Detenuto ucciso da un’overdose
Il giovane soccorso in cella è morto in ospedale. Aperte 2 inchieste.
SULMONA. Si è sentito male a metà mattina cadendo al suolo davanti agli altri detenuti della sezione internati. A nulla sono valsi i soccorsi prestati dagli agenti di polizia penitenziaria: il giovane, Daniele Salvatori di 26 anni, originario di Cattolica, ma residente a Benevento, è morto poche ore dopo all’ospedale di Sulmona.
A ucciderlo sarebbe stata (ma si attende l’esito dell’autopsia) una overdose di cocaina e di oppiacei. Sulla vicenda il procuratore della Repubblica di Sulmona, Federico De Siervo, ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause del decesso, ma soprattutto eventuali responsabilità da parte degli agenti di polizia penitenziaria addetti ai controlli. Daniele Salvatori infatti è tornato a Sulmona domenica sera da una vacanza premio trascorsa nel beneventano, dove risiede la sua famiglia. Il giovane è stato arrestato nel 2006 dai carabinieri di Benevento con l’accusa di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Venne sorpreso mentre rientrava a casa con alcuni grammi di eroina.
E’ probabile quindi che il giovane sia rientrato in carcere portando con sé le sostanze stupefacenti. Un fatto che è parso strano anche alla direzione del carcere che, parallelamente alla Procura, ha avviato un’inchiesta interna con l’obiettivo di ricostruire l’intera vicenda, compresi i passaggi che ci sarebbero stati dal momento in cui Salvatori è rientrato in carcere fino a quando è finito in overdose.
Tutto ha avuto inizio ieri mattina, poco prima delle 10, con la richiesta di aiuto da parte di alcuni internati che hanno visto il 26enne prima sbiancare in volto e poi stramazzare al suolo.
Nel reparto degli internati (si tratta di detenuti che vengono trattenuti in carcere anche dopo aver scontato la pena in quanto ritenuti socialmente pericolosi), le celle vengono chiuse solo di notte. Mentre per il resto della giornata i detenuti possono socializzare e girare liberamente, senza alcuna costrizione.
All’inizio gli agenti, intervenuti in soccorso di Daniele Salvatori pensavano si trattasse di un leggero malore: i sintomi erano quelli. Poi, quando hanno visto che l’uomo non si riprendeva, hanno chiamato la guardia medica del carcere, che ha subito intuito che si trattava di overdose da stupefacenti. Quindi la corsa in ospedale, prima al pronto soccorso e poi nel reparto di rianimazione, dove è stata praticata la terapia d’urgenza prevista in questi casi per contrastare l’effetto degli oppiacei.
Dopo un primo momento di forte preoccupazione, sembrava che la situazione potesse essere tenuta sotto controllo e che il giovane potesse riprendersi. Tutto invece è precipitato nel primo pomeriggio di ieri, con il battito cardiaco che si è fatto sempre più flebile. Alle ore 15,10 il cuore del giovane si è fermato per sempre. Questa mattina il procuratore disporrà l’autopsia, affidando probabilmente le indagini al capitano dei carabinieri Domenico Caradonna.
A ucciderlo sarebbe stata (ma si attende l’esito dell’autopsia) una overdose di cocaina e di oppiacei. Sulla vicenda il procuratore della Repubblica di Sulmona, Federico De Siervo, ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause del decesso, ma soprattutto eventuali responsabilità da parte degli agenti di polizia penitenziaria addetti ai controlli. Daniele Salvatori infatti è tornato a Sulmona domenica sera da una vacanza premio trascorsa nel beneventano, dove risiede la sua famiglia. Il giovane è stato arrestato nel 2006 dai carabinieri di Benevento con l’accusa di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Venne sorpreso mentre rientrava a casa con alcuni grammi di eroina.
E’ probabile quindi che il giovane sia rientrato in carcere portando con sé le sostanze stupefacenti. Un fatto che è parso strano anche alla direzione del carcere che, parallelamente alla Procura, ha avviato un’inchiesta interna con l’obiettivo di ricostruire l’intera vicenda, compresi i passaggi che ci sarebbero stati dal momento in cui Salvatori è rientrato in carcere fino a quando è finito in overdose.
Tutto ha avuto inizio ieri mattina, poco prima delle 10, con la richiesta di aiuto da parte di alcuni internati che hanno visto il 26enne prima sbiancare in volto e poi stramazzare al suolo.
Nel reparto degli internati (si tratta di detenuti che vengono trattenuti in carcere anche dopo aver scontato la pena in quanto ritenuti socialmente pericolosi), le celle vengono chiuse solo di notte. Mentre per il resto della giornata i detenuti possono socializzare e girare liberamente, senza alcuna costrizione.
All’inizio gli agenti, intervenuti in soccorso di Daniele Salvatori pensavano si trattasse di un leggero malore: i sintomi erano quelli. Poi, quando hanno visto che l’uomo non si riprendeva, hanno chiamato la guardia medica del carcere, che ha subito intuito che si trattava di overdose da stupefacenti. Quindi la corsa in ospedale, prima al pronto soccorso e poi nel reparto di rianimazione, dove è stata praticata la terapia d’urgenza prevista in questi casi per contrastare l’effetto degli oppiacei.
Dopo un primo momento di forte preoccupazione, sembrava che la situazione potesse essere tenuta sotto controllo e che il giovane potesse riprendersi. Tutto invece è precipitato nel primo pomeriggio di ieri, con il battito cardiaco che si è fatto sempre più flebile. Alle ore 15,10 il cuore del giovane si è fermato per sempre. Questa mattina il procuratore disporrà l’autopsia, affidando probabilmente le indagini al capitano dei carabinieri Domenico Caradonna.