Concerto anti-tagli alla cultura
Singolare manifestazione davanti alla Regione, gli orchestrali a uno a uno smettono di suonare
L’AQUILA. La villa comunale si trasforma in un teatro a cielo aperto. I musicisti in semicerchio iniziano a suonare, sotto gli alberi secolari, con lo sguardo rivolto a palazzo dell’Emiciclo, sede della Regione. Poi, uno a uno, si alzano e le note della Sinfonia degli addii di Haydn si fanno meno intense, fino a scomparire del tutto. Come nella versione originale del 1772. Gli orchestrali restano in piedi, con gli strumenti tra le mani, in una lunga fila dietro quel palcoscenico improvvisato. Ognuno porta un cartello con il nome di uno degli enti che rischia di scomparire a causa dei tagli nel settore da parte della Regione. Sono arrivati da tutto l’Abruzzo per lanciare il loro grido d’allarme.
I MOTIVI. A partecipare alla manifestazione di protesta ci sono associazioni di molte città della regione. Hanno preparato un lungo volantino per spiegare le loro ragioni: «La politica della Regione che, dal 2008 a oggi, ha tagliato fino al 78% i fondi per la sopravvivenza della cultura in Abruzzo, fa perdere risorse e posti di lavoro, in un momento di drammatica crisi come quello che stiamo attraversando e, tra l’altro, in assenza di ogni attenzione per le zone colpite dal terremoto», c’è scritto. «A rischio chiusura le maggiori istituzioni culturali del capoluogo e della regione, con la perdita di oltre mille posti di lavoro, senza contare l’indotto». I dati parlano chiaro: in pochi anni la Regione ha tagliato la maggior parte dei fondi destinati alle associazioni culturali per ripianare il debito nel settore sanitario. Da circa 12 milioni si è passati a erogare 2,5 milioni. «Una cifra ridicola, che non ci permetterà di andare avanti», secondo Gaetano Di Bacco, direttore artistico della Camerata musicale sulmonese. «Il consiglio regionale a dicembre scorso si era impegnato a fare una variazione di bilancio ma ad oggi non abbiamo certezze». «Se continuerà così siamo disposti a occupare anche la sede dell’ente», incalza Giorgio Paravano, segretario generale dell’Istituzione sinfonica abruzzese che ha perso finanziamenti per 700mila euro l’anno e rischia di mandare a casa almeno 50 operatori. «Da settembre bisognerà cominciare con le prime persone in mobilità». Il segretario regionale della Cgil Gianni Di Cesare spiega: «Abbiamo voluto lanciare un monito alla Regione che non mette un euro in bilancio per la cultura. Il comparto è da considerare ad alta intensità di lavoro".
IL CASO TSA. Nell’elenco delle associazioni che hanno firmato il documento contro i tagli della Regione manca il Teatro stabile. Tra gli operatori del settore si vocifera che l’ente non abbia aderito perché «si sta preparando una legge paracadute ad hoc per salvare solo il Tsa». Una legge contro cui gli operatori culturali sono pronti a ricorrere al Tar. A placare gli animi è l’assessore regionale Luigi De Fanis, che si avvicina ai manifestanti in tarda mattinata. De Fanis non smentisce, ma assicura: «L’ho bloccata», e Roberta Gargano (Tsa) minimizza: «La mancata sottoscrizione al documento è solo casuale, non volontaria. I lavoratori del teatro appoggiano la richiesta di fondi».
LE PROMESSE. L’assessore promette: «Visto che l’emergenza sanità è finita, chiederemo una variazione di bilancio per recuperare almeno parte dei fondi». Gli fa eco Ricardo Chiavaroli (Pdl): «Entro ottobre spero che si possano avere i primi risultati. Anche perché senza finanziamenti regionali queste associazioni non possono neanche accedere ai fondi europei».
PEZZOPANE. Presente anche l’assessore comunale alla CulturaStefania Pezzopane: «I tagli indiscriminati alla cultura da parte della Regione stanno uccidendo la nostra città e l'intero territorio».
Michela Corridore
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