Corse clandestine di cavalli sulle strade di Avezzano
Il rettilineo di via Volta chiuso abusivamente: si sospetta il ritorno alle scommesse. Nel 2008 smantellata un’organizzazione da 100mila euro a gara gestita da rom
AVEZZANO. Gare clandestine di cavalli per un presunto giro di scommesse illegali. La Procura sta indagando su un fenomeno tornato di moda nelle ultime settimane. L’ultimo episodio ieri mattina in via Volta, lungo lo stradone nella zona industriale di Avezzano, proprio di fronte alla Fiamm, la fabbrica delle batterie. Approfittando della domenica, quando la maggior parte delle aziende è chiusa e non c’è il consueto traffico di camion, una cinquantina di persone ha dato vita a un corsa di cavalli. Tutto organizzato nel dettaglio, anche con vedette pronte a dare l’allarme in caso di avvistamenti non graditi. La strada è stata bloccata abusivamente da alcune auto sistemate di traverso, fino a via Trara, e verso le 11,30 bighe e fantini hanno dato vita alla corsa. Alla presenza, si presume, di allibratori arrivati anche da altre zone del centro sud Italia. Nelle ultime domeniche si sarebbero ripresentate scene simili e sempre in via Volta. Il sospetto degli inquirenti è che si sta ripetendo quanto già accaduto negli anni scorsi, almeno fino a novembre 2008. Risale a questo periodo, infatti, la maxi operazione dei carabinieri che portò a smantellare un'organizzazione che ad Avezzano era specializzata in gare illegali con i cavalli. Gli indagati furono 33. Un'organizzazione ben ramificata, come riuscirono a ricostruire gli inquirenti, composta quasi esclusivamente da rom di famiglie residenti ad Avezzano e nelle province di Frosinone e Rieti. Ma il giro delle scommesse arrivava a toccare anche il Teramano e il Pescarese. Le accuse in concorso andavano dall’organizzazione di corse e scommesse clandestine alla violenza privata. Quest'ultimo reato era riferito alla illegale chiusura al traffico del rettilineo della zona industriale. I carabinieri arrivarono a sequestrare trenta cavalli da corsa, oltre a dodici stalle. Fu escluso l’utilizzo di sostanze dopanti sugli animali. Per la Procura era rilevante il volume d'affari che, a seconda del periodo dell'anno e del numero di concorrenti, andava dai 20 ai 100mila euro. Le indagini scattarono dopo una denuncia della Lega antivivisezione: le guardie zoofile, nel marzo 2008, si infiltrarono tra gli scommettitori, filmarono le corse e presentarono un dettagliato esposto.
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