Coop al Torrione il supermercato rischia la chiusura
Rinviata la decisione sullo sfratto deciso dalla proprietà L’allarme della Cgil: così si perdono 80 posti di lavoro
L’AQUILA. «Gli 80 lavoratori della Coop rischiano il licenziamento. Nell’udienza che si svolta ieri, sullo sfratto esecutivo dato dalla proprietà dello stabile al Torrione, alla società Coop, il giudice ha preso tempo per decidere». Un segnale poco confortante, secondo la Filcams-Cgil. «La dirigenza della cooperativa è stata chiara: in assenza di un rinnovo del contratto di locazione per il supermercato del Torrione o di altre soluzioni valide, il rischio è che venga compromessa la possibilità di permanenza della Coop in città».
Martedì scorso i sindacati hanno incontrato, insieme ai lavoratori, il sindaco Massimo Cialente «che ha assicurato il suo impegno per dare una conclusione positiva alla vicenda». Ma garanzie concrete al momento, non ce ne sono. «Siamo di fronte a una situazione complessa», sostiene la Filcams-Cgil. «Si corre il rischio di perdere altri 80 posti di lavoro e di veder vanificate le prospettive di sviluppo a cui stavamo lavorando». Dopo il terremoto, i lavoratori Coop sono stati posti in cassa integrazione, per rientrare con contratti di solidarietà nei punti vendita del Torrione e nel nuovo supermercato di Bazzano. Con l’ulteriore investimento a Scoppito, tutte le maestranze sarebbero rientrate a tempo pieno. Ma l’operazione rischia, adesso, di essere cancellata. «Inutile ribadire quanto siano importanti il lavoro di qualità e nuovi investimenti», incalza la Cgil. «Quello che sta accadendo non ha logica. Tanto più che la Coop non si è sottratta a una revisione, anche economica, del contratto di affitto dello stabile del Torrione. Lo sfratto sarebbe un segnale negativo non solo per i risvolti sul fronte occupazionale, ma per chiunque voglia fare investimenti nel nostro territorio». La Filcams annuncia un’assemblea coi lavoratori «per decidere le iniziative di mobilitazione da intraprendere. Porteremo la vertenza Coop sul tavolo del coordinamento nazionale. È inutile fare convegni sulla ricostruzione se, di fronte a piani di sviluppo concreti, che portano occupazione, non si riesce a ottenere un risultato positivo. Contestiamo», conclude il sindacato, «lo sfratto dal Torrione e i ritardi per l’insediamento a Scoppito. La ricostruzione è la questione centrale, ma ha senso se accompagnata da opportunità di lavoro di qualità».
Monica Pelliccione
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