Comuni, decide Bertolaso
Il presidente della Regione Chiodi dichiara che entro cinque mesi ci saranno le nuove case per 15mila aquilani sfollati e non esclude che il rimborso per chi ha perso tutto (fissato in 150mila euro) possa essere aumentato. Ma il Pd chiede più poteri per gli enti locali. La lista dei Comuni danneggiati resta per il momento bloccata a 49: solo Bertolaso potrà ampliarla
L'AQUILA. Niente furbate nell'accesso ai fondi per la ricostruzione e riconoscimento dei danni anche ai Comuni al di fuori dell'area definita "cratere del sisma". Il messaggio del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, è chiaro. In attesa dell'eventuale integrazione di quello che ormai è noto come l'elenco dei 49 Comuni terremotati, il governo da un lato estende la possibilità degli aiuti economico, ma dall'altro impone massimo rigore nei controlli sull'accertamento dei danni.
Molti aspetti del decreto, come quelli sulle somme per la ricostruzione della prima casa (150mila euro) e per immobili diversi (80mila euro), non sono stati ancora definiti. Chiodi ha riferito che saranno le successive ordinanze a precisare i termini finanziari degli interventi.
LA PERIZIA GIURATA. Chiodi sottolinea «in particolare, l'articolo 1, comma 3, del decreto legge il quale prevede che gli interventi di ricostruzione e riparazione delle abitazioni private negli immobili a uso non abitativo e gli indennizzi per le imprese possono riguardare anche beni che sono localizzati al di fuori dei territori dei Comuni che non rientrano nel perimetro del cratere della protezione civile». Per il presidente della giunta «questo significa che il timore evocato da più parti è assai ridotto perché l'unica condizione per ottenere aiuti economici è che ci sia un nesso di causalità diretto tra l'evento sismico e il danno subìto. Insomma, nessuno faccia lo svelto. C'è la disponibilità ma ci vorrà una perizia giurata. Per evitare troppe perizie fatte ad hoc, intanto la Protezione civile ha già fatto una mappatura e dunque conosciamo le situazioni e poi vigileremo e monitoreremo ogni fase della ricostruzione. E se scopriremo abusi li denunceremo. Nessuno pensi di rifarsi casa con i soldi dei terremotati».
LE TRE FASI. È il percorso che verrà seguito per ritornare alla normalità. I dettagli delle tre fasi sono indicati nella tabella a fianco. Chiodi sottolinea che «l'intesa della Regione con il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, ci sarà solo se i sindaci del territorio daranno il beneplacito sulle questioni urbanistiche del territorio. Questa fase richiederà anche l'individuazione di aree destinate alla ricostruzione. L'obiettivo è accorciare i tempi. A ottobre dovremo avere questo tipo di alloggio». Sulla fase della ricostruzione da parte dei privati la novità, spiega ancora Chiodi, «è rappresentata dalla possibilità, per coloro che hanno avuto immobili distrutti e hanno contratto mutui, di essere liberati tramite la Fintecna attraverso credito d'imposta o finanziamento agevolato dello Stato. Nel decreto si fa riferimento anche alle scorte e alla concessione di indennizzi di danni ai beni immobili non registrati, cosa che avverrà in maniera forfettizzata». Infine, sulla ricostruzione di edifici e servizi pubblici è previsto che il presidente della Regione si avvalga della struttura del provveditorato alle opere pubbliche per motivi di trasparenza e contenimento dei costi. «Nell'ordinanza», aggiunge Chiodi, «verranno indicate le modalità degli appalti per i collaudi e la fase del monitaraggio e controllo di tutte le fasi della ricostruzione. Circa l'edilizia scolastica, con una delibera del Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica) da adottare entro 30 giorni dal decreto, sarà riservata alla Regione un ruolo fondamentale».
I DEBITI. Tutte le operazioni di indebitamento contratte da Regione Abruzzo, Provincia dell'Aquila e dai 49 Comuni terremotati potranno essere rinegoziate per l'estensione del periodo previsto per il prestito (fino a un massimo di 50 anni). «Spero di poter inserire la cartolarizzazione», precisa Chiodi, «i debiti di questi enti potranno allaggerire i bilanci, ma il debito non scompare. Resta, anche se sarà spalmato su un periodo lungo. Intanto, per i Comuni tutte le spese sostenute per fronteggiare l'emergenza, e sono spese ingenti, non rientreranno nel patto di stabilità 2009-2010».
