IL CASO

Commercianti in difficoltà Già tante le segnalazioni

L'AQUILA. «Sono disperato, ho bisogno di aiuto. La mia azienda è sul lastrico e le banche hanno chiuso i rubinetti. Non mi fanno più credito». È uno dei tanti appelli raccolti, a pochi giorni dall'a...

L'AQUILA. «Sono disperato, ho bisogno di aiuto. La mia azienda è sul lastrico e le banche hanno chiuso i rubinetti. Non mi fanno più credito». È uno dei tanti appelli raccolti, a pochi giorni dall'attivazione del numero verde 800-464166 “Sos Chiamataimpresa Confcommercio”. Un sommerso di disperazione e solitudine, che viene alla luce. Imprenditori strozzati dalle maglie della burocrazia, schiacciati dalla crisi, pieni di debiti e disperati. In Abruzzo, nel primo trimestre 2012 hanno chiuso bottega 929 attività commerciali, contro le 928 dell'intero 2011. E in provincia dell'Aquila, dove a causa del terremoto la crisi si fa più pesante, cresce il numero di commercianti e artigiani che gettano la spugna. Una situazione allarmante per il direttore regionale della Confcommercio Celso Cioni che chiede interventi immediati: l'applicazione del “de minimis”, con la definizione, da parte del governo, della tempistica per la presentazione delle domande e lo scorrimento della graduatoria regionale per l'accesso agli indennizzi alle imprese colpite dal sisma. Gradutoria che non avrebbe, al momento, la necessaria copertura finanziaria. «Le aziende, in particolare quelle aquilane, hanno un estremo bisogno di liquidità», dichiara Cioni. «La Regione deve provvedere allo stanziamento delle somme necessarie per gli indennizzi alle imprese del cratere che hanno subito danni con il terremoto. Imprenditori che finora non hanno ottenuto aiuti e che si sono rimboccati le maniche per riaprire l'attività». I dati risultano allarmanti: «In provincia dell'Aquila», fa notare Cioni, «la crisi morde di più e si somma ai problemi del Paese. La mancanza di disponibilità economica e la brusca frenata degli acquisiti stanno ponendo molti imprenditori in una situazione delicata. L'acquisto non si fa solo con le possibilità economiche, ma anche sulla base delle aspettative che, al momento, sono assolutamente negative». Il numero verde “Sos Chiamata impresa Confcommercio”, nato sulla scorta di una positiva esperienza fatta a Chieti, raccoglie segnalazioni di imprenditori in difficoltà «e fornisce», spiega Cioni, «un doppio supporto: la consulenza tecnica nei rapporti con le banche ed Equitalia, che troppo spesso mettono sotto pressione gli imprenditori, e laddove se ne ravvisa la necessità anche un'assistenza di natura psicologica. Si arriva a gesti estremi quando non si trova il giusto supporto per affrontare i problemi e la disperazione prende il sopravvento. Il dramma di tanti commercianti e artigiani stremati dalle difficoltà economiche e assillati dallo spettro del fallimento è un problema della società, non del singolo. Nella nostra città centinaia di attività sono a rischio chiusura».

Monica Pelliccione

©RIPRODUZIONE RISERVATA