Cristo morto riunisce la città dispersaMigliaia alla processione in centro
Migliaia di aquilani alla processione nel centro storico puntellato
L'AQUILA. La tradizione sembrava sfatata. Ma proprio mentre la processione stava sfilando per il corso, prima di raggiungere piazza Duomo, qualche goccia di pioggia è caduta sui simulacri di Remo Brindisi e sulle migliaia di fedeli che anche quest'anno hanno partecipato al rito del Venerdì Santo. Un corteo particolarmente silenzioso e composto ha seguito il Cristo morto tra le vie della città ferita dal terremoto. Puntualissima la processione è uscita dalla basilica di San Bernardino alle 20. Un serpentone di gente ha poi riempito le vie della città, seguendo un percorso più lungo rispetto a quello dello scorso anno, da Porta Castello a piazza Regina Margherita, poi tutto corso Vittorio Emanuele, piazza Duomo e ritorno, dai Quattro cantoni, a San Bernardino. Un percorso del dolore, nei luoghi della memoria degli aquilani che in silenzio, dietro ai simulacri, sono tornati a calpestare i sampietrini di strade sempre meno frequentate.
Al termine della processione, rientrata in basilica intorno alle 21,30, l'arcivescovo Giuseppe Molinari, presente l'ausiliare Giovanni D'Ercole, ha tenuto un'omelia sulla Passione di Cristo. «Signore, aiutaci a riconoscere i nostri errori e i nostri peccati», ha detto, facendo poi riferimento al terremoto e alla sofferenza che ha portato con sé. «Permettici di vedere presto la luce, di uscire dal buio e dalla disperazione in una Pasqua di vera resurrezione». A scandire i tempi della processione i gruppi e le associazioni corali cittadine, coordinati da Vincenzo Vivio e diretti da Carlo Mantini. Il coro è stato accompagnato dai violini e dai flauti degli alunni delle scuole medie Mazzini e Alighieri. Durante la processione Liliana Lolli e Carlo Gizzi hanno letto una lunga riflessione sul significato del Venerdì Santo. Non è mancata la bandiera neroverde, inalberata da un cittadino che ha sfilato in corteo.
I RITI DI OGGI. Con la benedizione del fuoco sul sagrato di Collemaggio, stasera alle 22,30 l'arcivescovo Molinari avvia i riti della veglia pasquale che prosegue in basilica. Alle 19 veglia nella cappella di Sant'Alessio dell'ospedale, con benedizione dell'acqua lustrale e rinnovazione delle promesse battesimali.
Al termine della processione, rientrata in basilica intorno alle 21,30, l'arcivescovo Giuseppe Molinari, presente l'ausiliare Giovanni D'Ercole, ha tenuto un'omelia sulla Passione di Cristo. «Signore, aiutaci a riconoscere i nostri errori e i nostri peccati», ha detto, facendo poi riferimento al terremoto e alla sofferenza che ha portato con sé. «Permettici di vedere presto la luce, di uscire dal buio e dalla disperazione in una Pasqua di vera resurrezione». A scandire i tempi della processione i gruppi e le associazioni corali cittadine, coordinati da Vincenzo Vivio e diretti da Carlo Mantini. Il coro è stato accompagnato dai violini e dai flauti degli alunni delle scuole medie Mazzini e Alighieri. Durante la processione Liliana Lolli e Carlo Gizzi hanno letto una lunga riflessione sul significato del Venerdì Santo. Non è mancata la bandiera neroverde, inalberata da un cittadino che ha sfilato in corteo.
I RITI DI OGGI. Con la benedizione del fuoco sul sagrato di Collemaggio, stasera alle 22,30 l'arcivescovo Molinari avvia i riti della veglia pasquale che prosegue in basilica. Alle 19 veglia nella cappella di Sant'Alessio dell'ospedale, con benedizione dell'acqua lustrale e rinnovazione delle promesse battesimali.
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