Da diciotto giorni accampati in tendaCresce la protesta davanti alla clinica
I dipendenti delle clinica Santa Maria chiedono la vendita della struttura sanitaria
AVEZZANO. In tenda ormai da 18 giorni per un posto di lavoro. Sono i dipendenti della clinica Santa Maria che non mollano nonostante le difficoltà che comporta una protesta così estrema come quella di presidiare la struttura sanitaria notte e giorno, senza sosta. A turni di due o quattro persone mangiano, guardano la tv, dormono nel tendone montato davanti al piazzale della Casa di Cura del gruppo Villa Pini chiusa ormai da mesi.
Non sono disposti a fermare l'azione dimostrativa fino a quando l'attività sanitaria non riprenderà. Tutto è nelle mani del sub commissario regionale alla Sanità, Giovanna Baraldi. In un incontro con la curatrice fallimentare del gruppo Giuseppina Ivone, il direttore generale della Asl, Giancarlo Silveri e il sindaco di Avezzano, Antonio Floris, si era impegnata a formalizzare un'intesa che avrebbe portato alla vendita della clinica.
In dettaglio, l'accordo prevedeva l'accreditamento di 22 posti letto per i reparti di Chirurgia e Ginecologia, con un budget di oltre quattro milioni di euro.
Ci sarebbe quindi la perdita definitiva del centro nascite, prevista da una legge nazionale che prevede un minimo di ottocento parti all'anno. La Santa Maria arrivava a cinquecento.
Gli altri due reparti sarebbero però in grado di rendere la struttura sanitaria appetibile a eventuali venditori. Così i lavoratori, stanchi delle promesse, non si accontentano di una semplice assicurazione e attendono un documento scritto dalla Baraldi.
La stessa cosa vale per la curatrice fallimentare. Per ora, però, dal commissario non c'è alcuna conferma ufficiale. Così i lavoratori stanno portando avanti una protesta senza precedenti, accampati come fossero terremotati. Hanno montato le brandine, installato un'antenna per la tv, e c'è anche un cucinotto.
«Nonostante le difficoltà che comporta questo tipo di protesta», spiegano i lavoratori, «non ci fermeremo. Molti di noi si sono anche ammalati a causa del freddo e c'è chi sta rinunciando a una parte importante della propria vita privata. Ma questo non ci ferma e andremo avanti a oltranza finché la dottoressa Giovanna Baraldi non ci darà garanzie come promesso pochi giorni fa in Comune di fronte ad autorevoli testimoni». La possibilità di mettere all'asta la clinica potrebbe dare nuovo vigore a una struttura sanitaria che è stata per anni un punto di riferimento per l'intera comunità avezzanese e marsicana.
Non sono disposti a fermare l'azione dimostrativa fino a quando l'attività sanitaria non riprenderà. Tutto è nelle mani del sub commissario regionale alla Sanità, Giovanna Baraldi. In un incontro con la curatrice fallimentare del gruppo Giuseppina Ivone, il direttore generale della Asl, Giancarlo Silveri e il sindaco di Avezzano, Antonio Floris, si era impegnata a formalizzare un'intesa che avrebbe portato alla vendita della clinica.
In dettaglio, l'accordo prevedeva l'accreditamento di 22 posti letto per i reparti di Chirurgia e Ginecologia, con un budget di oltre quattro milioni di euro.
Ci sarebbe quindi la perdita definitiva del centro nascite, prevista da una legge nazionale che prevede un minimo di ottocento parti all'anno. La Santa Maria arrivava a cinquecento.
Gli altri due reparti sarebbero però in grado di rendere la struttura sanitaria appetibile a eventuali venditori. Così i lavoratori, stanchi delle promesse, non si accontentano di una semplice assicurazione e attendono un documento scritto dalla Baraldi.
La stessa cosa vale per la curatrice fallimentare. Per ora, però, dal commissario non c'è alcuna conferma ufficiale. Così i lavoratori stanno portando avanti una protesta senza precedenti, accampati come fossero terremotati. Hanno montato le brandine, installato un'antenna per la tv, e c'è anche un cucinotto.
«Nonostante le difficoltà che comporta questo tipo di protesta», spiegano i lavoratori, «non ci fermeremo. Molti di noi si sono anche ammalati a causa del freddo e c'è chi sta rinunciando a una parte importante della propria vita privata. Ma questo non ci ferma e andremo avanti a oltranza finché la dottoressa Giovanna Baraldi non ci darà garanzie come promesso pochi giorni fa in Comune di fronte ad autorevoli testimoni». La possibilità di mettere all'asta la clinica potrebbe dare nuovo vigore a una struttura sanitaria che è stata per anni un punto di riferimento per l'intera comunità avezzanese e marsicana.
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