Civita d'Antino, motociclista muore per evitare un capriolo
Marco Di Fabio, 32 anni a ottobre, perde la vita finendo contro il guard-rail. E a Cappadocia schianto fatale in auto per Flaviano Filippi, poliziotto di 39 anni
CIVITA D’ANTINO. In un agosto terribile, le strade della Marsica si prendono altre due vite. Due tragedie in poche ore, la prima a Cappadocia e l’altra a Civita d’Antino, dove hanno perso la vita Flaviano Filippi, 39 anni, e Marco Di Fabio, che il prossimo 8 ottobre avrebbe compiuto 32 anni.
Marco Di Fabio, che abitava con la famiglia a Civita scalo nella Valle Roveto, aveva appena salutato i suoi amici, ieri pomeriggio, quando sull’ex Strada regionale 82 del Liri ha trovato la morte. Alcuni testimoni hanno raccontato che dal bordo della via è spuntato un capriolo e Di Fabio, in sella a una Ducati, ha tentato di evitarlo, perdendo aderenza sull’asfalto. Il giovane si è schiantato contro il guard rail dopo un volo di oltre 50 metri. La morte è arrivata all’istante, nonostante il regolare uso del casco di protezione. Sul posto i carabinieri di Capistrello e gli operatori del 118. L’elicottero che si era alzato in volo è stato rimandato alla base. La Procura ha aperto l’inchiesta e il pm Lara Seccacini ha disposto l’autopsia. I militari stanno eseguendo accertamenti per ricostruire la dinamica. Il giovane lavorava alla centrale Enel di Morino. Era un patito di moto e montagna, un vulcano di idee. La prossima settimana doveva partire per un viaggio in Sicilia con gli amici e la fidanzata. Quegli stessi amici che adesso lo piangono.
«Era uscito da casa mia da cinque minuti», racconta Sara Cicchinelli, sindaco di Civita d’Antino e amica del giovane scomparso. «Abbiamo saputo subito dello schianto, abbiamo capito che era accaduto qualcosa di irreparabile. Siamo distrutti. Che aggiungere? Marco era una persona straordinaria, un organizzatore di eventi, un sognatore, un ragazzo che riempiva le nostre giornate. L’altra sera eravamo stati a cena e avevamo in mente una serie di progetti. Come sindaco, posso aggiungere che tutta la comunità si stringe al dolore della famiglia».
Il 31enne lascia il padre Domenico, la madre Antonella e i fratelli Andrea e Arianna.
A Cappadocia l’altra tragedia della giornata. Flaviano Filippi si è ribaltato con l’auto in prossimità di una curva già scenario di altri incidenti gravi. Era un agente di polizia che lavorava a Roma, molto conosciuto a Cappadocia perché da tanti anni trascorreva le vacanze nella località di Camporotondo, dove aveva una casa. L’incidente è avvenuto lungo la Provinciale 23 dell’Alto Liri che porta alla frazione di Petrella Liri. Poco prima dell’ingresso del paese, verso le 4,30 del mattino, la macchina si è ribaltata. Per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, agli ordini del capitano Edoardo Commandè, la macchina, una Fiat Cinquecento Abarth, ha perso aderenza. Il tettuccio della macchina si è aperto, il conducente è stato catapultato all’esterno e non ha avuto scampo. Sul posto, insieme ai militari dell’Arma, gli operatori del 118 di Tagliacozzo, oltre ai vigili del fuoco di Avezzano. Ma l’intervento di soccorso si è rivelato vano. Le lesioni riportate erano troppo gravi. Saranno i carabinieri, che hanno eseguito gli accertamenti, a ricostruire l’accaduto nel dettaglio. Anche in questo caso la Procura ha aperto l’inchiesta. Flaviano Filippi era assistente capo della polizia di Stato. Lavorava all’autoparco di Roma e spesso aveva fatto anche delle scorte. Lascia la moglie Cristina, che in questi giorni si trovava a Roma, e i genitori. Il sindaco di Cappadocia, Lorenzo Lorenzin, che ieri ha voluto visitare i familiari dell’ennesima vittima della strada, ha espresso cordoglio per la tragedia avvenuta. «L’amministrazione tutta», ha affermato il primo cittadino, «si stringe in questo momento difficile attorno ai genitori e alla moglie di Flaviano, che conoscevo sia come cittadino villeggiante in paese sia come agente di polizia». Il giovane viene descritto come una persona gioviale, con tanti amici e un poliziotto dedito al lavoro e ligio al dovere. La data dei funerali non è stata ancora fissata, ma dovrebbero tenersi domani a Roma.