Da Barca un sì al Comune unico

Il ministro si dice favorevole all’unione di 60 municipalità tra Sulmona e Popoli. Frenano i politici locali

SULMONA. Il futuro passa attraverso alleanze e coalizioni di più Comuni. Parola del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca ieri in città al convegno sul tema municipalità unica, organizzato dal Movimento ripensiamo il territorio. L’aula magna gremita del liceo scientifico Fermi e la banda degli studenti hanno accolto calorosamente il ministro del governo tecnico. «Le coalizioni si fanno sui progetti condivisi che mantengono le varie identità e si focalizzano su alcune tipicità da cui partire per ottenere finanziamenti europei», ha detto Barca alla platea, «le fusioni invece sono più complesse dal punto di vista normativo e procedurale. Per questo col governo stiamo lavorando alla deroga al patto di stabilità per le spese connesse allo sviluppo».

GLI ESPERTI. Conferme in tal senso sono arrivate anche dai professori universitari che hanno partecipato al convegno, Fabrizio Politi, docente di diritto costituzionale all’università dell’Aquila, Roberto Mascarucci della facoltà di Architettura Chieti-Pescara, e Antonio Calafati del Politecnico delle Marche e presidente della commissione ministeriale per la Coesione territoriale. GLI IMPRENDITORI. Fabio Spinosa Pingue, presidente provinciale di Confindustria, ha ricordato come le famiglie e le imprese siano già pronte a raccoglierla, «perché territori efficienti e uniti significano competitività e servizi».

L’ESEMPIO. Il piccolo Comune del Modenese ha raggruppato cinque municipalità raggiungendo 30mila abitanti e ottenendo 18 milioni di euro da Regione e Stato, oltre che un risparmio annuo di circa 400mila euro per l’unificazione di giunte e consigli comunali. Umberto Costantini, consigliere comunale di Spilamberto di appena 24 anni, è stato fra i promotori dell’unione e ha riportato ieri la sua esperienza. «Dopo essere stato eletto consigliere a 21 anni iniziavo a perdere entusiasmo taglio dopo taglio ai servizi», è intervenuto col suo entusiasmo contagioso, «da lì mi è venuta l’idea dell’unione dei nostri piccoli Comuni per salvare i servizi. Avere meno sindaci significa averne di più bravi perché la competizione aumenta e le identità non si perdono. L’Europa è la nostra patria e sognare può farci solo bene. Io ho creduto nel mio sogno».

LE SCUOLE. Connesso al nuovo modello di territorio è il mondo della scuola, come ha avidenziato Massimo Di Paolo, preside del Fermi. «Ripensare una zona significa sincronizzare i trasporti pubblici sulle esigenze delle scuole e degli studenti che sono i principali utenti», ha spiegato. Hanno sottolineato i vantaggi dell'unione anche i tre studenti che hanno preso la parola: Francesco Domenicucci del liceo scientifico di Popoli, Valentina Zallu del Patini di Castel Di Sangro e Luca Del Rosso del Vico di Sulmona.

IL PROGETTO. La proposta dell'unione dei Comuni è stata illustrata da Tiziana Federico del Movimento ripensiamo il territorio. Il progetto prevede di unire più di 50 Comuni da Pescasseroli a Torre de Passeri, per un totale di 90mila abitanti su 120 chilometri. «Più in la ci faremo promotori di un referendum in tal senso», ha annunciato Giovanni Natale, uno degli organizzatori.

I POLITICI. Hanno raffreddato gli entusiasmi i sindaci di Sulmona Fabio Federico e Antonio De Crescentiis che in un divertente scambio di battute hanno ricordato il campanilismo della zona. Fra i sostenitori, invece, il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano.

Federica Pantano

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