"Decreto, i fondi non bastano"
Ricostruzione, assemblea all’Aquila. Pezzopane: la Camera intervenga
L’AQUILA. Il decreto sulla ricostruzione è passato al senato ma all’Aquila sono rimasti dubbi e incertezze. Sindaci e cittadini si interrogano sull’ammontare dei fondi, sulla loro erogazione, sui tempi di abbandono delle tende, sulla realizzazione delle case anti-sismiche, sui benefici che avranno i 49 comuni del «cratere» ma anche quali sostegni finanziari saranno dati a quei paesi danneggiati ma fuori la fascia A. Oggi ai Giardini della Villa Comunale vicino al Palazzo di Regione ci sara una dibattito conferenza stampa con argomento «Decreto del governo sul terremoto». Una iniziativa alla quale parteciperanno Stefania Pezzopane presidente Provincia L’Aquila, il sindaco Massimo Cialente il deputato Pd, Giovanni Lolli il vice presidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, i sindaci, amministratori locali.
«Questa assemblea», spiega Stefania Pezzopane, «servirà a produrre una mobilitazione per sollecitare la Camera dei deputati a non fare come è stato fatto al Senato dove alcune cose sono state prese in considerazione e altre ignorate. Le cose cancellate non sono di poco conto. In particolare i fondi non sono aumentati e quelli assegnati non bastano, i soldi ci sono solo per l’emergenza e la costruzione delle casette, ma non per la ricostruzione. E’ grave, ad esempio, che nella commissione era stato accolto il principio che i fondi dovevano essere assegnati per le case di proprietà, poi la norma arrivata in aula è stata cambiata e messa la parola “residenti”, questo significa che non si ricostruirà nei centri storici, perchè il 60% delle abitazioni in queste zone sono seconde case, voglio ricordare che in Umbria e nelle Marche sono state rimborsate le seconde case e anche le terze case. Altro problema», prosegue la Pezzopane, «e che gli enti locali non possono recuperare i mancati introiti dalle tasse. I Comuni da due mesi non hanno più introiti però i dipendenti vanno pagati e bisogna evitare i licenziamenti. Il successo più grande finora ottenuto è il rimborso del 100% per le case distrutte, mentre per la Zona Franca erano stati concessi 45 milioni in un anno ora, i fondi, sono stati spalmati in 4 anni. Su questi punti vogliamo che alla Camera siano apportati miglioramenti. Quella di oggi è una riunione istituzionale dove partecipano sindaci e amministratori. Siamo presenti senza casacche politiche uniti dal fatto di essere tutti coinvolti in questa terribile vicenda».
Sulle cose da chiarire e rendere concrete insiste anche Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio regionale. «Vogliamo segnalare con forza e senza etichette politiche che ci sono difficoltà oggettive reali per la ricostruzione», dice De Matteis, «c’è il problema della casa, del centro storico, delle scuole e attività produttive. Servono indicazioni precise. Abbiamo l’impressione che sul terremoto all’Aquila l’attenzione sia alta, ma nei fatti non ci sono decisioni che segnano svolte importanti».
Il decreto dopo il via libera al senato dovrà essere approvato alla Camera, un passaggio che ora accentra l’attenzione perchè tutti sperano che il testo possa essere cambiato. Ieri il Pd con il senatore Giovanni Legnini ha annunciato le proposte che il gruppo presenterà alla Camera. «Noi vogliamo evitare l’assalto alla diligenza», spiega Legnini, «i comuni più colpiti e cioè i 49 del decreto Bertolaso, nonché di quelli che avranno titolo per entrare devono avere l’assoluta priorità. Ma non si può ignorare che decine di altri comuni di tutte e tre le province non sanno come dare risposta ai propri cittadini. Al Senato abbiamo combattuto tenacemente ottenendo alcuni importanti risultati ma purtroppo non quelli suddetti e altri che riguardano i comuni del cratere. Mi auguro che alla Camera si possa ulteriormente migliorare il testo del decreto oppure che il commissario Bertolaso emani ordinanze chiare anche per i comuni esclusi».
