Crolla palco Pausini, parte l'inchiesta sulla morte dell'operaio
La morte di Matteo Armelini dipendente della cooperativa Insieme di Castelvecchio Subequo, nell'Aquilano: inviate alla procura le prime testimonianze sul crollo raccolte dalla squadra mobile
L'AQUILA. Muove i primi passi l'inchiesta sul cedimento di una parte della struttura del palco per il concerto a Reggio Calabria di Laura Pausini che ha provocato la morte del tecnico Matteo Armellini. Stamane gli agenti della squadra mobile hanno depositato al sostituto procuratore Rosario Ferracane una informativa all'interno della quale sono state raccolte le testimonianze di coloro che hanno assistito all'incidente. Per individuarne le cause però serviranno alcune perizie tecniche sulla struttura utilizzata per il palco. Nelle prossime ore la Procura deciderà quando affidare l'incarico per l'autopsia e quello relativo alle perizie tecniche. Al vaglio degli inquirenti c'è l'ipotesi di un cedimento della struttura reticolare circolare al palco, forse per il peso delle attrezzature e degli stessi operai che vi stavano lavorando. Intanto, nel rispetto del lutto per Matteo Armellini, Laura Pausini ha deciso lo stop per due settimane all'Inedito World tour.
Lo spettacolo ripartirà da Firenze il prossimo 18 marzo e ciascuna replica, fino a fine anno sarà dedicata a Matteo Armellini. E mentre migliorano le condizioni dei due operai rimasti feriti nel crollo della struttura stamane all'obitorio dell'ospedale di Reggio Calabria i familiari e gli amici di Matteo Armellini si sono stretti nel loro dolore in attesa di poter riavere la salma e di celebrare i funerali. Gli amici che conoscevano Matteo ancora sono increduli per quanto accaduto. "Ci sembra tutto un sogno, un brutto sogno", continuano a ripetersi mentre solcano la via adiacente all'ospedale di Reggio. Ed è affranta dal dolore anche Laura Pausini che ha lasciato la città dello Stretto insieme ai musicisti, coristi e ballerini che si sarebbero dovuti esibire nel concerto di ieri. L'artista è rimasta protetta in uno stretto riserbo ed ha ribadito ai suoi più stretti collaboratori di non voler rilasciare dichiarazioni sull'accaduto.
Dal mondo dello spettacolo, intanto, arriva il grido d'allarme per innalzare gli standard di sicurezza. Lo storico organizzatore del Primo Maggio, Marco Godano, ed il segretario nazionale della Filca-Cisl, Franco Turri, hanno proposto che il prossimo concertone della festa dei lavoratori sia un'occasione per "mettere insieme i pensieri di promoter, organizzatori, produttori, costruttori e associazioni del settore come Assomusica, per vedere se può nascere un'idea di un protocollo di formazione e sicurezza che aiuti e innalzi gli standard della sicurezza sul lavoro". E non mancano le polemiche su alcune affermazioni fatte dal cantante Eros Ramazzotti sui livelli di sicurezza delle strutture al Sud. Per il promoter calabrese e dirigente nazionale di Assomusica, Ruggero Pegna, alcuni cantanti "farebbero bene a limitarsi a cantare per evitare di dire stupidaggini. Le affermazioni di Ramazzotti sono prive di cognizioni di causa". Sullo stesso tenore è l'intervento dell'eurodeputata del Pdl, Eminia Mazzoni, secondo la quale Ramazzotti può continuare a "non cantare al sud, ma la tragedia calabrese non ha confini geografici. Si muore sul lavoro a Reggio Calabria come a Trieste. Il tema è la sicurezza sul lavoro".
Lo spettacolo ripartirà da Firenze il prossimo 18 marzo e ciascuna replica, fino a fine anno sarà dedicata a Matteo Armellini. E mentre migliorano le condizioni dei due operai rimasti feriti nel crollo della struttura stamane all'obitorio dell'ospedale di Reggio Calabria i familiari e gli amici di Matteo Armellini si sono stretti nel loro dolore in attesa di poter riavere la salma e di celebrare i funerali. Gli amici che conoscevano Matteo ancora sono increduli per quanto accaduto. "Ci sembra tutto un sogno, un brutto sogno", continuano a ripetersi mentre solcano la via adiacente all'ospedale di Reggio. Ed è affranta dal dolore anche Laura Pausini che ha lasciato la città dello Stretto insieme ai musicisti, coristi e ballerini che si sarebbero dovuti esibire nel concerto di ieri. L'artista è rimasta protetta in uno stretto riserbo ed ha ribadito ai suoi più stretti collaboratori di non voler rilasciare dichiarazioni sull'accaduto.
Dal mondo dello spettacolo, intanto, arriva il grido d'allarme per innalzare gli standard di sicurezza. Lo storico organizzatore del Primo Maggio, Marco Godano, ed il segretario nazionale della Filca-Cisl, Franco Turri, hanno proposto che il prossimo concertone della festa dei lavoratori sia un'occasione per "mettere insieme i pensieri di promoter, organizzatori, produttori, costruttori e associazioni del settore come Assomusica, per vedere se può nascere un'idea di un protocollo di formazione e sicurezza che aiuti e innalzi gli standard della sicurezza sul lavoro". E non mancano le polemiche su alcune affermazioni fatte dal cantante Eros Ramazzotti sui livelli di sicurezza delle strutture al Sud. Per il promoter calabrese e dirigente nazionale di Assomusica, Ruggero Pegna, alcuni cantanti "farebbero bene a limitarsi a cantare per evitare di dire stupidaggini. Le affermazioni di Ramazzotti sono prive di cognizioni di causa". Sullo stesso tenore è l'intervento dell'eurodeputata del Pdl, Eminia Mazzoni, secondo la quale Ramazzotti può continuare a "non cantare al sud, ma la tragedia calabrese non ha confini geografici. Si muore sul lavoro a Reggio Calabria come a Trieste. Il tema è la sicurezza sul lavoro".