Comune, la crisi prima del voto

I consiglieri “ribelli” Rapone, La Civita e De Deo: colpe non nostre, bilancio illegittimo

SULMONA. Non intendono diventare i capri espiatori della crisi di maggioranza, né i responsabili dell'eventuale licenziamento dei lavoratori della cooperative. I consiglieri Luigi Rapone (Udc), Cristian La Civita e Antonio De Deo di Rialzati Abruzzo, all'indomani della bocciatura della variazione e del riequilibrio di bilancio, spiegano le ragioni del loro no.

Ragioni diverse tra loro e che confermano l'atmosfera tesa che si respira in Comune. Ieri, a palazzo di Città si sono susseguiti incontri febbrili tra il sindaco Fabio Federico, i dirigenti comunali e consiglieri e assessori del Pdl per individuare una via d'uscita. L'obiettivo è presentare, entro il 30 novembre, una nuova variazione di bilancio. Con la speranza di ottenere il via libera del consiglio e evitarne lo scioglimento anticipato. Uno scioglimento che, comunque, dovrebbe avvenire verso la fine di gennaio per permettere il voto a primavera.

Bocche cucite in municipio anche se il primo cittadino potrebbe, alla fine, anche rimettere le proprie dimissioni nelle mani del consiglio comunale ma non prima di aver tentato il tutto per tutto. Intanto, Rapone chiarisce la sua posizione e sollecita l'esecutivo a una maggiore pianificazione. Carte alla mano, l'esponente Udc chiarisce la sua posizione. «Il bilancio di previsione l'ho contestato dall'inizio», afferma il capogruppo dell'Udc, «il mio voto in consiglio comunale è stato coerente con tutto il mio operato. Da subito, lo scorso anno, ho detto che il bilancio era illegittimo».

Un voto contrario, quindi, che non avrebbe dovuto cogliere di sorpresa nessuno. «Il sindaco e tutta la maggioranza», riprende, «sapevano che io avrei votato contro, anzi sarebbe stato incoerente, da parte mia, consentire l'adozione di un provvedimento che non condividevo. A distanza di tempo, ritengo addirittura di aver sbagliato anche ad avallare l'aumento dell'1.2 per mille dell'Imu sulle seconde abitazioni, perché mettere una tassa non è mai una vittoria».

E a chi l'accusa di aver contribuito all'eventuale licenziamento dei lavoratori delle cooperative? «Anche in questo caso sono coerente con le mie azioni», ribatte Rapone, «l'amministrazione ha avuto l'opportunità di esternalizzare i servizi e non l'ha fatto e ora si vuole addossare la responsabilità a chi non condivide la variazione di bilancio. Ritengo, invece, che sia arrivato il momento di sottrarre le cooperative al ricatto della politica e, piuttosto non è colpa mia se Rialzati Abruzzo ha abbandonato la maggioranza». Il capogruppo di Rialzati Abruzzo Cristian La Civita, invece, accusa l'amministrazione Federico di evitare il confronto. «Se chi amministra», interviene La Civita, «ci avesse convocato e ascoltato già nei mesi scorsi, tutto ciò non sarebbe successo. Invece, siamo stati estromessi da ogni confronto». E sul voto contrario di lunedì sera ribatte. «L'aver condiviso e approvato l'aumento dell'Imu dell'1.2 per mille», aggiunge, «non dà per scontato l'approvazione di una variazione e riequilibrio di bilancio di cui non è stato possibile conoscere nessun dato tecnico. E anche la situazione delle cooperative è un falso problema», conclude La Civita, «perché al riguardo è già stata approvato un provvedimento nel consiglio comunale dello scorso 29 settembre».

Chiara Buccini

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