De Matteis con la bandiera «Una protesta inutile»

Consiglio comunale straordinario sulla ricostruzione ma i conti non tornano L’assessore Di Stefano: per avviare il programma servono subito 820 milioni

L’AQUILA. «Per attivare il programma della ricostruzione servono subito 820 milioni. In cassa ce ne sono 156, già tutti impegnati, ed è chiaro che non si ricostruisce solo con le delibere Cipe. Siamo determinati a mettere il governo con le spalle al muro». La dichiarazione dell’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano arriva dopo che hanno già preso la parola molti consiglieri, sia dai banchi dell’opposizione che della maggioranza. Il consiglio comunale straordinario convocato per fare il punto della situazione sulle risorse necessarie a far partire i cantieri assume un’altra piega, quando in aula entra il sindaco Massimo Cialente, di ritorno dalla Capitale. L’assise si ferma ad ascoltare il resoconto del sindaco e i successivi interventi, da entrambi gli schieramenti, sono di commento a quanto accaduto nella convulsa giornata del primo cittadino. Dietro le spalle dei consiglieri della minoranza campeggia il tricolore, a mo’ di provocazione rispetto al gesto del sindaco, che ha fatto rimuovere la bandiera. C’è chi chiede al presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti di ripristinare la normalità ma anche lui solidarizza con Cialente. E in serata verrà presentato un ordine del giorno dell’opposizione per far tornare la bandiera al suo posto. Ma le prese di posizione non sono unitarie. Se Giorgio De Matteis non risparmia bordate nei confronti «dell’ennesimo pistolotto sulle responsabilità» sottolineando che «Cialente non ha portato a casa nulla», alcuni consiglieri della minoranza, come Emanuele Imprudente e Roberto Tinari, parlano di «momento drammatico per la città» e invitano il sindaco a rimanere al suo posto. De Matteis, che ha sistemato un tricolore sul suo banco, ha poi discusso in maniera vivace con Giustino Masciocco di Sel, dopo aver rimarcato che «a conti fatti, dopo un mese di estemporanee manifestazioni di protesta, Cialente porta a casa quello che il ministro Barca aveva già messo in conto e finisce col buttarla sullo strappalacrime, senza un briciolo di autocritica». Masciocco fa la cronistoria dei fondi destinati dallo Stato al cratere e punta il dito sulla Regione, «che non ha partorito neanche una legge per il capoluogo». A sorpresa Tinari chiede al sindaco di «non abbandonare, perché rappresenta il male minore, per questa città». Anche Imprudente ammette che «se Cialente annaspa, annaspa l’intera città e quindi siamo col sindaco, quando rivendica nei confronti dello Stato risorse certe e costanti». Dalla maggioranza l’appello è all’unità: «Non è il momento del gioco delle parti», afferma Maurizio Capri. «Probabilmente tutti abbiamo sottovalutato la situazione, quando abbiamo visto che all’Emilia venivano assegnati 6 miliardi».

Romana Scopano

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