Confindustria: de minimis speranza per il rilancio

Il direttore Cappelli: ma i 90 milioni non sono l’unica risposta alla crisi Per attirare imprese si deve riattivare l’area dell’ex polo elettronico aquilano

L’AQUILA. È attesa a giorni la pubblicazione, da parte del ministero dello Sviluppo economico, della data di presentazione delle domande per l'accesso ai 90 milioni di euro stanziati dal governo per il tessuto produttivo del cratere sismico aquilano. Una boccata di ossigeno per centinaia di piccole imprese del cratere. Ma non la panacea di tutti i mali, secondo Confindustria, che parla «di una crisi pesantissima dell'industria, in provincia dell'Aquila».

Centinaia i posti di lavoro sono a rischio, secondo la stima degli Industriali. Una sterzata potrebbe venire dalla rinascita dell'ex polo elettronico, di cui da qualche mese si parla. Non ultima, l'acquisizione del sito, da parte del Comune dell'Aquila. Manovre tese a risollevare le sorti dell'economia locale, piegata dalla flessione dei merati e dal terremoto. «Attendiamo di conoscere la data fissata dal ministero per poter presentare le domande di accesso al credito di imposta», dichiara Antonio Cappelli, direttore provinciale di Confindustria, «a disposizione, com'è noto, ci sono 90 milioni per le micro e piccole imprese (fino a 50 dipendenti) già operanti nel cratere prima del sisma del 2009 o che si insedieranno entro il 31 dicembre 2014». La norma prevede sgravi fiscali fino a 200mila euro, in tre anni. La comunicazione del ministero dello Sviluppo economico arriverà entro agosto.

Intanto, sul mercato si registra un altro fenomeno. «Cominciano ad arrivare richieste anche dal nord di aziende interessate a investire all'Aquila», conferma Cappelli, «un segnale importante in questo un momento di crisi». Fra i settori di intervento c’è, ad esempio, l'elettronica. «Il provvedimento varato dal governo darà una grossa mano alle nostre imprese», dice il direttore di Confindustria, «ma è necessario agire su altri campi per favorire sviluppo e occupazione».

Il riferimento è all'ex polo elettronico, tornato agli onori delle cronache per le proposte di utilizzo, arrivate da più parti: qualcuno (in particolare la Confcommercio) aveva ipotizzato di creare al suo interno una cittadella della «movida». Per Confindustria «l'unica destinazione possibile resta quella industriale».

«In questo contesto di crisi generale che sta mettendo in ginocchio la provincia, tiene bene il settore farmaceutico», afferma Cappelli, «mentre il meccanico ha fatto registrare un tracollo, così come l'elettronico nell'aquilano. L'unico spazio a disposizione, già urbanizzato e pronto all'utilizzo, è lo stabilimento ex Italtel: un contenitore che potrebbe accogliere molte delle richieste che stanno arrivando da fuori regione».

Monica Pelliccione

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