tagliacozzo

Crisi risolta, Di Marco Testa attaccato dalle opposizioni

TAGLIACOZZO. Non si aspettava certo i fuochi d'artificio il sindaco, per essere riuscito a ricucire la maggioranza. Ma qualche apprezzamento, per aver impedito lo scioglimento del consiglio, in cuor...

TAGLIACOZZO. Non si aspettava certo i fuochi d'artificio il sindaco, per essere riuscito a ricucire la maggioranza. Ma qualche apprezzamento, per aver impedito lo scioglimento del consiglio, in cuor suo lo sperava. Invece è stato fatto bersaglio, insieme alla giunta, di critiche feroci. Le opposizioni che, con l'aiuto del gruppo dei dissidenti, speravano nelle elezioni anticipate, di fronte alla ritrovata compattezza della maggioranza, non ci hanno visto più. E per ben cinque ore hanno menato fendenti senza risparmiare nessuno. L'amministrazione è stata accusata di «Immobilismo disarmante» (Bruno Rossi), «mancata trasparenza» (Giampiero Pendenza), «spese folli» (Vincenzo Giovagnorio), di «danneggiare i cittadini, consentendo alle pompe di benzina di rimanere chiuse nei giorni festivi» (Roberto Giovagnorio). Ma le frecciate più velenose sono state scagliate contro Paolo Rapo e Antonio Amicucci, due dei tre consiglieri dissidenti rientrati nella maggioranza. Alfonso Gargano, invece, è rimasto fermo sulle sue posizioni. Rapo e Amicucci sono stati accusati dalle opposizini di «avere anteposto gli interessi personali a quelli dei cittadini». «Abbiamo fatto questa scelta», è stata la secca replica di Rapo, «per senso di responsabilità e non per il posto».

©RIPRODUZIONE RISERVATA