PRECARI. L'articolo 8, come spiega Chiodi, prevede cose innovative. A parte la proroga dell'indennità di disoccupazione, ci sarà l'indennizzo di tutti i cococo, dei titolari di rapporto di agenzia, dei lavoratori autonomi e delle imprese professionali, dai commercialisti agli idraulici, che hanno dovuto sospendere l'attività per il terremoto. Chi ha continuato il lavoro non ne avrà diritto. Le risorse sono limitate e devono andare a chi ne ha bisogno. L'estensione si applica anche alle imprese assistite da consulenti terremotati, come per esempio consulenti del lavoro, che non hanno potuto operare».
GARANZIE ALLE IMPRESE. Il presidente della giunta pone l'attenzione sulla necessità di rilanciare un tessuto socioeconomico distrutto che ci metterà anni a ripartire e la cui ripresa non dipendenderà solo dalla classe politica ma dalla volontà di riprendere entusiasmo, lottare, continuare a rischiare, rimboccarsi le maniche e riprendere a rischiare. Per agevolare questa ripresa con decreto del ministro per lo Sviluppo economico, sarà istituita una apposita sessione, destinata alla concessione gratuita di garanzie fideiussorie a piccole e medie imprese, commerciali, turistiche e di servizio».
«Con delibera Cipe», aggiunge Chiodi, «risorse del fondo strategico per il Paese potranno essere destinate a finanziare accordi di programma strategici per la Regione come nel caso della Micron di Avezzano».
IMPRESE LOCALI. Circa il ruolo delle imprese locali «la prima garanzia è stata la scelta di un sistema che dà la possibilità ai singoli cittadini di diventare essi stessi appaltanti. Ciascun privato si avvarrà del professionista e dell'impresa di fiducia. Nella ricostruzione del pubblico dovremo individuare le procedure che facilitano i processi di appalti esecutivi mantenendo fermi trasparenza e sistema di gara. Nell'ambito della legge si possono studiare procedure più snelle e facilitazioni per le imprese in emergenza». Boccia i moduli abitativi realizzati dalle imprese per i propri dipendenti «per evitare disparità perché situazioni privilegiate aggravano la sofferenza di molti».
L'ELENCO DEI 49. «Non so se sarà integrato l'elenco dei 49 Comuni», conclude Chiodi, «il decreto può essere modificato, ma il compito è della Protezione civile».
L'ITER. Entro il 7 maggio si dovranno presentare emendamenti, poi inizieranno i lavori in commissione. Il decreto legge verrà convertito in legge dopo la conversione ogni ministero competente farà ordinanze, e cioé regolamenti attuativi. I tempi: 60 giorni dalla pubblicazione della conversione in legge e poi altri 10 per i i regolamenti. Si arriverà al periodo del G8.
FINI ALL'AQUILA. Il presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano informa che «il 6 maggio, a un mese esatto dalla tragedia, si svolgerà nella vecchia sala consiliare della Regione, unica sede agibile, una seduta solenne per commemorare le vittime del terremoto. Saranno presenti il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e Guido Bertolaso. Il 19 consiglio regionale straordinario».
Molti aspetti del decreto, come quelli sulle somme per la ricostruzione della prima casa (150mila euro) e per immobili diversi (80mila euro), non sono stati ancora definiti. Chiodi ha riferito che saranno le successive ordinanze a precisare i termini finanziari degli interventi.
LA PERIZIA GIURATA. Chiodi sottolinea «in particolare, l'articolo 1, comma 3, del decreto legge il quale prevede che gli interventi di ricostruzione e riparazione delle abitazioni private negli immobili a uso non abitativo e gli indennizzi per le imprese possono riguardare anche beni che sono localizzati al di fuori dei territori dei Comuni che non rientrano nel perimetro del cratere della protezione civile». Per il presidente della giunta «questo significa che il timore evocato da più parti è assai ridotto perché l'unica condizione per ottenere aiuti economici è che ci sia un nesso di causalità diretto tra l'evento sismico e il danno subìto. Insomma, nessuno faccia lo svelto. C'è la disponibilità ma ci vorrà una perizia giurata. Per evitare troppe perizie fatte ad hoc, intanto la Protezione civile ha già fatto una mappatura e dunque conosciamo le situazioni e poi vigileremo e monitoreremo ogni fase della ricostruzione. E se scopriremo abusi li denunceremo. Nessuno pensi di rifarsi casa con i soldi dei terremotati».