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Marco Di Fabio, che abitava con la famiglia a Civita scalo nella Valle Roveto, aveva appena salutato i suoi amici, ieri pomeriggio, quando sull’ex Strada regionale 82 del Liri ha trovato la morte. Alcuni testimoni hanno raccontato che dal bordo della via è spuntato un capriolo e Di Fabio, in sella a una Ducati, ha tentato di evitarlo, perdendo aderenza sull’asfalto. Il giovane si è schiantato contro il guard rail dopo un volo di oltre 50 metri. La morte è arrivata all’istante, nonostante il regolare uso del casco di protezione. Sul posto i carabinieri di Capistrello e gli operatori del 118. L’elicottero che si era alzato in volo è stato rimandato alla base. La Procura ha aperto l’inchiesta e il pm Lara Seccacini ha disposto l’autopsia. I militari stanno eseguendo accertamenti per ricostruire la dinamica. Il giovane lavorava alla centrale Enel di Morino. Era un patito di moto e montagna, un vulcano di idee. La prossima settimana doveva partire per un viaggio in Sicilia con gli amici e la fidanzata. Quegli stessi amici che adesso lo piangono.
«Era uscito da casa mia da cinque minuti», racconta Sara Cicchinelli, sindaco di Civita d’Antino e amica del giovane scomparso. «Abbiamo saputo subito dello schianto, abbiamo capito che era accaduto qualcosa di irreparabile. Siamo distrutti. Che aggiungere? Marco era una persona straordinaria, un organizzatore di eventi, un sognatore, un ragazzo che riempiva le nostre giornate. L’altra sera eravamo stati a cena e avevamo in mente una serie di progetti. Come sindaco, posso aggiungere che tutta la comunità si stringe al dolore della famiglia».
Il 31enne lascia il padre Domenico, la madre Antonella e i fratelli Andrea e Arianna.
A Cappadocia l’altra tragedia della giornata. Flaviano Filippi si è ribaltato con l’auto in prossimità di una curva già scenario di altri incidenti gravi. Era un agente di polizia che lavorava a Roma, molto conosciuto a Cappadocia perché da tanti anni trascorreva le vacanze nella località di Camporotondo, dove aveva una casa. L’incidente è avvenuto lungo la Provinciale 23 dell’Alto Liri che porta alla frazione di Petrella Liri. Poco prima dell’ingresso del paese, verso le 4,30 del mattino, la macchina si è ribaltata. Per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, agli ordini del capitano Edoardo Commandè, la macchina, una Fiat Cinquecento Abarth, ha perso aderenza. Il tettuccio della macchina si è aperto, il conducente è stato catapultato all’esterno e non ha avuto scampo. Sul posto, insieme ai militari dell’Arma, gli operatori del 118 di Tagliacozzo, oltre ai vigili del fuoco di Avezzano. Ma l’intervento di soccorso si è rivelato vano. Le lesioni riportate erano troppo gravi. Saranno i carabinieri, che hanno eseguito gli accertamenti, a ricostruire l’accaduto nel dettaglio. Anche in questo caso la Procura ha aperto l’inchiesta. Flaviano Filippi era assistente capo della polizia di Stato. Lavorava all’autoparco di Roma e spesso aveva fatto anche delle scorte. Lascia la moglie Cristina, che in questi giorni si trovava a Roma, e i genitori. Il sindaco di Cappadocia, Lorenzo Lorenzin, che ieri ha voluto visitare i familiari dell’ennesima vittima della strada, ha espresso cordoglio per la tragedia avvenuta. «L’amministrazione tutta», ha affermato il primo cittadino, «si stringe in questo momento difficile attorno ai genitori e alla moglie di Flaviano, che conoscevo sia come cittadino villeggiante in paese sia come agente di polizia». Il giovane viene descritto come una persona gioviale, con tanti amici e un poliziotto dedito al lavoro e ligio al dovere. La data dei funerali non è stata ancora fissata, ma dovrebbero tenersi domani a Roma.
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