Decreto ricostruzione per i tecnici va riscritto
L’Ordine degli Ingegneri: è pensato per un sisma che non è quello dell’Aquila Per l’assessore Di Stefano consentirà di definire subito il contributo
L’AQUILA. Un decreto che va riscritto. La sollecitazione arriva dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Paolo De Santis, secondo cui «l’analisi della bozza del decreto che la presidenza del Consiglio dei ministri dovrà emanare, ha fatto emergere altre incoerenze e contraddizioni, tali da spingere gli ordini professionali ad esprimere notevole perplessità sulla sua concreta applicazione». Per De Santis «il decreto è asimmetrico nei confronti del cittadino, non prevedendo in modo chiaro la programmazione degli interventi e i tempi per l’esame dei progetti e per il rilascio degli indennizzi agli aventi diritto». Altro aspetto poco chiaro per gli ordini professionali, alcuni giorni fa usciti insoddisfatti da un incontro con il Comune, è quello del livello di sicurezza sismica . «Apprezziamo la volontà, da parte dello Stato, di investire sulla prevenzione del rischio, della quale tanto si parla» afferma De Santis. «Purtroppo la strada per il raggiungimento di tale obiettivo non è praticabile alla luce degli indennizzi previsti. Anche la griglia che consente il calcolo del livello di costo dovrà essere rivista. Da simulazioni effettuate, infatti, è evidente che con l’attuale impostazione metodologica della griglia, le risorse da concedere dovranno essere concentrate sul miglioramento sismico degli aggregati senza avere la possibilità di restituire ai proprietari l’agibilità delle proprie abitazioni». Criticabile, per De Santis, anche l’allegato che riguarda gli elementi di particolare interesse paesaggistico, «la cui tabella risulta farraginosa e poco applicabile soprattutto per l’impossibilità di attribuzione della datazione di un edificio. Questo decreto va riscritto perché pensato per un terremoto che non è quello dell’Aquila».
Di diverso avviso l’assessore comunale alla ricostruzione, Pietro Di Stefano.
«Siamo in attesa del decreto quadro che sarà seguito da quello attuativo. Si passerà dal contributo basato sulla scheda di convenienza economica, che ha mostrato grossi limiti (tagli e tempi lunghissimi) a una definizione di indennizzo basata su parametri che tengono conto del livello dei danni e della vulnerabilità degli edifici. Ciò consentirà» afferma l’assessore «di avere un'analisi più spedita e di definire subito il contributo sul quale fare il progetto, salvo casi limiti che saranno valutati dall’ Ufficio speciale. Al contributo base, che è indifferentemente valutato sul danno e la vulnerabilità dell’edificio, si sommano poi gli incrementi previsti per gli edifici di pregio, a valenza paesaggistica o vincolati. Questo porta ad alzare il livello del contributo a metro quadro per poter fare interventi più completi e investire di più sulla sicurezza. Un decreto che consentirà maggiore velocità, sia nell’erogazione dei contributi che nell’organizzazione dei progetti». (m.m.)
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