Consensi anche a destra: «Era ora»

Coro quasi unanime a favore della vincitrice. Critico il climatologo Visconti

L’AQUILA. Studenti, rappresentanti di ogni colore politico, colleghi: sono davvero in tanti a fare gli auguri al nuovo rettore.

Stefano Albano, segretario del Pd dell’Aquila, scrive: «Lavorando per tenere alti il livello della didattica e la capacità dell’università di attrarre studenti, svolgerà un servizio indispensabile».

Anche Sinistra ecologia e libertà «si congratula e augura buon lavoro alla prof Inverardi» e stila un decalogo di urgenze da affrontare. «Molti sono i problemi aperti dal terremoto e non ancora risolti: le sedi distrutte dal sisma, come tanti altri edifici pubblici, non sono ancora state ristrutturate, e le soluzioni temporanee non sono sempre adeguate alle necessità della didattica e della ricerca, il problema dell’accoglienza studentesca non riesce a trovare una soluzione adeguata e il prossimo anno si concluderanno i contributi del ministero che garantisce esonero dal pagamento delle rette per le matricole e gli studenti già iscritti. A questi problemi locali si aggiungono quelli regionali legati alla necessità di una definizione chiara dell’offerta formativa universitaria abruzzese nel suo complesso che premi la qualità e quelli nazionali derivanti dalla controriforma Gelmini che ha rimesso in discussione il ruolo dell’università pubblica in Italia».

Grande soddisfazione da parte di Luca Rocci, presidente provinciale di Azione Universitaria e Roberto Santangelo, dirigente nazionale Giovane Italia. «Finalmente dopo 9 lunghi anni di governance Dioriana, possiamo dirlo, si cambia», scrivono. «Fin da subito abbiamo sostenuto il progetto e la candidatura della Inverardi. È stata l’unica che ha sempre parlato di un Ateneo protagonista, non solo del suo territorio, che recuperi quel ruolo istituzionale capace di attrarre studenti non solo perché nel periodo post-sisma non si pagavano le tasse».

Alfonso Magliocco coordinatore provinciale Pdl e Gianfranco Giuliante, assessore regionale, nel formulare i propri auguri parlano dei «nove lunghissimi anni di Orio» come «segnati da un continuo depauperamento. Finalmente L’Aquila ha un nuovo rettore», scrivono, prima di specificare. «Da parte nostra c’è stata la volontà di dare un contributo concreto a una candidatura, quella della Inverardi, che rappresenta un taglio netto con il passato dioriano, che seppur rimasticato è stato riproposto tramite l’altra candidata, la prof Cifone, a garanzia della conservazione. Di Orio ha deciso di compiere un ultimo “sgarbo”, quello di rimanere in carica fino al 30 settembre. Anche se perfettamente lecito, ci saremmo aspettati a seguito di uno schiacciante risultato elettorale (oltre 100 voti), un ultimo gesto distensivo e di pacificazione per il bene dell’Ateneo aquilano. Ma evidentemente il lupo perde il pelo ma non il vizio».

Anche «L’Aquila che vogliamo» «saluta con soddifazione e speranza questo cambiamento che lascia ben sperare per lo sviluppo dell’ateneo verso un concetto più aperto di Università. Sussistono ancora infatti, malgrado tutto, grandi prospettive per L’Aquila; queste potranno concretizzarsi nella misura in cui Università, amministrazione cittadina e imprese sapranno interagire in modo moderno e innovativo, amplificando sul territorio le competenze e le risorse di ciascuna parte».

Non sembra gioire del risultato Guido Visconti, docente dell’Ateneo: "Voci di corridoio indicherebbero che quelli più soddisfatti dell’elezione dell’ultimo rettore siano gli amministratori locali e rappresentanti al parlamento e in particolare quelli che, per le loro capacità, perdono occasioni tutti i giorni, a cominciare dai fondi per il terremoto. Ebbene il nuovo rettore sarà uno degli utilizzatori di parte di questi fondi per il Gran Sasso Science Institute», scrive. Poi, sulle votazioni: «Quello che viene fuori generalmente da queste elezioni è colui che accontenta tutti e quindi si è macchiato degli stessi difetti che coinvolgono tutti, dagli amministrativi ai professori». Poi ancora sul Gssi: «Il neo rettore è stato nel comitato ordinatore di questo “oggetto”. Per l’Istituto, che costa in tutto circa 30 milioni (che gravano sulla comunità abruzzese), non ha consultato nessuno della nostra università se non il suo dipartimento. Un’abitudine che il neo rettore ha contratto da tempo». (m.c.)