Comune unico, i sindaci sono pronti al confronto
Contrario il primo cittadino di Goriano: così perdiamo le identità culturali Numerose le reazioni al progetto che coinvolge 50 amministrazioni
SULMONA. Continua a far discutere la proposta di Comune unico, lanciata nei giorni scorsi dal movimento «ripensiamo il territorio».
Dopo le reazioni di politici e amministratori sulmonesi, a cui si era aggiunta la presa di posizione di Luigi Fasciani, presidente della Comunità montana Sirentina, arriva anche quella di Rodolfo Marganelli, sindaco di Goriano. Il primo cittadino del paesino in Valle Subequana, sulla stessa lunghezza d'onda di Fasciani, boccia la proposta.
«In virtù del mantenimento delle identità culturali delle varie realtà non si può essere in accordo con una tale proposta», interviene Marganelli, «per quanto riguarda il discorso dell'ottimizzazione delle risorse e dell'efficienza dei servizi potrei anche essere d'accordo, visto che in Valle Subequana da tempo ci stiamo muovendo in tal senso, ma non su altro».
E Giovanni Natale, coordinatore e portavoce del movimento «ripensiamo il territorio», replica subito ai detrattori della municipalità diffusa. «Conveniamo che i problemi siamo grandi e saranno tanti, ma dovremo lavorare tutti insieme per superarli e non solo per osservarli», controbatte Natale.
«Ossia dovremo avere tutti, dalle istituzioni agli enti, ai cittadini stessi, una visione innovativa delle nostre tradizioni ed identità che sicuramente andranno coltivate come fiori perché solo in un contesto più forte potranno sopravvivere ed essere punti di forza per tutto l'insieme».
Secondo Natale, quindi, serve un cambio di passo, degno di una svolta epocale.
«È del tutto evidente che l'idea propugnata andrà passo per passo studiata e valutata, ma con la grande ambizione di costruire una unità generale forte», continua.
«Quanto alla difesa delle identità millenarie è chiaro ormai a molti che siamo a un bivio. O ci si continua a crogiolare nelle nostre identità conservativamente asfissiandoci, o prendiamo in mano la situazione, il nostro destino e lo governiamo con una strategia ben precisa e decisa. La sfida sarà quella di coniugare le nostre identità e diversità, con intelligenza, per farne un valore aggiunto per il nostro sviluppo e per il lavoro delle future generazioni. L'unione, proprio la tradizione lo dice, fa la forza».
Una vicenda che è destinata a continuare a far discutere anche perché sono moltissime le amministrazioni coinvolte con cui i promotori dell’iniziativa hanno preso contatto. Un confronto decisamente stimolante dal punto di vista istituzionale, considerando anche le parti in causa.
Federica Pantano
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