili”. L’attività investigativa, che si avvalsa di attività tecniche, prove dichiarative e acquisizioni documentali, ha fatto chiarezza su 27 episodi delittuosi, i cui reati spaziano tra furti in abitazione (14), rapine (4), spendita di banconote contraffatte (1), scippi (5) con violenza e lesioni ai danni di indifese vittime ultrasettantenni, porto e detenzione illegale di armi da fuoco (2) e ricettazione (1). I proventi dei delitti, circa 65mila euro tra denaro contante, preziosi e altro, sono stati utilizzati dagli indagati per acquistare armi e munizionamento, in parte impiegati per l’acquisto di oggetti di valore oppure in giochi d’azzardo, come pure per l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti per uso personale. Una parte della refurtiva, valore di oltre 5mila euro _ costituita da una Fiat Panda, oggetti in oro, monili e attrezzature da lavoro (motoseghe, pinze e martelli) _ è stata recuperata nel corso delle investigazioni e restituita ai proprietari. Il gip del Tribunale di Avezzano ha firmato il provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre degli indagati, tutti liberi tranne uno che è già ai domiciliari per un furto in abitazione. Un altro indagato è agli arresti domiciliari e il 17enne assegnato a un istituto di pena minorile, essendo ritenuto responsabile di numerosi furti e rapine. Sul conto dello stesso minore, sono state svolte indagini parallele per tentato omicidio, reato commesso nel Teatino nella primavera del 2017, insieme ad altri due co-indagati, uno dei quali assoggettato al programma di protezione per familiari di collaboratori.
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