Contributi Inps le imprese ricorrono al Tar

Al via l’iniziativa contro la restituzione totale di arretrati Le associazioni di categoria ai politici: azione univoca

L’AQUILA. Si passa alle vie legali. Contro le due, contestatissime, circolari Inps e Inail che chiedevano alle imprese del cratere la restituzione totale dei contributi sospesi dopo il sisma, è stato presentato ricorso al Tar. Firmatari del ricorso, redatto dai legali Roberto Colagrande e Stefano Recchioni, le associazioni Apindustria, Ance, Confindustria, Confcommercio, Coldiretti e Cia oltre ad una decina di aziende, capeggiate dalla Gran Sasso Acqua. Come annunciato nell'ultimo tavolo la battaglia sarà a tutto campo. La prossima settimana è prevista un'altra riunione per coordinare le iniziative, in vista della decisione della Comunità Europea, chiamata ad esprimersi sugli aiuti concessi alle imprese aquilane. Associazioni e mondo imprenditoriale fanno appello alla politica «perchè resti alta l'attenzione su un problema gravissimo, che rischia di mettere in ginocchio per sempre l'economia locale e di mietere migliaia di vittime, con una conseguente perdita di posti di lavoro». Ne va del futuro di centinaia di imprese alle quali le richieste di Inps e Inail potrebbero infliggere il colpo finale. «Abbiamo presentato ricorso al Tar contro le circolari emanate dall'Inps e dall'Inail», afferma Massimiliano Mari Fiamma, presidente di Apindustria, «sulla questione tasse regna una gran confusione». Il termine per la restituzione dei contributi sospesi era stato fissato dall'Inps, in un primo momento, al 31 gennaio scorso. «Nel frattempo», spiega Mari Fiamma, «L’istituto previdenziale ha emanato una direttiva in cui assicura il rilascio del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, a tutte le aziende, in attesa delle linee guida della Comunità Europea. Decisione che va a cozzare con il modulo inviato alle imprese del cratere dall'Inps, la cosiddetta Dichiarazione sugli aiuti de minimis, in cui si fa riferimento al solo regolamento del 15 dicembre 2006 relativo al de minimis, ma non alla legge nazionale che ha fissato al 40 per cento la restiuzione obbligatoria delle tasse e dei contributi non versati in seguito al sisma». Il perno della discussione ruota intorno a quelli che imprese, associazioni e sindacati considerano «indennizzi per i danni subiti nel terremoto» e che, secondo l'interpretazione di Inps e Inail sarebbero, invece, aiuti di Stato. «La questione è ancora aperta», aggiunge Mari Fiamma, «la prossima settimana avremo un incontro per definire le strategie da mettere in campo. Le azioni legali riguardano il ricorso al Tar per bloccare le circolari e la diffida, già inviata a Inps e Inail, contro la restituzione totale dei contributi. Ma stiamo preparando anche una relazione tecnica da inviare alla Comunità Europea, che descrive la situazione economica del cratere nel post-terremoto e le difficoltà delle nostre imprese». Le rassicurazioni fornite dall'Inps su un eventuale slittamento dei termini per la restituzione sono, al momento, solo verbali. Ma le imprese chiedono una retromarcia ufficiale, sancita da una circolare che svincoli le aziende dall'obbligo del pagamento. «L'Inps potrebbe richiedere da un momento all'altro il saldo degli arretrati», fa sapere Mari Fiamma, «è ciò che dobbiamo evitare ricorrendo a un'azione che veda il coinvolgimento dei politici abruzzesi».

Monica Pelliccione

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