Corruzione, scoperti prestanome coinvolti nei lavori post-sisma

Polizia di Pescara in prefettura per spulciare le liste delle ditte «affidabili». La verità nei computer di Fontana

L’AQUILA. Prestanome della galassia Ecosfera hanno lavorato nella ricostruzione post-sisma. Alcuni lavori sono stati già realizzati. Altri, invece, si accingevano ad avviarli. Dietro l’abito pulito di società collegate. Fino a quando non è arrivata la Mobile di Pescara a irrompere sulla scena. Non solo fondi europei del progetto Ipa-Adriatico, dunque, per il colosso di multiforme ingegno che, secondo l’accusa, ha potuto contare su appoggi forti anche per mettere le mani sugli appetitosi fondi della ricostruzione. Parte da questo assunto l’accusa che ha portato alle perquisizioni nelle case e negli uffici di tre personaggi-chiave delle strutture tecniche di derivazione commissariale e di loro consulenti. La figura di primo piano è quella dell’architetto Gaetano Fontana, capo della struttura tecnica di missione, seguito dal suo stretto collaboratore Enrico Nigris, già presidente e amministratore delegato di Ecosfera spa e oggi dirigente dello stesso ufficio tecnico, e dal docente universitario e libero professionista Marco D’Annuntiis che ha ricevuto un incarico dal Comune di Barete per lavorare al piano di ricostruzione di quel paese. E che ha lavorato anche per Barisciano, attraverso una facoltà «creata a dicembre 2009 e diventata operativa non prima di febbraio-marzo 2010, un anno dopo il terremoto», come va predicando da mesi il consigliere d’opposizione Walter Salvatore, e per Ocre, oltre alla frazione aquilana di Tempera.

DAL PREFETTO. Gli uomini di Pierfrancesco Muriana sono stati avvistati in una trasferta alla prefettura dell’Aquila, dove sono andati per verificare se le ditte da loro individuate come riconducibili alla galassia Ecosfera, anche attraverso l’utilizzo di prestanome, siano state inserite negli elenchi delle imprese considerate affidabili. Più di una società di prestanome, secondo gli investigatori, è stata creata allo scopo di occultare la presenza di Ecosfera nei lavori della ricostruzione e, comunque, in affari con gruppi sospetti.

I FILE DI FONTANA. Stamani, negli uffici del consulente informatico di fiducia degli investigatori, prende il via la fase peritale. Non si tratta, tuttavia, di un incidente probatorio. Saranno assenti, pertanto, sia l’indagato Fontana sia i suoi avvocati difensori. Al braccio destro di Chiodi sono state sequestrate, tra le altre cose, alcune agende e due computer, uno personale e l’altro in uso alla figlia ma di proprietà di Fontana. Nel mirino degli investigatori è destinata a finire anche la complessa fase denominata istruttoria del piano, vale a dire i lavori preparatori affidati alla vecchia struttura tecnica di missione. Alcuni addetti ai lavori sono riusciti a rintracciare la mano di Ecosfera dietro ad alcuni dei primissimi documenti emanati nel dopo-terremoto dalla struttura tecnica di missione.

DUE NUOVI INDAGATI. Mentre si apprende che i nomi nuovi, coperti da segreto, dei sospettati, sono due, mentre gli altri identificati fanno già parte del nucleo centrale dell’inchiesta Caligola 1 che a gennaio scorso ha portato a 8 arresti, il sindaco di Barete Leonardo Gattuso precisa che «il costo complessivo e definitivo del piano di ricostruzione del mio Comune ammonta a circa 75mila euro, Iva compresa, per l’incarico conferito attraverso consulenza esterna all’architetto D’Annuntiis. Abbiamo operato non in via diretta ma, come richiesto dalla struttura di missione, con procedura negoziata come previsto dal testo unico degli appalti. Ci è stata autorizzata una spesa di 80mila euro e siamo arrivati ai 62mila più Iva. Tutto regolare».

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