Confraternite divise a Pasqua E salta la lavanda dei piedi
Scurcola Marsicana, il parroco vuole cambiare l’antico rituale ma non trova l’accordo coi fedeli In chiesa arrivano i carabinieri. Don Nunzio: «Basta discriminazioni, i tempi cambiano»
SCURCOLA MARSICANA. Niente lavanda dei piedi a Scurcola Marsicana. Dopo centinaia di anni era stato deciso di modificare il rito e di far partecipare non solo le confraternite del Santissimo Sacramento e della Santissima Trinità, come da tradizione ottocentesca, ma anche quelle di San Bernardino e del Suffragio. La decisione del parroco don Nunzio D’Orazio era stata condivisa con il responsabile diocesano delle confraternite don Vincenzo Piccioni e con la curia, anche alla luce di una richiesta che sarebbe arrivata dai confratelli esclusi fino a un anno fa.
Le tradizioni, però, sono difficili da cambiare e per questo, quando don Nunzio ha presentato alle confraternite l’ipotesi di lavare i piedi a tre rappresentanti di ciascun sodalizio, ha trovato un muro davanti e la lavanda è saltata.
«Storicamente due confraternite, quella della Trinità e quella del Sacramento fanno la lavanda dei piedi», ha spiegato Giuseppe Murzilli, segretario della confraternita del Santissimo Sacramento. «Nell’Ottocento, alle 12, c’era la lavanda dei piedi dei confratelli del Sacramento nella chiesa della Concezione e la sera quella dei confratelli della Trinità nell’omonima chiesa. Negli anni Quaranta si è deciso di unificare i due riti e di farne uno solo la sera, con 24 rappresentanti, 12 per ognuna delle due confraternite. È stato così fino allo scorso anno. Qualche settimana fa ci è stato proposto da don Nunzio e da don Vincenzo di partecipare al rito solo con tre confratelli. Abbiamo riunito tutti e abbiamo deciso che andava bene. Ma il rito è saltato perché non si è raggiunta l’intesa tra le confraternite. Sono 40 anni che faccio il segretario della confraternita e lotto per portare avanti le tradizioni e non farle morire. Vedere i carabinieri fuori dalla chiesa a controllare quello che accadeva mi ha fatto male».
Secondo il parroco, il rito della lavanda dei piedi è stato cancellato solo per una questione di organizzazione perché non c’è stato il tempo di trovare un accordo tra le confraternite.
«È discriminatorio e antistorico far fare la lavanda dei piedi solo a due confraternite su quattro», ha precisato don Nunzio D’Orazio, «e siccome sotto Pasqua non c’è molto tempo per fare assemblee e altre cose abbiamo avviato un discorso, ma non c’è stato modo di portarlo a conclusione e abbiamo deciso di non fare la lavanda dei piedi anche su consiglio della curia. Nell’800 c’era un altro mondo, oggi siamo nel 2017 e siamo tutti uguali. Non si possono avere figli e figliastri. Quindi, non essendo arrivati in tempo a una decisione unitaria e condivisa, essendo la lavanda dei piedi un rito facoltativo, si è deciso di sospenderlo per non escludere ancora una volta due confraternite». (e.b./p.g.)
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