Coppito, caos mensa universitaria: «Presto in piazza se non si cambia» 

L’Udu denuncia la condizione di migliaia di studenti residenti nella zona ovest lasciati senza la cena Da sciogliere anche il nodo graduatorie per le borse all’ateneo: «Esclusi gli iscritti a Scienze umane»

L’AQUILA. «Cercasi mensa a cena». È quanto si legge su uno striscione che da giorni campeggia sulla balaustra di una scala interna al polo universitario di Coppito. Anche se, a giudicare dalla fila di studenti “affamati”, e da quelli che consumano un pasto sulle gradinate della facoltà in mancanza di un posto a tavola, vien da pensare che serva anche a pranzo. A meno di un anno dall’inaugurazione dei nuovi spazi di refezione universitaria messi a disposizione dall’Adsu in via dell’Arcivescovado – nella centralissima piazza Duomo – e dalla riconversione della caserma Campomizzi, la coperta sembra ancora corta, almeno a detta dell’Unione degli universitari L’Aquila, autori dello striscione. Così, se il problema del sovraffollamento in pausa pranzo è stato attutito dall’apertura anticipata del servizio, così da decongestionare per quanto possibile file, attese e mancanza di posti a tavola, restano tuttora diversi nodi da sciogliere, come conferma Giacomo Cipollone, neo-membro dell’esecutivo di Udu L’Aquila, nonché referente rispetto alle problematiche relative al polo universitario di Coppito. «Sull’apertura della mensa di Coppito in orario serale», spiega Cipollone, «diversi mesi fa avevamo organizzato una petizione con 1300 firme, poi presentata in consiglio studentesco e infine approvata in senato accademico, con il Rettore (Edoardo Alesse, ndr)che in quell’occasione ci assicurò di voler interloquire con il direttore di Adsu (Michele Suriani, ndr) per trovare una soluzione. Solo che stiamo tuttora aspettando una risposta. Qui non stiamo parlando del capriccio di chi non ha voglia di farsi la spesa o di cucinare», precisa Cipollone, «ma di un diritto che viene negato a piè pari a tutti quegli studenti più meritevoli o che abbiano un Isee basso, e quindi beneficiari di borse di studio che includono anche una certa quota per il vitto. Servizio, questo, che a Coppito non solo non viene fornito in orario serale, ma che in alternativa non viene neanche monetizzato, come invece prevede la normativa in caso di mancata erogazione». Un servizio dunque fruito male, e nato peggio, a detta dell’Udu, «con gli oltre 200 studenti di Scienze Umane esclusi da ogni graduatoria di assegnazione delle borse di studio, e con tutti gli altri che, per quanto idonei e beneficiari, si ritrovano a non poter fruire di alcun pasto in orario serale, perché impossibilitati a raggiungere il centro città da Coppito o Pettino», laddove i beneficiari ammonterebbero a oltre 2mila, stando ai calcoli di Cipollone. «Venuti meno i canali formali, stiamo quindi valutando di passare all’azione. Siamo solo indecisi se farlo per gradi tramite un’assemblea, o se scendere direttamente in piazza per rivendicare un diritto che ci spetta».
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