Coop, pronti 90 licenziamenti
I sindacati accusano: «Cialente dica cosa vuole fare».
L’AQUILA. Fra cinque giorni potrebbero partire 90 lettere di licenziamento. A rischiare il posto di lavoro sono i dipendenti della Coop: il 10 novembre scade la proroga della cassa integrazione e scatterà la mobilità. «Il destino di questi lavoratori», dicono i sindacati, «è nelle mani del sindaco». Spetta al Comune dare il via libera al progetto per la realizzazione di un nuovo supermercato Coop in località Sant’Antonio: una vicenda che si trascina da mesi, ormai giunta al capolinea. L’amministratore della Coop Centro Italia, Giorgio Raggi, era stato categorico: «Se l’autorizzazione non arriverà entro il 10 novembre, partiranno le lettere di licenziamento e l’azienda lascerà L’Aquila». Per i 90 lavoratori sono ore di attesa e le organizzazioni sindacali tornano a sollecitare il sindaco Massimo Cialente.
Tutto è fermo dallo scorso 31 luglio, quando nella sede dell’assessorato provinciale al lavoro è stato sottoscritto - da Regione, Provincia, Comune, Protezione civile, Coop e sindacati - un accordo che sembrava risolutivo. Sono passati più di tre mesi: non solo non è stata mai convocata la conferenza dei servizi che entro settembre avrebbe dovuto dare l’ok definitivo all’intervento, ma nell’ultima riunione in Prefettura - risalente a una ventina di giorni fa - il Comune aveva chiesto 8 giorni di tempo, per dare una risposta definitiva. Risposta che, almeno in forma ufficiale, ancora non arriva. «Cialente», afferma il segretario provinciale dell’Ugl Piero Peretti, «ha rilasciato comunque dichiarazioni in cui dice chiaramente che a Sant’Antonio il supermercato Coop non si farà. Fermo restando che il parere del Comune è vincolante, vorrei ricordare al sindaco che tra i firmatari dell’accordo del 31 luglio c’è anche l’assessore Marco Fanfani, da lui delegato.
E che tutti gli altri enti interessati sono invece favorevoli al progetto». Il supermercato dovrebbe sorgere su un’area di circa 3000 metri quadrati nella zona dove sta nascendo il complesso Case, che prevede un 30% da destinare ai servizi. La vicenda si trascina da più di due anni, ma è esplosa all’indomani del terremoto, con la chiusura dei supermercati di Pettino e Pile - inagibili - e l’esproprio, per il progetto Case, dell’area di Sant’Antonio, dove inzialmente era prevista la costruzione di un megacentro commerciale. L’intesa di luglio aveva sancito una riduzione del sito dove realizzare la struttura, scongiurando così il licenziamento dei lavoratori aquilani. «Una vicenda che sta diventando ridicola», dichiara il segretario regionale della Cisl Gianfranco Giorgi, «e alla quale bisogna mettere la parola fine. Il sindaco dica apertamente quello che intende fare: ormai i ritardi sono inaccettabili e se la Coop, come annunciato, andrà avanti con i licenziamenti, l’occupazione territoriale subirà l’ennesimo schiaffo».
Tutto è fermo dallo scorso 31 luglio, quando nella sede dell’assessorato provinciale al lavoro è stato sottoscritto - da Regione, Provincia, Comune, Protezione civile, Coop e sindacati - un accordo che sembrava risolutivo. Sono passati più di tre mesi: non solo non è stata mai convocata la conferenza dei servizi che entro settembre avrebbe dovuto dare l’ok definitivo all’intervento, ma nell’ultima riunione in Prefettura - risalente a una ventina di giorni fa - il Comune aveva chiesto 8 giorni di tempo, per dare una risposta definitiva. Risposta che, almeno in forma ufficiale, ancora non arriva. «Cialente», afferma il segretario provinciale dell’Ugl Piero Peretti, «ha rilasciato comunque dichiarazioni in cui dice chiaramente che a Sant’Antonio il supermercato Coop non si farà. Fermo restando che il parere del Comune è vincolante, vorrei ricordare al sindaco che tra i firmatari dell’accordo del 31 luglio c’è anche l’assessore Marco Fanfani, da lui delegato.
E che tutti gli altri enti interessati sono invece favorevoli al progetto». Il supermercato dovrebbe sorgere su un’area di circa 3000 metri quadrati nella zona dove sta nascendo il complesso Case, che prevede un 30% da destinare ai servizi. La vicenda si trascina da più di due anni, ma è esplosa all’indomani del terremoto, con la chiusura dei supermercati di Pettino e Pile - inagibili - e l’esproprio, per il progetto Case, dell’area di Sant’Antonio, dove inzialmente era prevista la costruzione di un megacentro commerciale. L’intesa di luglio aveva sancito una riduzione del sito dove realizzare la struttura, scongiurando così il licenziamento dei lavoratori aquilani. «Una vicenda che sta diventando ridicola», dichiara il segretario regionale della Cisl Gianfranco Giorgi, «e alla quale bisogna mettere la parola fine. Il sindaco dica apertamente quello che intende fare: ormai i ritardi sono inaccettabili e se la Coop, come annunciato, andrà avanti con i licenziamenti, l’occupazione territoriale subirà l’ennesimo schiaffo».