Colonna: inevitabile il recupero delle bollette agli eredi dei defunti 

E dal prossimo anno il nuovo regolamento prevede lo sfratto immediato per tutti gli inquilini morosi L’assessore spiega: «Accettare l’eredità comporta debiti e crediti, non vi è alcuna volontà persecutoria»

L’AQUILA. «Un atto dovuto. Nessuna volontà persecutoria». L’assessore comunale al Patrimonio, Vito Colonna, chiarisce che le bollette che stanno arrivando agli eredi di persone defunte (che in passato hanno alloggiato negli alloggi del Piano Case e nei Map) fanno parte di una strategia precisa e cioè che tutti, senza eccezioni, devono pagare per l’utilizzo (e consumi relativi) delle strutture realizzate per far fronte all’emergenza abitativa causata dal terremoto del 6 aprile 2009. «Chi ha accettato l’eredità di parenti deceduti assume debiti e crediti», chiosa Colonna. Per ora le “bollette” post mortem sono solo 14 e il “recupero” previsto è di circa 6.000 euro. L’assessore Colonna da quando, a fine luglio 2022, è diventato assessore al Patrimonio (che comprende anche Piano Case e Map) ha dovuto assumere la strada del rigore. La situazione “arretrati” – cioè di chi per anni non ha pagato affitti, consumi, oneri condominiali – nel 2022 era diventata drammatica. Il Comune doveva pagare puntualmente i fornitori (le utenze sono intestate all’Ente) ma gli inquilini onesti erano in numero non sufficiente a coprire i costi. Il buco finanziario è arrivato a cifre da capogiro e la Corte di Conti ha avviato indagini per accertare le responsabilità sul piano politico e amministrativo. A quel punto gli uffici comunali hanno cominciato a passare al setaccio tutti i contratti stipulati, nel post terremoto, per avere un alloggio e in particolare quelli dal 2015 in poi, anno a cui risale la delibera di consiglio comunale che stabiliva le regole per i pagamenti. Si è scoperto che a non pagare, o a pagare saltuariamente, erano migliaia di aquilani e che c’erano da incassare parecchi milioni di euro. A quel punto sono cominciati a partire gli avvisi di accertamento ed è stata stipulata un’intesa con l’Agenzia delle Entrate. Il ragionamento del Comune è stato: io ti invito a pagare e quindi a metterti in regola, se non lo fai ci penserà l’Agenzia delle entrate ad avviare la procedura che potrebbe portare anche al pignoramento dei beni. Il lavoro per fare gli elenchi di chi non ha pagato (destinatari degli avvisi) e stato ed è lungo e complesso tanto che finora sono stati mandati quelli dal 2015 al 2018. Entro fine anno saranno inviati quelli che coprono il 2019 e il 2020. Il prossimo anno si penserà al 2021, 2022 e 2023. Dal primo gennaio 2025 però ci sarà la svolta. Si tratta dell’entrata in vigore di un nuovo regolamento che aggiorna il costo del canone concessorio (distinto in canone di compartecipazione e di locazione) degli alloggi Case e Map. Dal prossimo anno chi non paga sarà sfrattato. Sono tenuti alla corresponsione del canone concessorio mensile, si legge nel nuovo regolamento «tutti gli assegnatari di alloggi quale corrispettivo della concessione in uso. Il canone concessorio mensile tiene conto della situazione economica e sociale del nucleo familiare e dell’esigenza abitativa dei proprietari di immobili ancora inagibili a causa degli eventi sismici». Il corrispettivo per la compartecipazione (tipo spese condominiali) è correlato ai costi generali di gestione e manutenzione, differenziato in base alla tipologia di alloggio e riferito alla superficie. Tale canone è stabilito, senza distinzioni, in 0,30 euro mensili al metro quadrato per i Map e in 0,60 euro mensili per il Piano Case. Il canone di affitto è calcolato per fasce reddituali Isee fino a 12.000 euro. Per l’affitto chi ha da 0 a 7.000 euro di reddito pagherà 15 euro mensili; da 7.001 sino a 10.000 euro 25 euro mensili; da 10.001 a 12.000 euro 50 euro mensili. A partire da 12.001 euro il corrispettivo per la locazione è determinato sulla base dell’Accordo territoriale vigente e tenendo conto delle tipologie dell’alloggio e delle condizioni del patrimonio edilizio di Case e Map.
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