LE TRE FASI. È il percorso che verrà seguito per ritornare alla normalità. I dettagli delle tre fasi sono indicati nella tabella a fianco. Chiodi sottolinea che «l'intesa della Regione con il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, ci sarà solo se i sindaci del territorio daranno il beneplacito sulle questioni urbanistiche del territorio. Questa fase richiederà anche l'individuazione di aree destinate alla ricostruzione. L'obiettivo è accorciare i tempi. A ottobre dovremo avere questo tipo di alloggio». Sulla fase della ricostruzione da parte dei privati la novità, spiega ancora Chiodi, «è rappresentata dalla possibilità, per coloro che hanno avuto immobili distrutti e hanno contratto mutui, di essere liberati tramite la Fintecna attraverso credito d'imposta o finanziamento agevolato dello Stato. Nel decreto si fa riferimento anche alle scorte e alla concessione di indennizzi di danni ai beni immobili non registrati, cosa che avverrà in maniera forfettizzata». Infine, sulla ricostruzione di edifici e servizi pubblici è previsto che il presidente della Regione si avvalga della struttura del provveditorato alle opere pubbliche per motivi di trasparenza e contenimento dei costi. «Nell'ordinanza», aggiunge Chiodi, «verranno indicate le modalità degli appalti per i collaudi e la fase del monitaraggio e controllo di tutte le fasi della ricostruzione. Circa l'edilizia scolastica, con una delibera del Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica) da adottare entro 30 giorni dal decreto, sarà riservata alla Regione un ruolo fondamentale».
I DEBITI. Tutte le operazioni di indebitamento contratte da Regione Abruzzo, Provincia dell'Aquila e dai 49 Comuni terremotati potranno essere rinegoziate per l'estensione del periodo previsto per il prestito (fino a un massimo di 50 anni). «Spero di poter inserire la cartolarizzazione», precisa Chiodi, «i debiti di questi enti potranno allaggerire i bilanci, ma il debito non scompare. Resta, anche se sarà spalmato su un periodo lungo. Intanto, per i Comuni tutte le spese sostenute per fronteggiare l'emergenza, e sono spese ingenti, non rientreranno nel patto di stabilità 2009-2010».
PRECARI. L'articolo 8, come spiega Chiodi, prevede cose innovative. A parte la proroga dell'indennità di disoccupazione, ci sarà l'indennizzo di tutti i cococo, dei titolari di rapporto di agenzia, dei lavoratori autonomi e delle imprese professionali, dai commercialisti agli idraulici, che hanno dovuto sospendere l'attività per il terremoto. Chi ha continuato il lavoro non ne avrà diritto. Le risorse sono limitate e devono andare a chi ne ha bisogno. L'estensione si applica anche alle imprese assistite da consulenti terremotati, come per esempio consulenti del lavoro, che non hanno potuto operare».
GARANZIE ALLE IMPRESE. Il presidente della giunta pone l'attenzione sulla necessità di rilanciare un tessuto socioeconomico distrutto che ci metterà anni a ripartire e la cui ripresa non dipendenderà solo dalla classe politica ma dalla volontà di riprendere entusiasmo, lottare, continuare a rischiare, rimboccarsi le maniche e riprendere a rischiare. Per agevolare questa ripresa con decreto del ministro per lo Sviluppo economico, sarà istituita una apposita sessione, destinata alla concessione gratuita di garanzie fideiussorie a piccole e medie imprese, commerciali, turistiche e di servizio».
«Con delibera Cipe», aggiunge Chiodi, «risorse del fondo strategico per il Paese potranno essere destinate a finanziare accordi di programma strategici per la Regione come nel caso della Micron di Avezzano».
IMPRESE LOCALI. Circa il ruolo delle imprese locali «la prima garanzia è stata la scelta di un sistema che dà la possibilità ai singoli cittadini di diventare essi stessi appaltanti. Ciascun privato si avvarrà del professionista e dell'impresa di fiducia. Nella ricostruzione del pubblico dovremo individuare le procedure che facilitano i processi di appalti esecutivi mantenendo fermi trasparenza e sistema di gara. Nell'ambito della legge si possono studiare procedure più snelle e facilitazioni per le imprese in emergenza». Boccia i moduli abitativi realizzati dalle imprese per i propri dipendenti «per evitare disparità perché situazioni privilegiate aggravano la sofferenza di molti».
L'ELENCO DEI 49. «Non so se sarà integrato l'elenco dei 49 Comuni», conclude Chiodi, «il decreto può essere modificato, ma il compito è della Protezione civile».
L'ITER. Entro il 7 maggio si dovranno presentare emendamenti, poi inizieranno i lavori in commissione. Il decreto legge verrà convertito in legge dopo la conversione ogni ministero competente farà ordinanze, e cioé regolamenti attuativi. I tempi: 60 giorni dalla pubblicazione della conversione in legge e poi altri 10 per i i regolamenti. Si arriverà al periodo del G8.
FINI ALL'AQUILA. Il presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano informa che «il 6 maggio, a un mese esatto dalla tragedia, si svolgerà nella vecchia sala consiliare della Regione, unica sede agibile, una seduta solenne per commemorare le vittime del terremoto. Saranno presenti il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e Guido Bertolaso. Il 19 consiglio regionale straordinario».