Comune, casse vuote Cialente: rischiamo di chiudere bottega

Previsti dieci milioni in meno di trasferimenti dallo Stato e sul patto di stabilità il primo cittadino scrive a Padoan

L’AQUILA. Lo scoglio del patto di stabilità, frutto di un errore del governo che potrebbe superarsi solo all’interno del decreto Milleproroghe, e circa 10 milioni in meno di trasferimenti dallo Stato, rispetto all’anno passato. Sono questi i «due problemi gravissimi» che rischiano di far saltare il bilancio di previsione del Comune. L’allarme, già espresso dal sindaco in una lettera inviata al sottosegretario Delrio e al ministro Padoan, è stato rilanciato dall’assessore Lelio De Santis. Ora torna all’attacco Cialente, che vuole a tutti i costi predisporre un bilancio tecnico entro il 15 febbraio e che nell’imminente incontro col governo ribadirà che se non si rimedia subito, «si chiuderà bottega». Nonostante «l’ottimo lavoro svolto dalla senatrice Stefania Pezzopane, che ha permesso di recuperare in Senato alcuni emendamenti alla legge di Stabilità», il cosiddetto «pacchetto L’Aquila» è al momento monco: ci sono i fondi per la ricostruzione, si sta risolvendo la questione dei posti vacanti della governance, ma il Comune è esposto al dissesto finanziario. «Un paradosso. Se non si pone rimedio», sottolinea il sindaco, «i revisori dei conti e il ragioniere capo del Comune non firmeranno il bilancio 2015. E io non ho nessuna intenzione di gestire l’attuale situazione post sisma in dodicesimi, per errori non nostri. Già ci è toccato farlo quest’anno, con conseguenze nefaste».

Il periodo di “vacche magre”, come lo definisce il sindaco, potrebbe avere ripercussioni anche sui cittadini: «Farò un appello a stringere la cinghia, chi può», aggiunge il sindaco, «ma se non aumenta la produttività e non si risparmia sulle spese, poi si debbono aumentare le tasse». Il nodo centrale è quello del rispetto del patto di stabilità: «L’obiettivo programmatico per il nostro Comune per il 2014», spiega Cialente, «è calcolato sulla media della spesa corrente impegnata nel triennio 2009-2011: impegnato 2009 pari a 157 milioni e 748mila euro, impegnato 2010 pari a 329 milioni e 596mila euro, impegnato 2011 pari a 256 milioni e 884mila euro. Pertanto la media considerata è pari a 248 milioni e 76mila euro. Come si spiega, visto che la media della spesa corrente impegnata nel triennio pre-sisma (2006-2008) era pari a 60 milioni e 714mila, e quindi il nostro obiettivo programmatico medio era pari a soli 3 milioni? È successo che nell’impegnato di spesa corrente nel triennio di riferimento 2009-2011, è stata erroneamente computata anche la quota relativa alle spese per la Protezione civile, che invece non è da considerare, in quanto finanziata da trasferimenti dello Stato. Oggi ci troviamo ad avere un obiettivo programmatico 2014 pari a 11 milioni, assolutamente irraggiungibile, poiché ci ritroviamo una differenza, sbagliata, della media degli impegni di circa 187milioni, pari a quello che è il totale delle spese del bilancio nella situazione ordinaria. Non solo, ma se non si interviene, per il prossimo anno l’obiettivo sarà pari a 31 milioni e a 34 milioni nel 2016. Con 30 milioni», conclude Cialente, «non ci pago neanche gli stipendi per il personale».

Romana Scopano

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