Crolli, il giudice firma due archiviazioni
Riguardano Irti e Fracassi coinvolti per la sede di Ingegneria
L'AQUILA. Prime due archiviazioni nelle inchieste sui crolli. Infatti il gip ha tirato definitivamente fuori dall'inchiesta due persone in seguito al crollo della sede della facoltà di Ingegneria. Si tratta di Mauro Irti dell'Aquila e Alessandro Fracassi di Avezzano. Il provvedimento, non scontato visto che il gip poteva opporsi all'archivazione, era nell'aria da mesi ma solo da pochi giorni è stato firmato. «Non è stato evidenziato nessun elemento sufficiente e idoneo a sostenere l'accusa» si legge nel decreto ritirato dall'avvocato Ersilia Lancia che assiste Fracassi. Per Fracassi è stato dimostrato che non si occupava della direzione dei lavori nel periodo nel quale fu realizzata la parte della sede della facoltà a Roio crollata a causa del sisma.
Per quanto riguarda Irti l'avvocato Massimo Carosi ha dimostrato, carte alla mano e dopo la presentazione di una memoria, che il suo assistito non era direttore dei lavori e nemmeno poteva esserlo non avendone i requisiti.
L'udienza sul crollo della struttura, realizzata all'inizio degli anno novanta, proseguirà dopo la interruzione dei termini. Al momento sotto accusa per disastro colposo ci sono i progettisti Ludovico Rolli e Giulio Fioravanti di Roma e Massimo Calda di Bologna. Imputati anche gli ingegneri Carmine Benedetto, aquilano, Sergio Basile, Ernesto Papale e Giovanni Cecere. Non è stata presentata istanza di rimessione alla Cassazione e questo permetterà una rapida definizione del fascicolo. Va anche precisato che l'Ateneo aquilano, tramite l'Avvocatura ha presentato nel corso di una udienza preliminare una forte richiesta di danni nei riguardi degli accusati: l'Università ha invocato un risarcimento di oltre 9 milioni di euro complessivi, 5,6 milioni di euro per i danni patrimoniali e 4 milioni per i danni non patrimoniali di immagine e, in particolare, per le mancate iscrizioni dopo il crollo; infatti prima del sisma gli iscritti erano circa 27mila mentre adesso sono circa 23 mila.
I periti della procura, del resto, avevano ipotizzato che qualora il terremoto ci fosse stato durante le ore di lezione potevano esserci duemila morti. Una considerazione che forse ha indotto alcuni a iscriversi altrove. La costitituzione di parte civile è stata contestat da parte dei difensori tra i quali gli aquilani, Giulio Agnelli e Raniero Marinucci.
La prima perizia, quella disposta dalla procura della Repubblica, non è stata molto tenera con gli accusati visto che, in relazione al crollo della struttura, realizzata nei primi anni novanta, ha parlato di «progetti incompleti dove mancavano dettagli architettonici relative all'ancoraggio e all'appoggio delle coperture inclinate». Il giudice ha disposto che al perito Paolo Venditti, sia affidata una nuova perizia da cui dipenderà l'esito dell'udienza.
Per quanto riguarda Irti l'avvocato Massimo Carosi ha dimostrato, carte alla mano e dopo la presentazione di una memoria, che il suo assistito non era direttore dei lavori e nemmeno poteva esserlo non avendone i requisiti.
L'udienza sul crollo della struttura, realizzata all'inizio degli anno novanta, proseguirà dopo la interruzione dei termini. Al momento sotto accusa per disastro colposo ci sono i progettisti Ludovico Rolli e Giulio Fioravanti di Roma e Massimo Calda di Bologna. Imputati anche gli ingegneri Carmine Benedetto, aquilano, Sergio Basile, Ernesto Papale e Giovanni Cecere. Non è stata presentata istanza di rimessione alla Cassazione e questo permetterà una rapida definizione del fascicolo. Va anche precisato che l'Ateneo aquilano, tramite l'Avvocatura ha presentato nel corso di una udienza preliminare una forte richiesta di danni nei riguardi degli accusati: l'Università ha invocato un risarcimento di oltre 9 milioni di euro complessivi, 5,6 milioni di euro per i danni patrimoniali e 4 milioni per i danni non patrimoniali di immagine e, in particolare, per le mancate iscrizioni dopo il crollo; infatti prima del sisma gli iscritti erano circa 27mila mentre adesso sono circa 23 mila.
I periti della procura, del resto, avevano ipotizzato che qualora il terremoto ci fosse stato durante le ore di lezione potevano esserci duemila morti. Una considerazione che forse ha indotto alcuni a iscriversi altrove. La costitituzione di parte civile è stata contestat da parte dei difensori tra i quali gli aquilani, Giulio Agnelli e Raniero Marinucci.
La prima perizia, quella disposta dalla procura della Repubblica, non è stata molto tenera con gli accusati visto che, in relazione al crollo della struttura, realizzata nei primi anni novanta, ha parlato di «progetti incompleti dove mancavano dettagli architettonici relative all'ancoraggio e all'appoggio delle coperture inclinate». Il giudice ha disposto che al perito Paolo Venditti, sia affidata una nuova perizia da cui dipenderà l'esito dell'udienza.
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