«Al commissario Bertolaso», racconta infine Legnini, «ho personalmente citato in Commissione come esempio ciò che è accaduto a Chieti, in Valle Peligna e negli altri comuni delle province di L’Aquila, Pescara e Teramo ed egli ha assicurato che i danni saranno risarciti anche se alle sue parole non sono seguiti i comportamenti concreti del Governo e della maggioranza».
«Questa assemblea», spiega Stefania Pezzopane, «servirà a produrre una mobilitazione per sollecitare la Camera dei deputati a non fare come è stato fatto al Senato dove alcune cose sono state prese in considerazione e altre ignorate. Le cose cancellate non sono di poco conto. In particolare i fondi non sono aumentati e quelli assegnati non bastano, i soldi ci sono solo per l’emergenza e la costruzione delle casette, ma non per la ricostruzione. E’ grave, ad esempio, che nella commissione era stato accolto il principio che i fondi dovevano essere assegnati per le case di proprietà, poi la norma arrivata in aula è stata cambiata e messa la parola “residenti”, questo significa che non si ricostruirà nei centri storici, perchè il 60% delle abitazioni in queste zone sono seconde case, voglio ricordare che in Umbria e nelle Marche sono state rimborsate le seconde case e anche le terze case. Altro problema», prosegue la Pezzopane, «e che gli enti locali non possono recuperare i mancati introiti dalle tasse. I Comuni da due mesi non hanno più introiti però i dipendenti vanno pagati e bisogna evitare i licenziamenti. Il successo più grande finora ottenuto è il rimborso del 100% per le case distrutte, mentre per la Zona Franca erano stati concessi 45 milioni in un anno ora, i fondi, sono stati spalmati in 4 anni. Su questi punti vogliamo che alla Camera siano apportati miglioramenti. Quella di oggi è una riunione istituzionale dove partecipano sindaci e amministratori. Siamo presenti senza casacche politiche uniti dal fatto di essere tutti coinvolti in questa terribile vicenda».
Sulle cose da chiarire e rendere concrete insiste anche Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio regionale. «Vogliamo segnalare con forza e senza etichette politiche che ci sono difficoltà oggettive reali per la ricostruzione», dice De Matteis, «c’è il problema della casa, del centro storico, delle scuole e attività produttive. Servono indicazioni precise. Abbiamo l’impressione che sul terremoto all’Aquila l’attenzione sia alta, ma nei fatti non ci sono decisioni che segnano svolte importanti».
Il decreto dopo il via libera al senato dovrà essere approvato alla Camera, un passaggio che ora accentra l’attenzione perchè tutti sperano che il testo possa essere cambiato. Ieri il Pd con il senatore Giovanni Legnini ha annunciato le proposte che il gruppo presenterà alla Camera. «Noi vogliamo evitare l’assalto alla diligenza», spiega Legnini, «i comuni più colpiti e cioè i 49 del decreto Bertolaso, nonché di quelli che avranno titolo per entrare devono avere l’assoluta priorità. Ma non si può ignorare che decine di altri comuni di tutte e tre le province non sanno come dare risposta ai propri cittadini. Al Senato abbiamo combattuto tenacemente ottenendo alcuni importanti risultati ma purtroppo non quelli suddetti e altri che riguardano i comuni del cratere. Mi auguro che alla Camera si possa ulteriormente migliorare il testo del decreto oppure che il commissario Bertolaso emani ordinanze chiare anche per i comuni esclusi».
«Al commissario Bertolaso», racconta infine Legnini, «ho personalmente citato in Commissione come esempio ciò che è accaduto a Chieti, in Valle Peligna e negli altri comuni delle province di L’Aquila, Pescara e Teramo ed egli ha assicurato che i danni saranno risarciti anche se alle sue parole non sono seguiti i comportamenti concreti del Governo e della maggioranza».