Delitto Colabrese, indagato l’amico

Del Monaco è accusato di averlo assassinato, la svolta grazie all’esito delle perizie disposte dalla Procura della Spezia

SULMONA. Fino a ieri era stato l’ultimo ad averlo visto in vita. Da ieri è accusato di averlo ucciso. La svolta sulla morte di Giuseppe Colabrese, il 27enne originario di Pescocostanzo ma residente a Sulmona, era nell’aria ed è arrivata con l’iscrizione sul registro degli indagati del suo amico, Francesco Del Monaco, da ieri accusato di omicidio volontario.

Ne è convinta la Procura di La Spezia dopo aver letto le perizie depositate dagli esperti nei giorni scorsi che farebbero risalire la morte di Colabrese dal primo al 10 agosto. Periodo compatibile con la presenza di Del Monaco in Liguria prima che il giovane partisse per andare a lavorare in Sardegna. E il primo atto da parte del pm Claudia Merlino è stato quello di notificare la decisione al diretto interessato il quale, ieri mattina, tramite il suo avvocato Lando Sciuba, ha ricevuto un avviso di garanzia con il quale viene invitato a partecipare in qualità di indagato, all’accertamento irripetibile dell’esame del Dna.

La perizia verrà eseguita il prossimo 2 febbraio dai carabinieri del Ris, i quali avranno il compito di verificare se il sangue dell’indagato è compatibile con alcune macchie ematiche ritrovate nel corso delle perizie, sulla maglietta, sui pantaloncini e sulle scarpe di Colabrese.

La svolta sul caso, dicevamo, è arrivata con il deposito delle perizie medico legali; quella dell’anatomopatologa Susanna Gamba e quella dell’entomologa Valentina Bugelli.

La prima ha confermato che la morte di Colabrese è arrivata in maniera violenta: una ferita letale al cranio che non avrebbe lasciato scampo al giovane sulmonese. La Bugelli doveva, invece, stabilire la data del decesso attraverso un sofisticato esame: lo studio degli insetti rilevati sul corpo di Colabrese. Esami delicati e sofisticati effettuati in laboratorio con il confronto fra i micro organismi del bosco di Canarpino, dove era stato rinvenuto il corpo, e i reperti isolati in sede di autopsia. Alla fine, il verdetto scientifico è stato quello di collocare la morte del giovane tra il primo e il 10 agosto scorso. Cioè dal giorno del suo arrivo alla Spezia, dove ad attenderlo alla stazione ferroviaria c’era l’amico Francesco Del Monaco, fino a dieci giorni dopo. E in questo periodo è collocabile l’ imbarco di del Monaco sul traghetto che lo avrebbe portato verso la Sardegna, di cui c’è prova documentale del biglietto. Del Monaco ha raccontato ai carabinieri di Sassari nella sua prima versione, che il 4 agosto giorno del suo imbarco (in un primo momento aveva indicato il 6 agosto per poi ritrattare), Giuseppe si recò con lui a Genova con la prospettiva di prendere un treno e tornare a Sulmona. Successivamente, interrogato dai carabinieri, Del Monaco aveva dichiarato di aver abbandonato, lo stesso giorno a Genova, un pacco di hascisc «che l’amico gli aveva affidato per la consegna a una terza persona». «Costui, per me sconosciuto, non si è presentò all’appuntamento e io, dovendo salire sul traghetto, mi liberai della droga scaricandola in un cestino dei rifiuti», aveva dichiarato Del Monaco agli investigatori nella sua ultima deposizione in qualità di persona informata dei fatti. E proprio sulla scorta di quelle dichiarazioni, il giovane finì sotto inchiesta per traffico di stupefacenti. Ora la svolta.

Claudio Lattanzio

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