Cippo, il disabile mago del tennis
Pratola Peligna, dopo l’incidente stradale la seconda vita nello sport agonistico
PRATOLA PELIGNA. La vita di Antonio Cippo, 27enne di Pratola Peligna è iniziata due volte. La prima nel 1985 quando è venuto al mondo, la seconda nel 2007 quando un incidente in moto gli ha fatto perdere l’uso delle gambe. Una frattura al midollo spinale che lo ha costretto a stare su una carrozzina. Un duro colpo per un ragazzo che lavorava nel vivaio di piante di famiglia e amava il calcetto. Antonio, però, è stato più forte del colpo subìto, non si è arreso e oggi è stato selezionato come atleta d’interesse nazionale nella disciplina del tennis in carrozzella.
«Quando ho preso la racchetta in mano e ho iniziato a giocare erano solo batoste», racconta Antonio, «coordinare la carrozzina e la racchetta non era certo un’impresa da poco. Al tempo, avevo solo una gran voglia di rimettermi in movimento, un modo per superare il trauma, cercare di non cadere in depressione o chiudermi in me stesso, ma l’agonismo si faceva sentire e le sconfitte pure. Così, ho iniziato a impegnarmi di più e piano piano sono riuscito a migliorare anche grazie al lavoro del mio allenatore Giancarlo Buonasia». Un lungo percorso che lo ha portato prima ad agguantare l’ottavo posto nella classifica nazionale, fino all’anno scorso, quando è arrivato secondo sempre a livello nazionale meritandosi la convocazione nel centro di preparazione olimpica di Tirrenia. Per Antonio, però, non ci sono solo i risultati. «Se dopo l'incidente mi avessero detto che sarei andato da solo in Australia per giocare a tennis insieme ad altri ragazzi diversamente abili, beh, non ci avrei mai creduto. Ma l’anno scorso è successo e per me è stato come riprendere a vivere». Lo sport dunque come socializzazione, esperienze e viaggi, in una parola: vivere. «La designazione di Antonio è un risultato che si merita tutto», ha detto il suo allenatore e capitano della nazionale italiana di tennis in carrozzina, Buonasia, «Ha lavorato tanto e segue con scrupolo una scaletta molto dura. Tutti i giorni fa due ore di tennis, un’ora in piscina e una di palestra, sacrifici che lo stanno ricompensando, soprattutto durante l’ottimo risultato dell’anno scorso quando è arrivato secondo a livello nazionale». Un lavoro fisico e psicologico che Antonio ha messo in atto per recuperare dopo il brutto incidente. A maggio, in Turchia, si disputerà il mondiale.
Federico Cifani
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