Contributi per il sisma illegittimi: ora lo scontro finisce in tribunale 

Pioggia di ricorsi contro le richieste di restituzione dell’autonoma sostituzione, il Comune resiste Con l’operazione l’ente vuole recuperare cinque milioni di euro, nel mirino ci sono seimila cittadini 

L’AQUILA. Cominciano a fioccare i ricorsi dei cittadini contro la richiesta di restituzione (parziale o totale) del contributo di autonoma sistemazione non dovuto – nel periodo fra il 2009 al 2015 – per mancanza di requisiti. Come è noto nei primi mesi post sisma il contributo venne liquidato dal Comune “sulla fiducia”. I primi controlli furono avviati nel 2014 e furono recuperati quasi 3 milioni. Ora il Comune punta a recuperarne altri 4 o 5. I cittadini “attenzionati”, che da qualche settimana stanno ricevendo le richieste di restituzione, sono quasi 6.000.
Da una recente delibera di giunta si capisce che il Comune dell’Aquila non intende indietreggiare sulla richiesta di restituzione e si costituirà, come parte lesa, in tutti i procedimenti giudiziari avviati da persone che contestano le “bollette” che stanno arrivando, invocando la prescrizione perché sarebbero passati più di 10 anni dalle elargizioni. Il Comune – pressato anche alla Corte dei conti – ribatterà colpo su colpo anche in tribunale.
LA DELIBERA
«Il sistema di assistenza indiretta in forma di contributo di autonoma sistemazione», si legge nella recente delibera di giunta, «soggiaceva alla condizione che per il percettore non dovessero essersi realizzate le condizioni per il rientro nell’abitazione originaria. È tuttavia accaduto di frequente che le persone beneficiarie della suddetta forma di assistenza abbiano omesso di comunicare, o comunicato tardivamente, l’avvenuta realizzazione delle condizioni per il rientro nell’abitazione, di modo che le medesime hanno percepito il versamento del contributo oltre il termine di legge. L’avvenuto accertamento dell’insussistenza delle condizioni giustificative dei ratei di contributo di autonoma sistemazione obbliga l’amministrazione comunale al recupero delle somme erogate senza titolo».
PRESCRIZIONE
«Il termine di prescrizione dell’azione di recupero», sottolinea la delibera, «secondo l’insegnamento della Corte suprema di Cassazione non decorre dal momento della percezione del contributo da parte del privato, ma solo dal momento della revoca in cui, a seguito dell’accertamento dell’illegittimità dell’erogazione, l’indebito si è concretizzato, sicché è da tale momento che decorre il termine di prescrizione di durata decennale. Atteso il rilevante numero di posizioni soggette a verifica, il Comune ha affidato il relativo servizio a idonea impresa, che ha già formato e avviato a notificazione diverse centinaia di atti di accertamento esecutivo. Diversi destinatari dei suddetti atti di accertamento hanno introdotto giudizi di opposizione dinanzi al giudice civile e altri destinatari indubbiamente agiranno nello stesso senso».
POSSIBILI TRANSAZIONI
«Si pone l’esigenza per la giunta comunale», si sottolinea, «di autorizzare il sindaco ad assumere la rappresentanza dell’Ente in relazione ai suddetti giudizi e, altresì, di formulare autorizzazione alla segreteria generale, all’avvocatura e ai settori interessati per la conclusione di eventuali accordi transattivi per la definizione delle suddette controversie, da valutarsi singolarmente, anche tenuto conto dell’esigenza di economicità e di efficienza dell’amministrazione locale e degli oneri, non soltanto economici, legati alla suddetta attività di verifica, gestione contenziosa e di recupero del credito».
LOTTA ALL’EVASIONE
Il Comune con un’altra delibera di giunta annuncia anche la volontà di accelerare la riscossione dei crediti, di dare quindi “la caccia” a chi da tempo ha debiti verso l’Ente e non li paga.
Nella delibera, infatti, si premette che «l’amministrazione comunale è tenuta alla riscossione dei propri crediti patrimoniali e che sovente la regolarità delle riscossioni è compromessa dall’inadempimento degli obbligati. Al fine di poter attuare le opportune attività processuali volte a recupero di siffatti crediti, è necessaria autorizzazione specifica della giunta comunale».
Autorizzazione che è stata poi concessa.
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